Dieci Decimi, Gilda Ferone apre un nuovo negozio al Vomero

854
In foto Gilda Ferone
Quando si parla di imprenditoria al femminile occorre aggiungere ai normali problemi di categoria quelli che nascono quando a gestire il management e le joint venture con i fornitori è una donna, figurarsi gli ostacoli che si incontrano quando si resta soli perché il padre, titolare di un famoso marchio a Napoli di ottica , che lavorava con lei, è salito in cielo da poco per il covid, lasciandole mille problemi e responsabilità . Il carattere femminile però , spesso trae dalle difficoltà la forza di andare avanti specialmente quando il mettersi in gioco da sola, diventa quasi una scommessa perché oggi aprire un nuovo negozio al Vomero è come navigare con una barca di gomma in mezzo agli squali. I fatti di cronaca del quartiere parlano da soli: fitti triplicati, note griffe costrette a chiudere i battenti come Fendi, e ora Benetton che cede i battenti a Oviesse e D-mail che chiude per dare spazio a Lego.  Gilda Ferone non demorde e, rimasta da sola a rappresentare il noto marchio “Dieci Decimi” che dagli anni ottanta e’ stato un punto di riferimento grazie al padre Vincenzo che oltre ad essere noto imprenditore del settore, ha dato un nuovo corso  personale al lavoro:  ha deciso di aprire un nuovo negozio con nuove idee e voglia di riscatto, a Via Solimene 75 vicino Piazza Vanvitelli ove nacque il primo negozio::
“Come nasce Dieci Decimi e quale fu l’impronta innovativa data da suo padre Vincenzo all’attività?”:
-Anche se la società è cambiata nel tempo, tutto parte dagli anni ‘80 allorché mio padre apri  il primo negozio a via Scarlatti, dopo essere stato direttore di Salmoiraghi&Vigano’ sempre nei pressi di piazza Vanvitelli: desiderava una attività tutta sua e il negozio doveva essere posto nella Galleria Scarlatti ove adesso c’è Zara. Dovevano essere in pratica presenti le griffe più importanti. I lavori rallentarono e per questioni di praticità le firme  vennero meno e si aprì’ altrove, al posto del ‘Grottino’ locanda famosa dell’epoca e gestita dai fratelli Giugliano , dopo che , all’improvviso, uno dei due, fu sparato alla cassa da un rapinatore che aveva riconosciuto essere il nipote. L’attività fu ceduta a noi e in poco tempo la società’ “Dieci Decimi” contava in dieci sedi in tutta Italia con soci di marche differenti. Mio padre invento’ l’occhiale già pronto da vicino con lenti selettive che in poco tempo permetteva di consegnare l’occhiale già pronto con elementi di qualità .
“Poi come sono andate le cose con la crisi e la pandemia ? I sussidi del governo sono arrivati? “:
-Negli anni quasi ogni sede e’ diventata indipendente e se mio padre gestiva le sedi del Vomero, Fuorigrotta e Caserta. Io lavoravo con lui come dipendente nella sede del Vomero dopo aver perfezionato gli studi di settore . I nostro staff era dinamico , puntuale e preparato. Purtroppo i fitti aumentarono sempre di più e arrivarono  nel 2018 a triplicare. Nonostante il successo e la clientela molti  hanno dovuto cedere e riaprire altrove. Io e mio padre riaprimmo a Via Cimarosa 81 con il nome “New Dieci Decimi”. Poi la recessione e la pandemia hanno dato le botte finali e le spese erano maggiori dei guadagni. Pur essendo negozio essenziale e quindi non soggetti a chiusura non abbiamo goduto dei sussidi promessi dal governo, e comunque sarebbero stati irrisori rispetto alle spese da affrontare.
“Dopo la dipartita recente di suo padre lei è rimasta sola. La rabbia e il dolore talvolta si trasformano in voglia di riscatto?”.
