Prendere un documento archivistico come le richieste di passaporto degli emigranti italiani di fine Ottocento e dei primi decenni del Novecento e trasformarlo in un fatto culturale e turistico. Come? Con un’operazione di recupero della memoria e delle origini che prevede anche l’utilizzazione di una App con cui ricostruire l’identikit delle persone che lasciarono, dal porto di Napoli, la Campania e altre regioni del Sud e, successivamente, l’installazione di una targa sulle case dalle quali partirono, innescando la geolocalizzazione dei luoghi di partenza di altri emigranti della zona e di aree vicine. Tutto ciò nell’ottica della memoria e per favorire il ‘turismo delle radici’. Sono questi i contenuti principali del progetto ‘E-Migranti’, in via di realizzazione, ideato dal direttore dell’Archivio di Stato di Napoli-Ministero della Cultura, Candida Carrino, e sostenuto dalla Regione Campania. Un ulteriore segmento dell’iniziativa è la mostra immersiva ‘Maresistere’, dell’artista napoletana Roxy in The Box, che ha ricostruito, nella sede dell’Archivio, una camera da letto di inizio Novecento: fra le ante di un armadio viene proiettato un video di un monologo recitato dagli attori Gianfranco Gallo e Fabiana Fazio che intreccia i versi di canzoni napoletane classiche richiamanti la nostalgia dei migranti; c’è poi un video di immagini di onde marine nel cassetto di un comò e la riproduzione in loop delle pagine di un libretto di ‘avvertenze’ prima della partenza; infine, gigantografie alle pareti ripropongono, fra gli altri, documenti delle rimesse economiche (conservati nell’Archivio Storico della Fondazione Banco di Napoli), certificati delle Questure, fotografie. “Dallo studio di richieste di passaporti – spiega all’ANSA Candida Carrino che il 24 maggio, alle 15.30, introdurrà il convegno di presentazione del progetto al quale parteciperà il governatore Vincenzo De Luca – è stato possibile realizzare un database con informazioni identificative dei migranti in partenza: nominativi, Comuni e date di esodo, destinazioni”. Carrino ricorda che il porto di Napoli fu hub di partenza di milioni di persone provenienti da tutto il Sud: “Vogliamo diventare un modello per iniziative analoghe in tutta Italia. In accordo con la direttrice dell’Archivio di Stato di Salerno, Fortunata Manzi, e con l’Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento attueremo una seconda fase dell’iniziativa”. Sarà realizzata una mappatura fisica delle case dei migranti, all’esterno delle quali verranno installate targhe con l’indicazione del nome e cognome del migrante, dell’anno di partenza e del luogo di destinazione. Infine un Qr code fornirà altre informazioni sulla famiglia emigrata. Studiare meglio il fenomeno migratorio e dare sostegno al turismo di ritorno specie delle località delle aree interne campane sviluppando progetti integrati con le agenzie che si occupano di questo tipo di turismo, in crescita, e i Comuni: è questo, spiega Carrino, “uno degli obiettivi del progetto che ha coinvolto la società Softec spa nella realizzazione dell’App”. L’installazione di Roxy in The Box rientra in questo disegno. “E’ il frutto di una mia ricerca, iniziata nel 2017, consultando libri e documenti – dice l’artista – che sfociò nel 2019 in una prima esposizione. Oggi vuole dare il là ad una riflessione sul ruolo dell’emigrazione nella nostra storia. E’ una storia collettiva di un’Italia fuori dall’Italia che va ricordata e studiata”. All’ingresso della mostra viene riprodotto il contenuto di un libretto, distribuito agli aspiranti migranti, in cui lo Stato italiano dava istruzioni per semplificare il viaggio e l’insediamento in terra straniera, persino consigliando loro di mangiare sano o di non affidarsi al primo venuto nella ricerca del lavoro.