Eccellenze Campane come Pennabilli. L’interpretazione fa miracoli

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Pennabilli è nota per lo più agli amanti della natura per le sue oasi di verde nelle quali passeggiare tra profumi e colori, per qualche buon piatto della cucina marchigiana dal quale sarebbe impossibile e ingiusto prescindere, nonostante la recente scelta dei suoi cittadini di passare alla regionalità dell’Emilia Romagna, e…per Tonino Guerra. Il suo ottimismo, profumo della vita, lo portò alla nazional popolarità forse più di tutte le sue sceneggiature, delle poesie e narrazioni, apprezzatissime da un circolo più o meno esteso d’intellettuali e dal vasto pubblico dei conoscitori di Fellini. Pennabilli, dove Tonino Guerra si stabilì alla fine degli anni ‘80, fu luogo di molte sue installazioni ed è diventata un polo d’attrazione turistica proprio per L’Orto dei frutti dimenticati, Il Rifugio delle Madonne abbandonate, La Strada delle meridiane, Il Santuario dei pensieri, L’Angelo coi baffi. Più di ogni sua opera di pittura, poesia o narrativa, Pennabilli può dirsi il capolavoro di Tonino Guerra perché in quel posto tutte le cose, tutti i luoghi dell’anima, stavano insieme e insieme si facevano assaporare, permettevano di modellare i ritmi della propria vita con quella degli abitanti. Era il luogo dell’anima. Quando a Napoli, qualche anno fa fu inaugurato Eccellenze Campane qualcuno inneggiò all’ ”Eataly campano”, qualcuno volle rivendicarne l’assoluta indipendenza dai format esistenti, il suo patron auspicò che il faro del turismo enogastronomico fissasse la propria luce su questo concentrato di tipicità, di cultura e tradizione coniugato ai concetti di sostenibilità, accessibilità, economicità. Oggi che i rossi e grigi delle sue facciate hanno cominciato a perdere un po’ della loro brillantezza, oggi che il numero dei visitatori ha sfiorato il milione, oggi che Eccellenze Campane affianca il proprio nome a Eataly e al Gambero Rosso di Città della Scienza sono possibili tante nuove ipotesi di gestione affinché un accattivante promessa diventi una consolidata realtà unica e inimitabile. L’enogastronomia campana è un valore culturale speso e spendibile sempre meglio nel mondo. E’ la Campania stessa a essere il proprio testimonial di cultura a tutto tondo. Perché allora limitare al lussuosissimo ghetto dell’enogastronomia, nicchia unica e irripetibile, ma pur sempre nicchia, una cultura che affonda radici nel tempo e nello spazio e che raccoglie il debito culturale di tutta la civiltà occidentale? In soldoni: perché Eccellenze Campane deve restare limitato all’ambito enogastronomico? Immaginate cibi e prodotti regionali che, invece di essere sistemati alla bell’e meglio in volgari scansie da supermarket, costituiscano una golosa e pregevole cornice a opere d’arte provenienti dai medesimi territori. Le opere di artisti campani di valore ma non troppo noti come Emblema, Parisi, Golia e tanti altri, e poi tutte le opere del barocco, del manierismo fino agli inconfondibili Clemente & Company potrebbero generare emozioni fisiche esplosive, se combinati con il senso del gusto estremo che diventa golosità. Un locus nuovo ma antico, capace di attraversare tutti i sensi stordendo il visitatore con tutte le sfumature del gusto: visivo, olfattivo, intellettuale. 2000 mq di sapori che con un blitz culturale da simpatico aggregato di ortaggi, vini, cucina e prodotti delle terre campane potrebbero diventare una bandiera strutturata della nostra secolare cultura. Non solo olio d’oliva profumato e organoletticamente perfetto, pomodori e mozzarelle dal gusto sublime, ma cultura a tutto tondo. Per un pubblico indigeno o importato. Non solo l’insieme di sapori, opinioni, credenze, costumi e comportamenti, ma l’essenza di una storia, di un vissuto. In una parola “interpretazione”. Eh già, anche a Eccellenze Campane serve un po’ d’interpretazione. Sicuramente non si tratta di canti balli e scene in costume, non s’invocano luci odori e colori. Non folklore ma arte, signori miei, arte. Abilmente supportata dal cibo e dalle sue caratteristiche, garantirà a tutta la Campania il piccolo grande salto di qualità turistica e culturale di cui abbiamo bisogno per rinascere. Eccellenze Campane è un seme che affonda le piccole radici nel territorio più fertile del mondo. Basta solo un po’ d’irrigazione e la vegetazione crescerà più rigogliosa che mai. Per questo un esposizione intelligente di opere di artisti locali (e dico arte non surrogati) potrebbe promuovere un luogo altrimenti destinato all’effimero e temporaneo successo della moda della gastronomia gourmet. Come Pennabilli anche Eccellenze Campane potrebbe diventare un modello di creatività e rivalutazione, un museo unico nel suo genere, e perché no, il luogo dell’anima di una regione. Un impresa privata per un pubblico servizio.