La leggenda che esista qualcuno o qualcosa dotato di poteri straordinari, capace di trasformare in oro la merce più vile, risale alla notte dei tempi. Volendo fare una carrellata molto veloce su tale argomento, si può affermare che sia stato Mida, re della Frigia, l’attuale Turchia, il primo mortale ritenuto capace di attuare tale pratica che si avverava talvolta nelle favole. La storia colloca l’autore e le sue ricche e favolose gesta circa 3.000 anni in dietro rispetto all’ epoca attuale. Nel Medioevo tale capacità portentosa fu attribuita a un oggetto, la Pietra Filosofale. La stessa, venendo a contatto con qualsiasi altro oggetto, lo trasformava in oro. Da più parti del mondo, l’Italia è tra di esse, sono diversi i pensatori-barman che, oramai da qualche tempo, preparano cocktail speciali. Sono questi ultimi che, stando alle proprietà decantate dai preparatori, avrebbero molti punti in comune con la bevanda magica di Asterix e degli altri abitanti del suo villaggio. Se si approccia l’argomento con l’ animo di chi vuole andare fino in fondo nell’analisi degli enunciati dei cosiddetti specialisti, deve prendere atto, tanto per cominciare, che gli stessi risultano modificati e non lievemente, a giorni alterni, quando non quotidianamente.Tale fenomeno è generato dalla rapidità con cui cambiano gli scenari, non solo quelli economici, ma anche i fattori esterni che li condizionano decisamente. Sempre più spesso si hanno notizie ravvicinate da alcuni della ampia schiera di enti e istituti che si danno da fare per cercare di dare risposte ai tanti perché originati dalla fase negativa attuale, le metta in evidenza più o meno in antitesi. Destinatari sono imprenditori e famiglie che devono prendere sulla stregua di quelle dichiarazioni decisioni di particolare importanza. Si esprimono, quei soggetti, usando quasi sempre la formula impersonale, indicando a distanza di giorni che l situazione XY “è stata rivista” al rialzo o al ribasso. Lascia molto perplessi il fatto che i tempi di verifica siano intervallati da pochi giorni, per cui le indicazioni vengono fuori con caratteristiche a dir poco evanescenti. Cosa sarà mai potuto succedere in un lasso di tempo così breve in grado di determinare quel mutato atteggiamento nei confronti degli scenari che sono davanti agli occhi e alle orecchie di quegli analisti, è di difficile comprensione. Poiché i fenomeni economici, esclusi quelli finanziari, hanno bisogno di tempo in quantità superiore alle poche settimane, è difficile che chi appena conosce la fenomenologia economica, in uno con quella politica, riesca a trarre utilità da quelle informazioni. Una delle differenze più marcate tra le manovre scaturenti da elaborazioni a lume di conoscenze scientifiche e, ove mai esistesse, l’opera della pietra filosofale, è che per la prima occorrono tempi di reazione, mentre per la seconda basterebbe, si fa per ridere, solo il suo tocco. Viene così fuori una conferma, semmai fosse stata ancora necessaria, che l’economia, come del resto la sociologia, a essa legata a doppio filo, non è una scienza esatta. Le conclusioni a cui arriva il suo impiego non sempre sono legate da un rapporto di causa-effetto, come avviene perlopiù per i fenomeni chimici e fisici. Gli investitori, figure ben diverse dagli speculatori, stanno alla finestra a guardare dove le acque sono più calme per poter lanciare le proprie reti, nonché più pulite e ricche di nutrienti perché possano crescere e essere pescati gli esemplari più grossi. A monte di ogni decisione di impiego fruttifero di un certo capitale, deve esistere una conditio sine qua non: la pace, di ogni genere e specie, nonché la calma sociale. Con l’acuirsi delle tensioni tra Cina e Taiwan, quella condizione già fortemente compromessa da quanto sta accadendo in Ucraina per mano russa, rischia di precipitare. Spingerebbe in tal modo ancor più l’ economia mondiale verso una fase di stagnazione. Solo per avere maggior completezza di vedute in merito a quanto tempo è necessario e di quante varianti si debba tener conto prima di formulare una previsione economica con pretese di attendibilità, è bene fare anche una sola considerazione. Fino a quando la Cina non ha intensificato le sue azioni di disturbo nei confronti dell’Isola di Taiwan, il principale ostacolo alla ripresa in senso lato dell’ economia mondiale era la guerra in Ucraina, con annessi e connessi. Sono bastati pochi giorni di incursioni cinesi intorno a quella realtà geopolitica per far passare in second’ ordine l’invasione russa. Come è pensabile che non solo l’Occidente, ma tutto il pianeta, possa programmare cosa, dove e quando, è argomento che sfugge di mano a quanti operano con corretto agire. Essi decideranno pertanto di restare alla finestra a guardare, in attesa che la situazione si incammini verso la stabilità. Senza l’adozione delle dovute misure di contrasto, sarà la speculazione l’attività che continuerà a far danni. Fin quando potrà, e il periodo non sarà né breve, né facile.