Eav, De Gregorio scrive a dipendenti e sindacati: Per far funzionare le cose serve collaborazione

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“Trasformare la realtà è più complicato che analizzarla. Credo che dovremmo imparare ad avere un rapporto dialettico propositivo e costruttivo tra “analisi” ed “azione”. Meno improvvisazione nell’analisi, più rispetto per chi prova a passare dalle parole ai fatti, più rispetto ed ascolto per chi dall’esterno analizza e critica da parte di chi è protagonista dell’azione politica ed amministrativa”. Sono queste le prime battute della lunga lettera che Umberto De Gregorio, presidente ∫, ha lanciato dalla pagine di Repubblica ai dipendenti dell’azienda e alle sigle sindacali. 

Difficile la situazione in cui versa l’Eav tra incidenti, scioperi, servizi a singhiozzo e treni obsoleti. I dipendenti e l’Orsa, soprattutto dopo la strage in Puglia, hanno scelto di fermarsi per qualche ora e rilanciato il tema sicurezza in Campania e a Napoli. Tante le denunce per le aggressioni ai macchinisti e agli stessi viaggiatori da parte di bande e baby gang. Numerosi i rischi di guidare bus e treni vecchi e malfunzionanti. “Un anno fa – ricorda De Gregorio – il presidente della Regione Campania mi ha chiamato a svolgere il ruolo di amministratore della più grande società partecipata pubblica della regione, Eav Srl. Un incarico complicato, evitare il fallimento di una società con una enorme massa debitoria, e rilanciare un servizio in condizioni disastrose. Non è mia intenzione qui evidenziare le problematiche di Eav. Le responsabilità dello stato di salute di Eav non sono attribuibili soltanto agli amministratori di Eav, passati, presenti e futuri, ma sono molto più ampie. Sono della politica innanzitutto, sulle scelte di fondo fatte o non fatte, su un sistema di collisione tra proprietà e gestione che spesso determina scelte irrazionali ed effetti distorsivi, impedisce soluzioni drastiche. Sono della burocrazia regionale, cui spetta l’attività di controllo e coordinamento dell’ente partecipato: una burocrazia che troppo spesso premia il non decidere, che evita di rispondere a precise richieste quando è necessario e si intromette in scelte dove invece non avrebbe titolo”. Poi un passaggio critico “sui sindacati che tutelano troppo gli interessi particolari di categorie di lavoratori e troppo poco gli interessi generali dell’azienda” e sugli utenti “che considerano i treni ed i pullman come oggetti estranei e non come beni comuni da difendere dai teppisti, che considerano le casse dell’azienda come casse sfondate e non come un portafoglio il cui contenuto è di tutti”. Infine, per De Gregorio, la responsabilità può essere attribuita anche ai mass media “interessati più alla notizia che colpisce l’immaginazione, specie se è un’accusa o una condanna provvisoria, che non all’analisi approfondita delle vicende sociali” e “degli organi di controllo, che tendono a scoraggiare ogni decisione da parte degli organi amministrativi con una cultura del sospetto dove chi decide in un certo modo deve avere un interesse particolare per farlo”. “Non chiedo attenuanti – dice – ma chiedo a tutti di fare la loro parte nella soluzione del problema. Di evitare le facili sentenze, di aiutarci con analisi approfondite a ricercare soluzioni, che sono sempre complesse e dolorose. Lo dico ai miei collaboratori in Eav, lo dico a me stesso tutti i giorni: olio di gomito, fantasia nelle soluzioni, nessun avvilimento rispetto alle sconfitte. Maggiore collaborazione da parte di tutti, comprensione, ognuno si senta parte di un processo complicato di trasformazione di una realtà a tratti avvilente, ma che è pur sempre la nostra realtà, della quale facciamo in qualche modo parte”.