E Il turismo va: cogliamo l’attimo, il peggio (per ora) è alle spalle

Se si resta concentrati anche per poco sui fatti di casa Italia che si stanno verificando nel ponte extra large di inizio giugno, chi ha un po’ di anni sulle spalle sarà sicuramente portato a fare qualche raffronto. Tutti al mare, ai monti o in campagna e lunedì sarà un altro giorno, si vedrà. Più che comprensibile e legittimo il desiderio di ritornare a vecchie abitudini, non fosse altro che per tentare di riprendere fiato. Chi ha avuto occasione di seguire qualche servizio sull’argomento in TV, sicuramente avrà osservato che, se non fosse stato per il colore e il tono del conduttore meno enfatico di quello dei colleghi d’antan, ai più sarebbe sembrato di trovarsi di fronte alla proiezione di una pellicola dell’ Istituto Luce degli anni della ricostruzione prima e del miracolo economico poi del Paese. Sempre coloro che hanno un vissuto consistente, sicuramente non si saranno trattenuti dal commentare che allora il Bel Paese stava andando, avendo almeno in parte i presupposti per farlo, verso un periodo di Dolce Vita, ora è già tanto se riuscirà a rimanere in vita sic et simplicter, in maniera almeno dignitosa. A questo punto dell’osservazione viene fuori spontanea una considerazione. Santa e benedetta la ripresa del settore turistico, particolarmente utile a concorrere alla formazione del PIL del Bel Paese, è ormai ufficiale che tutti i prezzi e le tariffe riferibili allo stesso abbiano subito aumenti, non ritocchi, con percentuali a doppia cifra. In campagna si dice che dove c’è gusto non c’è pendenza e il corollario che segue è che soddisfare un bisogno superfluo, il cosiddetto sfizio, vale più di cento ducati. Sembra di sentire, proveniente dalla bocciofila, la precisazione: “avendoli..!”. È qua che esce fuori il paradosso: non ci sarebbero soldi sufficienti per soddisfare i bisogni primari e intanto per la prossima estate quasi tutte le località di villeggiatura riscontrano prenotazioni da tutto esaurito almeno fino all’autunno. Non bisogna comunque trascurare la componente estera della vicenda, precisamente che, anche se, in numero e con modalità diverse, tanti italiani andranno in vacanza in giro per il mondo e tanti altri turisti verranno sul patrio suolo provenienti da ogni dove. Per evitare di incorrere in amenità da cercatori di asparagi, indubbiamente quanto descritto va letto con atteggiamento positivo: sembra proprio l’inizio di un nuovo ciclo produttivo e i suoi fattori dovrebbero a breve rientrare negli argini della normalità. Non sarà da attribuire tale risultato prospettico nè alla mano invisibile laicamente ipotizzata da Adam Smith, nè alla cristiana constatazione che la processione che segue il santo patrono comincia a comporsi avviandosi. Molto probabilmente alla base di tutto c’è un fenomeno atteso da tempo: lo smobilizzo, almeno in parte, del risparmio messo in stand bay dalle famiglie in maniera sterile. E sarebbe ora, anche perchè si vive una volta sola e vale la pena farlo bene. Altra considerazione che non va assolutamente sottovalutata, essendo stata un tempo ritenuta marginale nell’organizzazione di una vacanza tipo da parte di una famiglia media, è la permanenza per il periodo delle ferie in agriturismi o in strutture similari. La differenza che amplifica la portata del fenomeno è l’affermazione del concetto “compra cosa vedi e che hai mangiato” cioè una delle espressioni dell’acquisto a km.0. Per quanto ancora limitata, la filiera corta che si crea in tal modo, porta vantaggi tanto agli agrituristi, quanto agli stessi agricoltori convertiti all’ospitalità. Ai primi, perché sull’onda salutista ormai divenuta di casa a tutte le latitudini, mangiar sano, soprattutto avendone seguita la preparazione, se non ha prezzo, poco manca.Per i secondi, anche se il tutto si concreta in vendite al consumo finale, quindi di dimesioni più contenute rispetto all’ attività tradizionale, le stesse hanno valori aggiunti gratificanti che spingono gli artefici a far sempre meglio. Una canzone francese di circa mezzo secolo fa diceva che l’estate è come un bel gioco è stupenda ma dura poco. Sarà bene quindi cogliere l’attimo, tanto, peggio di quanto sta accadendo ,c’è ben poco che possa ancora verificarsi. Del resto chi trascorrerà le vacanze in campagna, avrà certamente modo di sentir dire dai padroni di casa che, quando si presenta un’occasione buona, non bisogna lasciarsela sfuggire. Quella cattiva è pronta a farsi avanti, appena voltato l’angolo.