È il giorno della Federal Reserve

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Borsa italiana in leggero calo dopo il balzo di ieri. Il Ftse Mib segna -0,64%, il Ftse Italia All-Share -0,54%, il Ftse Italia Mid Cap +0,08%, il Ftse Italia Star +0,30%.
Mercati azionari europei incerti dopo il rally di ieri: DAX +0,1%, CAC 40 -0,1%, FTSE 100 +0,3%, IBEX 35 -0,5%.
Future sugli indici americani in rialzo dello 0,3 per cento circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +1,06%, Nasdaq Composite +0,87%, Dow Jones Industrial +0,90%. Deciso rimbalzo a Tokyo con il Nikkei 225 che chiude a +2,61%.
Complessivamente positive le borse cinesi: a Shanghai l’indice CSI 300 termina a -0,24%, a Hong Kong l’Hang Seng a +2,01%. Euro in lieve recupero contro dollaro rispetto ai livelli della serata di ieri (poco sopra 1,09).
EUR/USD al momento oscilla in area 1,0935. Grande attesa tra gli operatori per la riunione della Fed di stasera: la banca centrale americana quasi certamente alzerà i tassi per la prima volta dal 2006. Avvio in leggero rialzo per l’obbligazionario eurozona dopo due sedute in profondo rosso.
Il rendimento del BTP decennale rispetto alla chiusura precedente è in calo di 1 bp all’1,68%, quello del Bund cede 2 bp allo 0,64%. Lo spread sale di 1 bp a 104.

Borse asiatiche
Seduta complessivamente positiva per i mercati dell’Asia, in scia al buon progresso segnato martedì da Wall Street (i tre principali indici Usa hanno segnato guadagni intorno all’1%).
Anche se tutti gli sguardi sono rivolti all’imminente – ormai è questione di ore – ritorno a un rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve per la prima volta dal 2006, a sostenere i listini è soprattutto il recupero del petrolio, trasferitosi sui principali titoli del settore: se Exxon Mobil e Chevron hanno guadagnato martedì il 4,47% e il 3,84% rispettivamente, le big oil asiatiche fanno ancora meglio (a Hong Kong Sinopec ha toccato un progresso superiore al 10%).
A spingere i corsi dei gruppi petroliferi cinesi è stato però anche l’annuncio che Pechino potrebbe intervenire sui prezzi dei carburanti trasferendo, almeno in parte, l’impatto del petrolio debole sui consumatori. Anche i prezzi di oro e rame sono in ripresa (il metallo rosso scambia comunque intorno ai minimi dell’ultima settimana sui timori che l’intervento della Fed, rafforzando il dollaro, possa creare ulteriori problemi). Il sentimento positivo dei mercati è in ogni caso confermato dal balzo del 2% registrato dall’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.
Dopo cinque seduta consecutive in deciso declino, Tokyo riprende fiato. Il Nikkei 225 ha infatti chiuso con un guadagno del 2,61% con il colosso delle telecomunicazioni come migliore performer (6,51% il suo progresso). Yahoo! Japan guadagna invece meno dell’indice (l’1,80%) dopo avere presentato un’offerta d’acquisto per Ikyu Corporation, valutando il sito web specializzato in viaggi circa 100 miliardi di yen (750 milioni di euro).
Ikyu ha segnato un progresso del 20,74% a 2.911 yen contro i 3.433 offerti da Yahoo! Japan. Sul fronte macro, continua la ripresa del manifattu riero in Giappone, con la lettura preliminare dell’indice Pmi stilato da Markit/Nikkei che cala moderatamente in dicembre a 52,5 punti dai 52,6 della lettura finale di novembre, ma resta ai livelli più alti dal marzo del 2014.
Bene anche Seoul: il Kospi guadagna l’1,88% al termine degli scambi.
La Bank of Korea ha però fatto rivisto al ribasso la stima di crescita dell’economia del Paese per il prossimo anno, ma si è detta convinta che la ripresa sia in arrivo dopo gli interventi di stimolo e grazie al recupero dell’export, crollato del 7,4% su base annua nel periodo gennaio-novembre (la stima è di un progresso comunque limitato all’1,1% nel 2016). La previsione è per una crescita del Pil del 3,1% nel 2016 contro il 3,5% stimato in giugno. Quest’anno la crescita dell’economia è attesa al 2,7% (contro il 3,1% stimato in precedenza).
La Bank of Korea ha anche ridotto al 2% la stima d’inflazione nel periodo 2016-2018, contro la forchetta di 2,5-3,5% del triennio 2013-2015.
Il recupero delle materie prime porta il rally a Sydney e l’S&P/ASX 200 rimbalza del 2,42% in chiusura di una seduta che rimane invece più contrastata per le piazze cinesi. Hong Kong, già in positivo martedì, segna un significativo guadagno (avvicinandosi alla chiusura sono in progresso di circa il 2% sia l’Hang Seng che l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento per la Corporate China sulla piazza dell’ex colonia britannica), mentre è più volatile la performance di Shanghai: viaggia intorno alla parità lo Shanghai Composite mentre è in flessione di circa lo 0,30% lo Shanghai Shenzhen Csi 300.
In positivo di circa lo 0,60% invece lo Shenzhen Composite.

