Dieta Mediterranea contro la demenza: via al progetto “Smartfood”

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Studiare la dieta mediterranea come possibile ‘scudo’ del cervello contro la demenza. Perché “l’Alzheimer non si cura, ma si previene, e l’alimentazione è un grande fattore di prevenzione”. E’ l’obiettivo del progetto ‘Smartfood’, lanciato dall’Irccs Fatebenefratelli di Brescia in collaborazione con il Centro internazionale per lo studio della composizione corporea (Icans) dell’università Statale di Milano e l’Irccs Istituto neurologico Carlo Besta del capoluogo lombardo. Per accedere al programma di ricerca, che durerà 2 anni, bisogna avere un’età compresa fra 65 e 80 anni ed essere in condizioni di salute normali. “Molto si gioca sul cibo” e per questo “le tematiche nutrizionali sono diventate di estremo interesse nella fisiopatologia neurologica”, spiega Giuliano Binetti, responsabile del Centro per la memoria (Mac) del Fatebenefratelli. E’ infatti “assodato che la dieta può influenzare la funzionalità e l’integrità del sistema nervoso in vari modi, e diversi studi hanno dimostrato come lo stato dismetabolico associato alla dieta occidentale favorisca lo sviluppo della malattia di Alzheimer”.
Con Smartfood si vuole capire se un intervento mirato a insegnare i principi di un corretto stile di vita basato sulla dieta mediterranea possa portare a modifiche dal punto di vista cognitivo, neurologico e metabolico. Il progetto prevede 4 fasi: un periodo di screening in cui il paziente è sottoposto a un colloquio clinico per verificare se possa partecipare alla sperimentazione; una prima valutazione attraverso una visita neurologica e neuropsicologica ed esami di laboratorio; un intervento educazionale attraverso un corso in cui si parla di stile di vita, dieta mediterranea e attività fisica; un periodo di follow-up in cui viene chiesto ai partecipanti di eseguire alcuni controlli clinici (visita neurologica e neuropsicologica a un anno e a 2 dalla prima valutazione, analisi del sangue ogni 6 mesi fino a 2 anni).