Giorni concitati, gli ultimi della scorsa settimana e i primi di quella in corso. Non solo a causa di eventi negativi, che sono spuntati come funghi, ma anche per le diverse scadenze che si stanno susseguendo, che non possono per ipotesi essere eluse. Comunque completamente diversi da quelli che furono argomento e fecero da titolo a un famoso romanzo di Ellery Queen, pubblicato a fine degli anni ’40.
Questi i fatti salienti. Martedì, come da programma, è stata ricomposta la Commissione Europea. Sulla poltrona di Presidente della stessa sarà seduta ancora la Signora Ursula Von der Layen che avrà al suo fianco, con l’incarico di vice, Raffaele Fitto, componente dell’attuale governo italiano in qualità di ministro per l’Europa e altro. A lui sono state assegnate deleghe importanti, con competenze più che ampie. A suo tempo circa le stesse furono conferite a Paolo Gentiloni, che lo precedette rivestendo lo stesso ruolo.
Per l’Italia la situazione che si è creata può essere definita di continuità rispetto alla precedente, quindi di relativo favore. Nei banchi più alti delle istituzioni che reggono le sorti del mondo siedono donne, generalmente operanti con successo. Con buona pace di Verdi e della sua opera “la donna è mobile” e, per cautela, si potrebbe aggiungere alla descrizione del periodo appena abbozzata un ammortizzatore del genere: “finché dura”.
Scorrendo fino a ieri i giorni si arriva al dies illa, quello che ha tenuto per qualche mese in stato di incertezza gli investitori e in notevole tensioni i mercati. La Fed, dopo una due giorni di lavoro, ha reso noto che il tasso del dollaro è stato abbassato di 0,50 punti.
È noto che il contenuto delle dichiarazioni fatte negli ultimi mesi è stato se non volutamente criptico, almeno non facilmente decifrabile dagli operatori, sia economici che finanziari. È altrettanto risaputo che la stessa Fed poggia le sue decisioni su indicatori particolarmente sensibili, come i dati settimanali sull’occupazione, gli ordini pervenuti alle aziende e diversi altri del genere.
Gli stessi indicatori influenzano i protagonisti del mercato, venditori e compratori che decidono a loro volta l’impostazione delle azioni che meritano precedenza. Finisce così come in quei giochi dei bambini, dove ognuno di loro cerca di individuare preventivamente come intendano muoversi gli altri. I giochi sono fatti e le prime risposte, Wall Street in primis, sono paragonabili ai salti di gioia. Quella dei mercati orientali, sta seguendo da vicino.
La mano passa così alla BCE che dovrà giocare la prossima mossa a dicembre. Tutto lascia credere che il verso delle decisioni dovrebbe continuare a puntare verso il basso. Al fine di approfondire i concetti fin qui accennati sull’esperienza delle peripezie del dollaro appena concluse, sarà bene attendere che prima si calmino le acque e, solo dopo, tentare di formulare altre ipotesi di ogni genere. Prossimamente il seguito su questo stesso spazio.