Milano, 16 gen. (askanews) – Dopo l’incontro con le truppe, avvenuto ieri, il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron parlerà questa sera ai giornalisti nell’ambito del suo “incontro con la nazione”, ovvero una conferenza stampa pubblica che – non per la prima volta – infrange le tradizioni dell’Eliseo. L’occasione è per tracciare linee d’azione e cercare di dare nuova vita al suo secondo mandato quinquennale e forse spiegare le ragioni del rimpasto di governo che ha un nuovo e giovane premier: Gabriel Attal, 34 anni, esponente della “generazione Macron”.
L’evento inizierà con un discorso introduttivo del Presidente della Repubblica della durata di circa 20-30 minuti, poi il botta e risposta con i giornalisti – molto più lungo – diviso in circa tre parti: riforme, rimpasto della scorsa settimana, politiche internazionali.
Per Macron il periodo è complesso. Il nuovo governo è giovane, ha visto a sorpresa l’arrivo di Rachida Dati, nota per poca diplomazia e posizioni non proprio amichevoli, ma ha tenuto pesi massimi come Gérald Darmanin o Bruno Le Maire. Oltre a dover tornare stasera di sicuro sulla controversia che circonda Amélie Oudéa-Castéra – neoministro dell’istruzione che manda i suoi figli a una nota scuola privata cattolica parigina -, per Macron il vero convitato di pietra è la crescita di Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen. Una prospettiva che verso le europee di giugno, ma soprattutto per le presidenziali del 2027, è molto pericolosa per lui e il suo delfino Attal.
“C’è qualcosa di diverso dal solito modo di procedere che vuole che il presidente parli prima con i francesi, per annunciare il cambio di primo ministro”, ha detto Aquilino Morelle, ex consigliere di Francois Hollande in un’intervista con askanews dove ha anche spiegato che “Rassemblement National si nutre di una crisi di identità, vecchia di 40 anni”.
Su TF1, Jordan Bardella, presidente di RN, 28 anni, è tornato sulla questione Oudéa-Castéra e ha liquidato la conferenza stampa odierna, annunciando di non aspettarsi nulla di nuovo.
In politica internazionale intanto, la posizione appare chiara: il primo viaggio del nuovo capo della diplomazia – ed ex compagno del premier Attal – Stéphane Séjourné è stato in Ucraina, da Volodomyr Zelensky. A poche ore da che lo stesso Attal avesse messo piede all'”inferno”, soprannome di Matignon.
In base a un sondaggio di Elabe la nomina di Gabriel Attal a primo ministro, il 41% pensa che sia un bene per il Paese, il 28% un male, il 31% non ha un’opinione.
In quasi sette anni di mandato, il capo dello Stato francese ha rispettato la pratica solo due volte: la prima nell’aprile 2019 per ripristinare il dibattito dopo la crisi dei gilet gialli e la seconda nel dicembre 2021 per avviare la presidenza di turno del Unione Europea, poche settimane prima dell’inizio della guerra in Ucraina ma soprattutto ha alzato il velo sugli assi principali della sua presidenza di turno dell’UE ma soprattutto quando ha approfittato dell’occasione per criticare i suoi avversari politici nel bel mezzo della campagna presidenziale.
Nella storia della Quinta Repubblica fu Charles de Gaulle il primo a rispettare le conferenze stampa: ne organizzò ben 17 nell’arco di un decennio. Anche Georges Pompidou si prestò al formato quasi dieci volte, proprio come François Mitterrand. Da allora, la pratica è stata realizzata con una certa riluttanza.
(Di Cristina Giuliano)