Differenziazione dell’offerta turistica: dalla parte del visitatore, sempre

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Rullo di tamburi, un sorriso per la stampa pronti via. Siamo ufficialmente diventati i super eroi del turismo e della cultura. La strategia vincente è scritta nero su bianco dallo scorso gennaio e accende i riflettori sulla differenziazione dell’offerta turistica. La D, quarta lettera dell’alfabeto della gestione, risplende su tutta l’Italia dei Musei. A cascata saranno declinate tutte le altre lettere del dizionario. Speranza. La diversificazione cui si è scelto di riferirsi è però quella delle mete turistiche per indirizzare i flussi turistici verso territori ricchi di potenzialità ancora inespresse, quali aree rurali, piccole e medie città d’arte, parchi naturali e marini. Dalla parte degli operatori turistici.Tanta nuova carne al fuoco, chi più ne ha più ne metta, i pacchetti per turisti diventano sempre più golosi. Buono. Ottimo. Così così. Avere nel paniere una mercanzia varia garantisce al venditore maggiori probabilità di vendita. Se però il prodotto è liquido e non ci sono bicchieri, è pieno di sugo e non ci sono tovaglioli di carta, il cliente dopo qualche tentativo si allontanerà…”…e mai più ritornerà”. Se nel paniere del venditore ci fosse un numero inferiore di prodotti, ma ognuno fosse accompagnato dall’utensile adatto alla sua fruizione, il venditore terminerebbe tutte le scorte molto velocemente. I supermercati da qualche tempo hanno capito che se vogliono vendere le insalate pronte o i cibi monoporzione per veloci colazioni devono aggiungere al prodotto anche le posate, i condimenti, il tovagliolo. Differenziano. Differenziare l’offerta turistica è saper dare dello stesso prodotto una versione appetibile per oggi tipologia turistica. Lo studioso deve poter approfondire, il bambino sperimentare, la famiglia vivere il museo serenamente a propria dimensione. L’attenzione deve quindi essere spostata dall’operatore turistico al turista.Quest’ultimo, infatti, desidera un esperienza che è attrattiva, servizi, modalità d’accesso, d’immagine e d’informazione. Se poi c’è abbondanza tanto meglio. Il produttore di servizi turistici focalizza la propria attenzione sulle fasi della filiera di produzione del prodotto offerto: numero, ristorazione, pernottamento. A ognuno il proprio ruolo, certo, ma la differenziazione turistica deve badare a costruire diverse possibilità di utilizzo dello stesso bene prima di aggiungere altri beni.Sono quattro le magiche paroline della differenziazione turistica: eccitazione, svago, contemplazione, apprendimento. Grazie ad esse l’offerta museale sarà diversificata anche rispetto ad altre attività per il tempo libero. Wlliamsburg in Virginia o il Castello di Windsor in Inghilterra sono un esempio di come nello stesso luogo si possano soddisfare diverse esigenze per ogni tipologia di pubblico. La visita permette di trascorrere il tempo con la famiglia, di vedere cose importanti arricchendo il patrimonio di conoscenze. Diventa introspettiva perché permette il risveglio di ricordi e immagini d’altri tempi che suscitano senso d’appartenenza e legame spirituale. Ha una funzione didattica a più livelli. L’esperienza che il turista vive cimentandosi in prima persona in attività inerenti alla vita di quei luoghi è differenziata: tanto i bambini che gli adulti potranno avere la propria esperienza “su misura”. La scelta della tipologia di esperienza da offrire spetta alla gestione: non tutte le esperienze possono coesistere e si adattano a tutte le strutture. Una buona gestione deve saper scegliere e differenziare. Per il pubblico, non per gli operatori.