In attesa che esploda la Libia

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La Turchia bombarda i Curdi. Francia e Regno Unito il territorio del califfato. La Russia i rivoltosi che combattono Assad. Ognuno bombarda i propri nemici. Obama dà ragione ai turchi che hanno abbattuto due caccia russi senza rappresentare una minaccia. Apparentemente sono tutti alleati. Ma c’è sicuramente qualcuno che fa il doppio gioco. Siamo alla vigilia di eventi molto pericolosi. Le armi stanno arrugginendo negli arsenali. Non consumarle sarebbe una perdita ancora più grave. Bisogna ricomprarne. L’ultima guerra ha fatto 50 milioni di morti, eppure l’umanità è sopravvissuta. L’economia è andata alle stelle. L’importante è questo. Tutto il resto sono chiacchiere. Gli indifesi, la povera gente e gli innocenti contano meno di niente. Anzi, sono un peso per la società, che appartiene ai corrotti e ai filibustieri. I diritti umani sono fandonie per raggirare i deboli. Ma non producono ricchezza. Le prime pagine dei giornali riportano le catastrofi e anche le previsioni future. Sono prostrati al potere illudendosi di farne parte. Invece, sono nel mirino anche loro. Tanto, sono in estinzione. Nessuno legge più. Poco male se soccombono prima del tempo. Come pure la democrazia. Seppure così crudele, l’ISIS è troppo debole per combattere contro la genia del male. Si divertono a sparare sulla Croce Rossa. Non sanno che prima o poi, gli capiterà di peggio. Gli conveniva starsene buoni, in ombra. L’Europa è assente perché mancano gli uomini e le idee. L’Italia peggio.


L’uomo della Provvidenza
C’è chi era troppo tenero con i centurioni. Ed è finito male. Consentiva che maramaldeggiassero al Colosseo, loro sito folkloristico naturale. Erano loro che portavano Roma nel degrado. Mafia capitale solo un diversivo. Il commissario al Campidoglio ha preso il coraggio a quattro mani e gliene ha subito precluso l’accesso. Si sono dovuti trasferire, in zona extraterritoriale, a San Pietro. Al di fuori della giurisdizione del prefetto. È dalle prime decisioni che si vedono i grandi uomini. Lui le prese. Sarà ricordato per questo gesto. Ci si è partito da Milano. Ridateci Marino, per carità. L’avevamo votato noi. Almeno, potevamo criticarlo e anche insultarlo. Questo, invece, è stato designato, quindi gli dobbiamo rispetto. È in una botte di ferro. Neppure le dimissioni di 26 consiglieri comunali genuflessi potranno rimuoverlo. Né un dibattito politico. I centurioni, infatti, se ne sono andati in esilio senza battere ciglio. Se li avesse cacciati Marino sarebbe scoppiata la guerra civile. Ci avviamo verso una società di nominati, che è meno burocratica. Poco importa se non è proprio libera. Risparmieremo sulle elezioni. Meglio abolirle. Ormai sono inutili. Tanto la metà dei cittadini le disertano. I più furbi si genuflettono. Destra e sinistra sono d’accordo. Il centro è scomparso con Monti. Si stanno asfaltando le strade di Roma. Ora che non c’è più Marino, speriamo che i costruttori non ci mettano la sabbia. Che alle prime piogge si scioglie, come l’Italia, e rispuntano le buche.

La misericordia è solo per i ladri
Seppure il sant’uomo stia perdendo prestigio, il politico si inchina sempre, anche troppo. Per qualche voto, non per devozione. È ancora popolare. Ma, prima, godeva di maggiore considerazione. Voleva scrostare il marciume che pullulava nella Santa Sede. Invece il degrado è addirittura aumentato. C’erano solo pedofili e qualche cardinale egoista. Si ristrutturavano lussuosi appartamenti con i soldi della carità. Adesso la corruzione è a livello vescovile. Qua e là imbroglioni di qualsiasi genere. La feccia si aggira per le sacre stanze. Sono vuote da quando lui abita a Santa Marta. Cambia cella ogni sera. Ha più paura della Curia che dell’ISIS. Se no, non avrebbe indetto il Giubileo. Benedetto XVI aveva sottovalutato le tentazioni che si aggirano per la chiesa. C’è persino una signora senza qualifica che suggerisce strategie economiche. Quali credenziali ha per consigliare il Papa? Per una domestica si chiedono referenze. Che fascino emana per arrivare fino a lui? Gliel’hanno messa accanto perché non appaia infallibile. Non c’è bisogno dei posteri per prevedere come andrà a finire. Ci vorrà un ulteriore scandalo per mettere a tacere questo. Lo Spirito Santo non lo protegge più. Forse non gradisce pugnalate alle spalle. Perché, attorniato com’è da tanti peccatori, sconfessare Marino? Almeno, non era pericoloso. Anzi, un parafulmine. Tanta acredine, solo perché favorevole ai matrimoni gay? Non parcheggiava nemmeno in Vaticano. Per di più era vittima di violenza politica. Perché, a parte qualche scontrino, è una brava persona.

