Draghi e Macron firmano il trattato del Quirinale: cooperazione rafforzata tra Italia e Francia

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in foto Mario Draghi, Sergio Mattarella e Emmanuel Macron

di Nicola Rivieccio

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il presidente francese, Emmanuel Macron, hanno firmato il Trattato del Quirinale, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella. La firma dell’intesa è avvenuta al Quirinale, mentre successivamente Draghi e Macron hanno illustrato a Villa Madama alla stampa i contenuti dell’accordo che punta a rafforzare le relazioni tra Italia e Francia attraverso consultazioni strutturate tra i governi e i ministeri dei due Paesi. Il cosiddetto “Trattato del Quirinale” dovrà essere poi ratificato dai Parlamenti nazionali in quanto accordo internazionale.
“Il Trattato del Quirinale nasce dalla consapevolezza della profondità dei nostri legam  – ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa a Villa Madama con il presidente francese Emmanuel Macron. “Rafforziamo la cooperazione tra i nostri due Stati, creiamo strumenti istituzionali per renderla più strutturale, valorizziamo al meglio le attività dei nostri cittadini e delle nostre imprese”, ha aggiunto. “Interveniamo nei settori cruciali per i nostri Paesi: dalla sicurezza alla giustizia, dalla ricerca all’industria”, ha spiegato Draghi. “Avviamo una serie di iniziative concrete, tra le quali voglio citarne solo alcune. Istituiamo un servizio civile italo-francese e creiamo un’unità operativa condivisa a sostegno delle forze dell’ordine. Per promuovere le relazioni tra regioni di confine, prevediamo un Comitato di cooperazione transfrontaliera”, ha proseguito.
Il senso più profondo del Trattato del Quirinale, – ha evidenziato il presidente del Consiglio Draghi – “è che la nostra sovranità, intesa come la nostra capacità di indirizzare il futuro, può rafforzarsi solo attraverso una gestione condivisa delle sfide comuni”. “Oltre a consolidare le nostre relazioni bilaterali, l’accordo vuole infatti favorire e accelerare il processo di integrazione europea”, ha aggiunto. “Penso al rilancio degli investimenti, soprattutto in ambiti strategici e innovativi come i semiconduttori; alla transizione digitale ed energetica; alla costruzione di una vera difesa europea”, ha chiarito Draghi. “Dobbiamo dotare l’Unione europea di strumenti che siano compatibili con le nostre ambizioni e con le aspettative dei nostri cittadini”, ha sottolineato il capo del governo, secondo cui con il trattato si segna “l’inizio di questo percorso”. “Italia e Francia condividono molto più di confini, “la nostra storia, la nostra arte, le nostre economie e le nostre società si intrecciano da tempo immemore”, ha affermato il presidente del Consiglio, sottolineando che, “Le istituzioni che abbiamo l’onore di rappresentare si poggiano sugli stessi valori repubblicani, sul rispetto dei diritti umani e civili, sull’europeismo”, ha aggiunto. “Tra i nostri padri politici ci sono Jean Monnet e Robert Schuman, Altiero Spinelli e Alcide De Gasperi”, ha proseguito Draghi, ricordando che da “Stendhal a Umberto Eco, da Mastroianni a Belmondo a Claudia Cardinale, siamo pieni di ricordi e riferimenti comuni”.
Il Trattato del Quirinale apre un “nuovo capitolo” che permetterà di costruire su basi solide un “casa franco-italiana” ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, durante la conferenza stampa congiunta tenuta con premier Mario Draghi dopo la firma del Trattato.
“Questo nuovo capitolo permetterà di creare un riflesso franco-italiano”, ha detto Macron. “Metteremo le nostre affinità al servizio del progetto europeo in modo ancora più risoluto e costruiremo un quadro più sicuro e più resistente”, ha aggiunto il capo dello Stato. Non bisogna cercare di sostituire le amicizie che consolidiamo da una parte all’altra del Reno con quelle che costruiamo da una parte all’altra delle Alpi, ha dichiarato Macron, sottolineando che “La cancelliera tedesca Angela Merkel non ha dominato l’Europa negli ultimi dieci anni”, ha continuato il capo dello Stato francese. Merkel, ha detto Macron, lo scorso anno “ha avuto l’intelligenza e il pragmatismo” di aderire a “delle posizioni che inizialmente non erano le sue e di costruire degli accordi. Questa è l’Europa”.
Il desiderio di istituire questo trattato si basa in primo luogo sulla constatazione della grande vicinanza tra Italia e Francia, basato in particolare: sull’ampiezza e la profondità dell’amicizia che li unisce, radicata nella storia e rafforzata da scambi molto ricchi e dalla cooperazione in molti settori. Dal politico, sociale e culturale a quello industriale e commerciale, dei trasporti, della difesa, ambientale, della ricerca, del digitale, dell’energia e della cooperazione transfrontaliera. La Francia è, per esempio, la seconda destinazione più importante per gli studenti italiani in mobilità all’estero e il secondo paese di origine per gli studenti in mobilità in Italia. E’ forte un costante impegno comune per l’unità europea e una volontà condivisa di rilanciare e approfondire il progetto europeo, come per il multilateralismo e per un ordine e degli scambi internazionali basato su delle regole, così come per la difesa dei principi fondamentali su scala mondiale di pace, sicurezza, libertà, uguaglianza, rispetto dei diritti umani, democrazia e stato di diritto. Altrettanto condivisa è l’azione per lo sviluppo sostenibile, per la difesa del clima e della biodiversità, così come la protezione del Mediterraneo e dell’Arco Alpino e l’obiettivo di rafforzare la cooperazione bilaterale sulle questioni europee e le politiche settoriali.

Il documento programmatico