Diplomazia italiana, fari puntati sui rapporti tra Cina e Taiwan

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In foto Andrea Sing-Ying Lee, ambasciatore di Taiwan in Italia

Da un recente articolo sull’Opinione, si evince che il Pentagono punta i riflettori sulla forza militare della Cina e i rapporti con Taiwan. Sul tavolo delle contese è la capacità delle forze armate cinesi e gli obiettivi militari di Pechino, compreso un possibile attacco a Taiwan, contando anche che in questo momento i rapporti tra Cina e Usa non vanno troppo bene e, nel contempo, pare che la Cina si sia riavvicinata alla Russia. La Cina nel contempo si allontana dall’est e punta alla moderna società europea, cogitando un esercito attrezzato e moderno entro il 2035. Il presidente cinese ad inizio anno ha dichiarato: “Siamo fermamente contrari a quelli che vogliono “Due Cine”: abbiamo ottenuto una grande vittoria sconfiggendo qualsiasi attività indipendentista o separatista; nessuno e nessun partito possono cambiare il fatto che Taiwan fa parte della Cina e che entrambe le parti dello Stretto appartengono a Pechino”. Pechino del resto esercita ha pressioni su Taiwan sin dal 2016, interrompendo il dialogo con un’isola che vuole restare indipendente dalla Cina come affermato dal presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen: “La Cina deve rispettare la richiesta di 23 milioni di persone di avere libertà e democrazia e dobbiamo usare solo mezzi pacifici per risolvere le nostre differenze”. L’Europa dovrebbe in sintesi guardare con interesse e sostenere la richiesta di democrazia di questa isola che vuole allontanarsi dal regime di Pechino. In questa sfida il popolo di Taiwan sta con il proprio presidente. Il consenso verso Tsai Ing-wen è aumentato dopo il rifiuto all’appello di Pechino per colloqui sull’unificazione, aumentando le possibilità di ottenere la candidatura per le elezioni del 2020. Purtroppo l’atteggiamento dell’Europa resta vago su certe questioni, forse proprio in funzione del grande avvicinamento economico ed imprenditoriale che la Cina sta facendo verso l’antico Continente .
L’Italia ha buone relazioni con l’isola e vorrebbe valorizzate le iniziative politiche, commerciali e, quindi, diplomatiche con Taiwan. Una delegazione di parlamentari italiani guidata da Fabrizio Cicchitto, e composta dai deputati Sergio Pizzolante, Alessandro Pagano, Paolo Tancredi, Emanuele Prataviera e Nicola Ciracì, incontrò il presidente della Repubblica di Cina (Taiwan), Ma Ying-jeou, il presidente del Parlamento ed il ministro per gli Affari con la Cina continentale. Il gruppo di parlamentari svolse meeting con i viceministri dell’Economia e dell’Educazione, il segretario generale del Democratic Progressive Party e il vice ministro degli Affari esteri. “Oltre ad aver conosciuto un grande popolo e una cultura antichissima sono orgoglioso di aver incontrato il presidente della Repubblica Ying jeou, il ministro degli Esteri Chen jam e altre importanti autorità di quei luoghi, a testimonianza dell’alta considerazione che si nutre nei confronti delle istituzioni italiane”, disse l’onorevole Ciracì al ritorno dalla missione.
Taiwan è al 18esimo posto tra i partner commerciali dell’Italia e i suoi investimenti nel nostro Paese sono in costante crescita: occorre rafforzare il dialogo sullo stato di diritto, l’affermazione dei diritti umani e la lotta alla repressione in corso in Cina, ma il mancato riconoscimento diplomatico da parte del nostro Paese nei confronti della Repubblica è dovuto essenzialmente alla volontà di non turbare il rapporto con la Repubblica Popolare Cinese. Ad inizio 2019, confermando l’amicizia con il nostro Paese, l’ambasciatore Andrea Sing-Ying Lee, dell’Ufficio di Rappresentanza di Taipei in Italia, ha ribadito, durante un incontro con i media e gli analisti italiani che “il governo di Taiwan non può accettare la proposta ‘Un Paese, Due Sistemi’ avanzata dalla Cina popolare, perché ciò significherebbe dover rinunciare a democrazia, libertà, diritti umani, stato di diritto. Tutte cose che Taiwan ha costruito negli anni e alle quali è gelosamente legata”, prerogative che l’ambasciatore vuole continuare ad affermare in Italia e ai media della nostra penisola.