Borsa Usa
Continua il recupero dei mercati azionari americani in vista dell’attesissima decisione della Fed sui tassi. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,90%, l’S&P 500 l’1,06% e il Nasdaq Composite lo 0,87%. Prosegue il rimbalzo anche il petrolio, tornato sopra i 37 dollari al barile. Nel mese di novembre l’indice grezzo dei prezzi al consumo è rimasto invariato rispetto a ottobre. Su base annuale l’indice ha registrato un incremento dello 0,5%.
L’indice Core (esclusi energetici ed alimentari) ha mostrato una variazione positiva pari allo 0,2% rispetto al mese precedente. Su base annuale l’indice è salito del 2%. L’indice Empire State Manufactoring (che misura l’andamento dell’attività manifatturiera di New York) si attesta nel mese di dicembre a -4,59 punti da -10 ,74 punti di novembre risultando meno peggio del previsto (le attese degli analisti erano fissate su un indice pari a -6 punti). Un valore al di sotto dello zero indica che l’economia del settore manifatturiero dello stato di New York si sta contraendo.
L’Indice del Mercato Immobiliare NAHB si è attestato nel mese di dicembre a 61 punti. Il dato risulta inferiore alle attese degli analisti ed alla rilevazione precedente, fissate su un indice rispettivamente di 63 e 62 punti. Sul fronte societario brilla il settore energetico (Exxon Mobil +4,47%, Chevron +3,84%).
Tra i singoli titoli 3M -6,06%. Il gruppo industriale ha rivisto al ribasso le stime di utile per azione per l’esercizio 2015 a 7,55 dollari contro il range 7,60-7,65 dollari della precedente guidance. Per il 2016 la società stima un Eps compreso tra 8,10 e 8,45 dollari.
Boeing +2,48%. Il gruppo aerospaziale ha approvato l’aumento della cedola trimestrale del 2 0% a 1,09 dollari per azione e annunciato un nuovo piano di buyback del valore complessivo di 14 miliardi di dollari. Qualcomm +2,54%. Il produttore di chip ha respinto la proposta di scorporo presentata dal fondo Jana Partners.
General Electric +0,2%. Il conglomerato ha ceduto a Sumitomo Mitsui Financial Group le attività di leasing in Giappone per 4,8 miliardi di dollari. Valeant Pharmaceuticals +16,19%. Il gruppo farmaceutico ha annunciato un accordo con la catena di farmacie Walgreens Boots Alliance (-0,55%). Advance Auto Parts +6%. Secondo il sito StreetInsider, il distributore di ricambi per auto avrebbe ricevuto una proposta di acquisto da 200 dollari per azione.

