Durante la festa nazionale del lavoro

Nel giorno della festa nazionale del lavoro ( il “Labor Day“ che tutti gli anni si celebra il primo lunedì di settembre ) Hillary Clinton e Donald Trump hanno fatto il punto sulle rispettive campagne elettorali. Il primo duello in tv si avvicina: il 26 di questo mese a New York. Il secondo è in programma il 9 ottobre a St. Louis. Il terzo e ultimo il 19 ottobre a Las Vegas. C’è chi è convinto che questi appuntamenti potrebbero, almeno in parte, saltare perché Trump non ha alcuna voglia di affrontare tre faccia a faccia in diretta tv con la Clinton. Il miliardario continua a bistrattare la rivale nei suoi comizi, ma sa benissimo che è molto più preparata di lui soprattutto in politica estera.

L’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, grande amico e sostenitore del candidato repubblicano, ha però assicurato: “Donald non vede l’ora”. Ormai mancano circa 2 mesi al giorno delle elezioni (8 novembre). I sondaggi continuano a dare la candidata democratica in vantaggio sul rivale, ma la sua popolarità è in calo persino tra i latinos ( gli elettori di origine messicana, centro e sud americana) una delle tradizionali fonti di voti del partito democratico. A sua volta, però, Trump è sempre meno amato e la sua linea politica sempre più densa di contraddizioni clamorose: nemmeno i commentatori più esperti riescono a fare analisi esaudienti sulla sua strategia elettorale. Vediamo l’ultima – per ora – circostanza che ha lasciato interdetti quanti seguono il tour elettorale di Trump. Hillary ora piace meno ai latinos? Bene, Trump incontra il presidente messicano Nieto. E’ noto che una delle proposte più clamorose del miliardario sia quella di alzare un muro al confine tra Stati Uniti e Messico. E’ altrettanto noto che Trump ha più volte definito i messicani “criminali, ladri, stupratori”. Proteste a non finire di migliaia di cittadini e di politici di ogni partito sia nei confronti di Nieto, sia nei confronti di Trump. Alla fine, Trump, subito smentito dal presidente messicano, ha dichiarato “il muro si farà e il governo messicano contribuirà alle spese“.

Insomma per il candidato repubblicano che non ha voluto abbassare i toni, un’occasione persa e chissà quanti possibili voti di latinos andati in fumo. Molti leader repubblicani sono rimasti allibiti; altri sono ormai rassegnati. Ma le cose, come detto prima, non stanno andando molto bene neppure alla candidata democratica. E’ tornato di attualità il “mail-gate“: l’ FBI ha deciso di rendere pubbliche le migliaia di missive on line usate dalla Clinton quando era segretario di Stato. A molte – troppe- domande dei giudici della Corte Suprema la Clinton ha risposto “non so, non ricordo, mi sono fidata dei miei collaboratori“. Di certo non ha dato un’ immagine di decisionismo e assunzione di responsabilità. Obama le ha rinnovato la sua stima  ma tanti democratici, dimostrando una forte dose di pragmatismo, arrivano a questa conclusione: vincerà, ma solo perché tra due mali lei è il minore.