Donna, la femminilità è un bene in estinzione? 

Donna, stai perdendo la femminilità! Una frase, a volte pronunciata in tono d’accusa, risulta essere più grave di quanto si possa credere. L’ho sentita un po’ di tempo fa, ho pensato potesse essere una provocazione, invece, col tempo ne ho fatto una riflessione, che vorrei condividere con voi, lanciandovi la domanda titolo di questo articolo: la femminilità è un bene in estinzione? 

Qualche settimana fa, ho ascoltato i discorsi di un uomo, che nonostante la sua posizione stimata all’interno della società e gli adagi della vita, parlava delle donne come di accendini che dimentichi chissà dove, come di un pacchetto di sigarette che finito smetti di fumare, come di un capriccio, ritenendo di poter avere ogni sera una donna diversa, che al suo “fischio” accorrevano, con la possibilità per lui di avere una donna diversa ogni sera. Certo, un discorso a senso unico, un discorso se vogliamo anche maschilista, superficiale, irrispettoso, lontano dal sentimento, dall’emozione della frequentazione, dello scoprirsi. Ma, il punto non è tanto lui, quanto la donna. Il problema non è solo degli uomini che con discorsi simili e con tali comportamenti, sminuiscono la donna, la offendono; con una concezione femminile un po’ irrispettosa, spesso, alcuni uomini dopo una frequentazione assumono atteggiamenti inspiegabili ed incomprensibili, con indifferenza e silenzio, che mortificano una donna. Ma non un discorso su un solo binario, ma a doppia velocità. La donna, con la sua caparbietà e determinazione, ha dimostrato di poter essere tutto ciò che vuole, di poter dispensare saggezza ma anche amore, di poter essere al vertice di un’azienda ma di poter essere anche madre, amante e complice del proprio partner. Lode a lei. Ma c’è anche un’altra immagine che troppo spesso emerge, dai social, dalle campagne pubblicitarie e dalle donne singole: il consenso, il cedere, qualche volta troppo presto, senza l’arte del corteggiamento, o per amore del consumismo. Scorro spesso le bacheche dei social, imbattendomi in donne che sfoggiano cene costose, regali, week end, elogiando uomini che spesso cambiano, come se il materialismo abbia preso il sopravvento sul rispetto di sé e sulle emozioni. Non una critica, ognuno è libero di scegliere, ma è mortificante quando l’immagine della femminilità viene sminuita e troppo spesso. La femminilità, è un dono, un privilegio, raro, come tutte le cose di valore. E non c’è niente di peggio che scambiarla per erotismo o nudità, per il solo fine del corpo. Che sono cose attraenti e naturali, ma distanti dall’originale come un sorriso rispetto ad una risata, un sussurro da un grido. Femmina si nasce. La femminilità è un’attitudine mentale, un modus di vita. Non si impara a scuola. Non ha a che fare con la seduttività, con la prosperità o con un fisico prorompente, non è civetteria. E’ fascino, eleganza ed intelligenza anche emotiva, è dolcezza. O forse è tutte queste cose insieme ed altro. La femminilità è uno status persistente, non si perde mai. E di femminilità, certo, ne parlava anche  Kant, nell’ “Antropologia”, quando ci disse che la donna ha la missione d’ingentilire l’umanità. Il fascino femminile, è ancora Kant a dirlo, determina una dinamica tra uomo e donna in cui il bel sesso esercita un potere reale sull’altro. Un fascino che poco ha a che vedere con la bellezza, visto che la donna leggiadra attrae, mentre una interiormente bella commuove. Un gusto fine che ha ancora un rapporto profondo col pudore, con un certo nascondersi e svelarsi poco a poco. Perché le bellezze spirituali avvincono di più se si manifestano man mano, lasciandone supporre altre. E altre ancora. Questa è la femminilità, una forza naturale così ricca da provocare continuamente la prospettiva di bellezze inesplorate e l’interesse vivo di chi ne gode. 

E oggi, la femminilità è nascosta o è temuta? Forse, più per sembrare audaci e per amore di modernità. A voi, la parola.