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta poco mosse in vista della decisione della Fed in tema di tassi (l’annuncio sarà dato questa sera alle 20 ora italiana).
Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,1%, il Cac40 di Parigi lo 0,15% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,18%. Sulla parità il Ftse100 di Londra. In Francia, Markit Economics ha reso noto che il dato preliminare dell’Indice PMI Manifatturiero, nel mese di dicembre, è salito a 51,6 punti dai 50,6 punti rilevati in novembre, indicando un’espansione della crescita dell’attività manifatturiera, su livelli massimo da 21 mesi.
L’Indice PMI Composito è tuttavia sceso a 50,3 punti dai 51 punti precedenti, sui minimi da quattro mesi.
In Germania Markit Economics ha comunicato che il dato preliminare relativo all’Indice PMI dei servizi di dicembre si è attestato a 55,4 punti poco sotto la lettura precedente pari a 55,6 punti. La lettura odierna indica una solida espansione dell’attività del settore terziario che si affianca a una crescita del settore manifatturiero PMI, cresciuto a 53 punti in dicembre dai 52,9 punti di novembre. L’indice PMI Composito scende a 54,9 punti dai 55,2 punti precedenti, su minimi da due mesi. Tra poco saranno pubblicati i Pmi della zona euro.

Italia
Piazza Affari ha centrato il rimbalzo interrompendo la fase correttiva che durava da alcune sedute. L’indice Ftse Mib si è così riportato di slancio sopra la soglia dei 21.000 punti. Gli acquisti hanno premiato tutti i settori, in particolare il comparto bancario.
I mercati sembrano pronti per le decisioni della Federal Reserve.
I listini azionari hanno sfruttato anche il rimbalzo delle quotazioni del petrolio, che da diverse sedute era affossato dalle vendite.
L’indice tedesco Zew di dicembre si è attestato a 16,1 punti contro i 10,4 punti del mese di novembre. Il dato è superiore alle attese del mercato che pronosticava 15 punti.
In questo quadro a Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso con un balzo del 3,73% a 21.272 punti. Rimbalzo deciso dei titoli del comparto bancario, premiati da una valanga di acquisti: Banco Popolare ha guadagnato il 6,36% a 12,36 euro, Montepaschi il 6,32% a 1,227 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 6,40% a 6,895 euro, Popolare di Milano il 5,81% a 0,891 euro, Intesa SanPaolo il 4,32% a 3,09 euro, Unicredit il 4,94% a 5,155 euro.
FCA (+4,30% a 12,36 euro) ha festeggiato la crescita a doppia cifra delle vendite di auto in Europa. Il Lingotto, per l’undicesimo mese consecutivo, ha messo a segno numeri migliori del mercato con quasi 68.500 immatricolazioni in novembre, il 18,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La quota è così cresciuta di 0,3 punti percentuali, attestandosi al 6,1 per cento. Nei primi undici mesi del 2015 le immatricolazioni di FCA sono state oltre 807 mila, il 13,4 per cento in più nel confronto con l’anno scorso. Complessivamente le immatricolazioni di novembre nel Vecchio Continente sono aumentate del 13,7% a 1.124.964 autovetture.
Il rimbalzo del petrolio, con il Wti che si è riportato in area 37 dollari al barile, ha favorito la risalita dei titoli quotati a Piazza Affari maggiormente sensibili alle oscillazioni del greggio come Eni (+4% a 13,77 euro) e Saipem (+3,54% a 7,585 euro). Sotti i riflettori Telecom Italia (+5,60% a 1,149 euro) nel giorno dell’assemblea che ha bocciato la conversione delle azioni risparmio.


I dati macro attesi oggi
Mercoledì 16 dicembre 2015

Tutto il Giorno Festa Sud Africa – Giorno della Riconciliazione
09:30 EUR Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero (Dic)
10:30 GBP Indice dei salari medi inclusi bonus (Ott)
10:30 GBP Variazione nelle richieste di sussidi disoccupazione (Nov)
11:00 EUR IPC (Annuale) (Nov)
14:30 USD Permessi di costruzione rilasciati (Nov)
20:00 USD Proiezioni Economiche del FOMC
20:00 USD Decisioni del FOMC
20:00 USD Annuncio del tasso d’interesse dei fondi FED
20:30 USD Discorso della Presidente della FED Yellen
22:45 NZD PIL (Trimestrale) (3° trim.)