Doppio vertice Nato-Ue: l’Europa si compatta sulla difesa comune

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in foto i ministri della Difesa della Nato a Bruxelles

di Simone Sparano* 

Il doppio vertice di Bruxelles segna un passo decisivo nella costruzione della difesa comune europea. L’Unione Europea vara piani congiunti su droni, difesa aerea e cooperazione industriale, puntando sull’autonomia strategica, mentre dalla Nato arriva un segnale netto di rafforzamento della deterrenza. Ieri, nella capitale europea, si sono riuniti in parallelo i ministri della Difesa della Nato e quelli del Consiglio dell’Unione Europea in formato Esteri-Difesa: due vertici distinti ma strettamente collegati, uniti dall’obiettivo di consolidare la sicurezza del continente e sostenere l’Ucraina in un contesto internazionale sempre più instabile.

L’appuntamento arriva dopo l’ennesima escalation sul fronte ucraino e una serie di violazioni dello spazio aereo in Polonia, Danimarca ed Estonia. Sul tavolo anche il cosiddetto “muro di droni”, il progetto congiunto per proteggere i cieli europei entro il 2027.

Al quartier generale Nato, i 32 ministri della Difesa hanno approvato il lancio dell’iniziativa Purl – Pooling for Urgent Replenishment and Logistics, un programma che coordina gli acquisti congiunti di armamenti dagli Stati Uniti per rifornire le scorte nazionali e sostenere gli aiuti militari a Kyiv. Il segretario generale Mark Rutte ha ribadito l’impegno della NATO a “difendere ogni centimetro del territorio alleato” e ha sollecitato gli Stati membri ad aumentare la spesa per la difesa oltre la soglia del 2% del PIL. Tra le decisioni adottate: il potenziamento della difesa aerea integrata, l’espansione delle capacità anti-drone e una revisione delle procedure di ingaggio nazionali per garantire risposte più rapide e coordinate alle minacce ibride. Durante i lavori, Stati Uniti e Regno Unito hanno annunciato nuovi pacchetti di aiuti militari e l’invio di jet in Polonia. Londra ha inoltre svelato un piano per aumentare la produzione di droni destinati all’Ucraina: oltre 100.000 unità entro fine anno.

Parallelamente, il Consiglio Affari Esteri e Difesa dell’UE ha approvato una bozza di conclusioni che introduce il piano safe – Support Action for European Defense, un nuovo strumento finanziario per lo sviluppo di capacità comuni anti-drone e di difesa aerea. L’Alta Rappresentante Kaja Kallas ha insistito sulla necessità di “una difesa europea credibile e complementare alla Nato”, sottolineando come “le minacce aeree non riguardino solo il fianco orientale, ma tutto il continente”. Il Consiglio ha inoltre riaffermato il sostegno politico all’adesione dell’Ucraina all’Unione, aprendo i negoziati sui tavoli “mercato interno” e “relazioni esterne”. Inoltre, è stato dato il via all’ampliamento del programma di cooperazione industriale nel settore della difesa, per rafforzare l’autonomia strategica e la competitività tecnologica europea.

Dietro la svolta di Bruxelles c’è anche la risposta alle tattiche di Mosca, che nelle ultime settimane ha intensificato incursioni notturne su aeroporti e basi militari dei Paesi UE, nel tentativo di farli sentire singolarmente vulnerabili e di spingerli a concentrare risorse sulla difesa nazionale, indebolendo così il fronte comune. La Russia aveva puntato anche sull’erosione del consenso interno europeo, sfruttando la stanchezza dell’opinione pubblica, facendola propendere verso una cessione dei territori occupati come possibile soluzione al conflitto. Inoltre le narrazioni populiste puntava a fomentare il malcontento contrapponendo la spesa militare al welfare sociale. Gli imponenti investimenti Tedeschi sul rafforzamento militare hanno riacceso vecchi fantasmi storici, tema su cui la propaganda anti europea ha provato a far leva.

Da Bruxelles arriva un messaggio chiaro, l’Europa non si disimpegna. Le minacce non dividono più, ma spingono verso una nuova fase di coesione e coordinamento. La difesa comune non è più un obiettivo, ma un processo quotidiano dall’integrazione politica, tecnologica e militare. Il doppio vertice segna così un punto di svolta: la NATO consolida il suo ruolo di scudo immediato, mentre l’Unione costruisce le fondamenta di una difesa europea autonoma e duratura.

La necessità di maggiore collaborazione tecnologica e industriale tra i Paesi membri emerge con chiarezza dal vertice. In questo contesto, la rete Enterprise Europe Network (Een) può svolgere un ruolo strategico nel mettere in connessione imprese, centri di ricerca e istituzioni, favorendo lo sviluppo di tecnologie dual use, capaci di trovare applicazione tanto in ambito civile quanto in quello militare.

Attraverso i suoi nodi nazionali e regionali, la Een è in grado di facilitare la creazione di partenariati transfrontalieri, stimolare l’innovazione nelle PMI europee e aprire nuove opportunità di crescita, contribuendo al tempo stesso a rafforzare l’autonomia tecnologica del continente nel settore della difesa — un ambito destinato a diventare sempre più strategico nei prossimi anni.

In parallelo, la rete Een supporta le imprese nell’accesso ai programmi europei di finanziamento, in particolare all’European Defence Fund (Edf), che promuove iniziative dedicate a chi intende investire nella sicurezza, nella resilienza e nell’innovazione delle filiere industriali europee. L’obiettivo è costruire un ecosistema competitivo e innovativo, dove la collaborazione tra imprese e stati membri diventi la base della nuova sicurezza europea, fondata non solo sulla difesa militare, ma anche sulla capacità di innovare, connettere e crescere insieme.

*responsabile area di Coordinamento “Programmi
e fondi comunitari, nazionali e regionali ed Ufficio di Bruxelles”