-Mio padre è finito per covid ed io sono rimasta sola con un dolore enorme perché condividevo con lui il lavoro nella sua quotidianità. Una rabbia che si tradusse nella voglia di andare avanti, di mettermi in gioco in prima persona, di continuare una tradizione che era andata avanti proprio grazie a mio padre. Non sono stata aiutata dalle Istituzioni  e ho cercato un nuovo negozio per iniziare daccapo. Sempre per la recessione: e le conseguenze della pandemia osservavo che chi teneva soldi da parte li ha reinvestiti ed è sopravvissuto , mentre chi aveva investito come noi e aveva subito vicissitudini negative si è trovato in grossa difficoltà .
“Cosa significa oggi  aprire un nuovo negozio al Vomero?”:
-Mi sono resa conto cercando un nuovo negozio che se volevo tornare  al Vomero  centrale i fitti erano pazzeschi, sfiorando livelli improponibili anche per una attività che si poteva concentrare  in venti metri quadri. La zona del negozio di Via Cimarosa era elegante ma con poco passeggio e la sera era anche pericoloso. Più volte abbiamo subito furterelli che ci hanno imposto delle sicurezze che rendevano ancora più limitato il flusso dei clienti.
“Perché ha deciso di aprire un negozio tutto suo  in Via Solimene ? ”:
-Ho trovato quello che cercavo in Via Solimene 75 perché se la vita mette a dura prova , mio padre mi ha insegnato a non arrendermi e saper dare il giusto valore al lavoro e alla propria professionalità accumulata negli anni e con tanti sacrifici. Oggi si vuole il posto sicuro con il minimo sforzo ma è proprio il vero sudore quello che fornisce la conoscenza vera. Pochi vogliono oggi lavorare e con il reddito di cittadinanza possono anche disdegnare la professione perché il guadagno può essere anche inferiore. Il negozio che ho trovato risponde alle dimensioni che danno importanza ad un locale, come l’altezza che come si dice corrisponde a mezza bellezza, pur restando tra spazi non eccessivi.
“Quale la situazione attuale delle medio piccole imprese nel quartiere Vomero?”:
-I fitti nelle zone a maggior passeggio sono alle stelle e possono essere sostenuti adesso solo da attività di ristorazione, che durante la pandemia erano in crisi per le restrizioni e i mancati ristori che non sono arrivati. Ora la ristorazione riprende e crollano gli altri servizi almeno come richiesta : molta gente adesso sta uscendo ed ha conservato qualche soldo per viaggi e ristorazione soprattutto; le attività che sono state bloccate durante la pandemia.
“Il quartiere Vomero però non è ancora all’altezza delle grandi firme come a Via dei Mille o Via Filangeri”:
-Nelle zone di passeggio gli affitti sono altissimi per i negozi ma il Vomero non ha un rilancio commerciale per competere con le vie del lusso, e non c’entrano i costi ma l’immagine perché il turista non viene al Vomero e preferisce i luoghi dello shopping tradizionali. Per il turista il Vomero è commerciale e pratico ma privo di luci,  e negozi come Zara li trova anche altrove tra le vie adiacenti a quelle delle grandi firme. Non si vuole investire per creare delle gallerie o per far salire in collina una grande firma , cosa che non avrebbe senso in tutto il contesto descritto.
“Lei è sola ma è riuscita anche come donna a rimettersi in gioco con successo. Cosa consigliare ad una imprenditrice oggi?”:
-Se si vuole investire su se stessa occorre solo puntare sulla propria passione e professionalità acquisita e ritenere che ci vuole tanto sacrificio,  senza basarsi sugli altri che possono aiutare ma fino ad un certo punto, senza raggiungere quel valore di mercato che si desidera e si raggiunge con la propria capacità . Le donne imprenditrici valenti   sono ancora della vecchia guardia se operano al Vomero, perché questa garantisce la fiducia della clientela e  il guadagno lavorativo a differenza della nuova che è vincente solo per una questione di mentalità ; che è più creativa che tecnica, ove quest’ultima prevede la ‘fatica’ nella sua autenticità.