Siamo ancora quelli del 61 a 0
Una parte della Sicilia non accetta le provocazioni. Ecco forse perché non ci evolviamo. Per lo stesso motivo i politicanti stentano a diventare politici. Non ho molta simpatia per Vecchioni, che, però, ama la Sicilia quanto me. Diffido, invece, di chi ci adula. Ci vuole involuti e rassegnati, sempre in cerca di qualcuno che ci aiuti. Non ne avremmo bisogno se contassimo sulla nostra intelligenza. Non amo neppure i prefetti, la cui autorità, invece, è necessaria e talvolta anche utile. Uno di loro se la prese con le mamme dei tossici. Come il cantautore con chi distrugge le risorse e l’onore dell’isola. Dovrebbe suicidarsi – fu il monito – chi non si accorge subito che il figlio si droga. Sollecitava l’amore materno, in modo da intervenire in tempo per aiutarlo. Fu destituito dal ministro Alfano, che, probabilmente, temeva di rimanere orfano. Era una provocazione, come quella di Vecchioni che non è in cerca di voti. Auspica che curiamo le parti del corpo ammalate perché tutto il nostro organismo non ne venga contagiato. Come purtroppo sta accadendo. Ha incitato i giovani a ribellarsi e valorizzare il più bel mare del mondo, e riappropriarsi della propria cultura. I toni forti sono quelli che fanno riflettere. Chi non rispetta le regole non vuole sentirli. Insorgono subito populisti e ignoranti. Siamo quelli del 61 a 0, di cui non si può andare orgogliosi, chiunque avesse vinto. Da allora non è cambiato nulla. Continuiamo ad ammirare chiunque ci prenda in giro. Insultiamo, invece, chi cerca di scuoterci dall’inedia di sudditi coloniali.

Ponzio Pilato è immortale
Boeri è un nome che purtroppo ricorre spesso negli ultimi tempi. Ci ricorda che siamo poveri e tali resteremo per i prossimi 40 anni. Suggerisce iniziative preoccupanti e infide. Per ora il taglio delle pensioni e l’abolizione dei vitalizi. Poi, chissà cos’altro. Il governo finge di dissentire. Ma non c’è da fidarsi. C’è qualcuno a dargli l’input. Il burattinaio, però, non prevedeva le sue rivelazioni inopportune. Chi è nato attorno al 1985 dovrà lavorare fino a 75 anni e percepirà, pure, una pensione ridotta. La sua ufficialità smentisce che l’Italia sia in ripresa, come ci vorrebbero far credere, e la crisi dietro le spalle. Si profilano, invece, tempi ancora più duri. È una repubblica senza controlli né equilibrio tra i poteri. Progredisce solo la riforma costituzionale, che menomerà gravemente la democrazia, e la corruzione. Senza una rivoluzione morale, non si fa un passo. Il comunista emerito continua a osannare chiunque reprima la libertà, ovunque. Del resto, il parlamento è genuflesso. Tutti tradiscono la propria fede e gli elettori. Sperano di essere riconfermati a dispetto degli italiani che non li eleggerebbero. Le garanzie sono simboliche. Come duemila anni fa, c’è anche oggi chi se ne lava le mani.

Forse è anche colpa nostra
Solo la corruzione progredisce e i partiti proliferano. Approfittando del degrado dilagante, sorgono movimenti come funghi. Chi non è d’accordo, fonda un nuovo partito. A dispetto del bipolarismo maggioritario che doveva eliminarli. Ma da noi tutto può cambiare, tranne coloro che muovono i fili. Sono sempre gli stessi. Ma noi non manifestiamo disagio. Qualcuno non si vergogna addirittura di applaudire le novità. Arrivano i fittiani, che sono ambidestri. Conservatori e al tempo stesso riformisti. Per ora fingono di contestare il padrone, che, però, ha argomenti convincenti per farli tornare all’ovile. Come gli altri finti dissidenti. C’è pure la Sinistra Italiana, quella perdente. Perché la vincente occupa adesso gli spazi lasciati vuoti dalla destra. Come se i danni provocati da una classe politica inefficiente e inadeguata non bastassero, Salvini ha pretese di premierato. L’obiettivo è l’uscita dall’Europa e il ritorno alla lira. “Che conviene lo affermano i Premi Nobel”, dice lui. Non è possibile, chissà cos’ha capito. Al nord trova consensi tra gli ignoranti e al sud tra chi si vende per pochi dinari. In confronto, Giuda era un campione di lealtà. È a quella Sicilia – allargata a gran parte dell’Italia – che Vecchioni si riferiva.