L’Ue sta entrando nel primo periodo della sua storia recente in cui la crescita non sara’ sostenuta dall’aumento della popolazione, ma per decarbonizzare e digitalizzare l’economia servira’ un aumento di investimenti del 5 per cento del Pil, come negli anni ’60-’70. E’ quanto si legge nella prefazione di Mario Draghi al suo rapporto sul futuro della competitivita’ europea, presentato oggi a Bruxelles. “Entro il 2040, si prevede che la forza lavoro si ridurra’ di quasi 2 milioni di unita’ all’anno. Dovremo puntare maggiormente sulla produttivita’ per guidare la crescita”, si legge nel testo dell’ex premier e ex presidente della Bce. “Se l’Ue dovesse mantenere il suo tasso medio di crescita della produttivita’ dal 2015”, sarebbe sufficiente solamente “a mantenere il Pil costante fino al 2050, in un momento in cui l’Ue si trova ad affrontare una serie di nuovi investimenti che dovranno essere finanziati attraverso una crescita piu’ elevata”, secondo Draghi.
Draghi, servono investimenti come negli anni ’60-’70, Europa di fronte a sfida esistenziale (2) Bruxelles, 09 set – (Nova) – Per digitalizzare e decarbonizzare l’economia e aumentare la nostra capacita’ di difesa, “la quota di investimenti in Europa dovra’ aumentare di circa 5 punti percentuali del Pil fino a raggiungere i livelli degli anni ’60 e ’70. Si tratta di una situazione senza precedenti. Si tratta di una cifra senza precedenti: per fare un confronto, gli investimenti aggiuntivi forniti dal Piano Marshall tra il 1948-51 ammontavano a circa l’1-2 per cento del Pil all’anno”, si legge nel documento. “Se l’Europa non riesce a diventare piu’ produttiva, saremo costretti a scegliere. Non saremo in grado di diventare contemporaneamente leader nelle nuove tecnologie, faro della responsabilita’ climatica e attore indipendente sulla scena mondiale. Non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Dovremo ridimensionare alcune, se non tutte, le nostre ambizioni. E’ una sfida esistenziale”, ha osservato Draghi.