Dilma, patto con le opposizioni se non passa impeachment

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 .La presidente brasiliana Dilma Rousseff ha ammesso, per la prima volta, la possibilità che la richiesta di impeachment nei suoi confronti passi alla Camera domenica prossima. In caso contrario, la presidente ha offerto ”un patto” alle opposizioni. ”Sono pronta a dialogare con le opposizioni”, ha detto. La presidente non ha però risparmiato critiche al suo vice, Michel Temer, che le ha voltato le spalle e punta ora apertamente alla successione in caso di messa in stato di accusa della presidente, e al presidente della Camera, Eduardo Cunha, che ha accolto nel dicembre scorso la richiesta di impeachment. ”Sono compari. Non so chi dei due prenda le decisioni, ma uno non agisce senza l’altro”, ha detto Dilma in una intervista, in cui ha ribadito che si opporrà ”con tutte le forze al tentativo di golpe”. Il voto alla Camera è stato fissato da Cunha alle 14 di domenica prossima (le 19 in Italia).

In vista del voto, si e’ aperta la caccia ai deputati indecisi da parte di governo e opposizioni. Secondo le intenzioni di voto gia’ espresse, sono 318 i deputati a favore dell’impeachment e 125 quelli contrari. Gli indecisi sono una settantina e il loro voto e’ essenziale per raggiungere o meno la soglia di 342 voti necessaria per far scattare il procedimento di messa in accusa del capo dello stato, che poi passera’ al Senato. Intanto, nel mezzo della grave crisi politica, ben 99 deputati – quasi uno su cinque dei 513 complessivi – hanno cambiato partito dall’inizio dell’anno approfittando di un emendamento alla costituzione federale, che permette il cambio di casacca senza il rischio di perdita del seggio. Il Supremo tribunale federale aveva imposto nel 2007 sanzioni, fino alla decadenza, ai deputati che cambiavano partito.

E a complicare la situazione il governo della presidente ha perso altri pezzi. Dopo l’uscita, due settimane fa, del Partido do movimento democratico brasileiro (Pmdb) – il più grande partito del Paese ed ex principale alleato dell’esecutivo – altre quattro formazioni politiche hanno annunciato l’intenzione di abbandonare la coalizione.  Si tratta del Partido progressista (Pp, quarta maggiore forza alla Camera), del Partido republicano brasileiro (Prb), del Partido da republica (Pr) e del Partido social democratico (Psd). Tutti sarebbero ormai orientati a schierarsi a favore della messa in stato di accusa di Dilma, facendo crescere il pessimismo tra i fedelissimi della presidente.
   

 .La presidente brasiliana Dilma Rousseff ha ammesso, per la prima volta, la possibilità che la richiesta di impeachment nei suoi confronti passi alla Camera domenica prossima. In caso contrario, la presidente ha offerto ”un patto” alle opposizioni. ”Sono pronta a dialogare con le opposizioni”, ha detto. La presidente non ha però risparmiato critiche al suo vice, Michel Temer, che le ha voltato le spalle e punta ora apertamente alla successione in caso di messa in stato di accusa della presidente, e al presidente della Camera, Eduardo Cunha, che ha accolto nel dicembre scorso la richiesta di impeachment. ”Sono compari. Non so chi dei due prenda le decisioni, ma uno non agisce senza l’altro”, ha detto Dilma in una intervista, in cui ha ribadito che si opporrà ”con tutte le forze al tentativo di golpe”. Il voto alla Camera è stato fissato da Cunha alle 14 di domenica prossima (le 19 in Italia).

In vista del voto, si e’ aperta la caccia ai deputati indecisi da parte di governo e opposizioni. Secondo le intenzioni di voto gia’ espresse, sono 318 i deputati a favore dell’impeachment e 125 quelli contrari. Gli indecisi sono una settantina e il loro voto e’ essenziale per raggiungere o meno la soglia di 342 voti necessaria per far scattare il procedimento di messa in accusa del capo dello stato, che poi passera’ al Senato. Intanto, nel mezzo della grave crisi politica, ben 99 deputati – quasi uno su cinque dei 513 complessivi – hanno cambiato partito dall’inizio dell’anno approfittando di un emendamento alla costituzione federale, che permette il cambio di casacca senza il rischio di perdita del seggio. Il Supremo tribunale federale aveva imposto nel 2007 sanzioni, fino alla decadenza, ai deputati che cambiavano partito.

E a complicare la situazione il governo della presidente ha perso altri pezzi. Dopo l’uscita, due settimane fa, del Partido do movimento democratico brasileiro (Pmdb) – il più grande partito del Paese ed ex principale alleato dell’esecutivo – altre quattro formazioni politiche hanno annunciato l’intenzione di abbandonare la coalizione.  Si tratta del Partido progressista (Pp, quarta maggiore forza alla Camera), del Partido republicano brasileiro (Prb), del Partido da republica (Pr) e del Partido social democratico (Psd). Tutti sarebbero ormai orientati a schierarsi a favore della messa in stato di accusa di Dilma, facendo crescere il pessimismo tra i fedelissimi della presidente.