Ecoballe, i dati della Commissione d’inchiesta: L’emergenza campana è costata 33 milioni di euro

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Finora la vicenda ecoballe è costata 33 milioni di euro, a fronte di 104.650 tonnellate rimosse su un totale di 5,3 milioni di tonnellate. È quanto si evince dalla relazione della commissione d’inchiesta sui rifiuti sulla Regione Campania, approvata ieri e di cui Public Policy ha preso visione. La relazione sottolinea come la vicenda ecoballe rappresenti “l ‘emblema della situazione emergenziale campana; una emergenza – rileva la commissione – che continuerà a rinnovarsi sino a quando 5.300.000 tonnellate di rifiuti stoccate in balle e depositate nei siti non saranno definitivamente rimosse”. Per quanto riguarda la loro rimozione, le conclusioni della commissione guidata dalla deputata Pd Chiara Braga evidenziano come, “nonostante gli sforzi della regione Campania, allo stato, la situazione rimanga critica”: la quantità effettivamente rimossa al momento – secondo i dati della commissione – risulta pari a 104.650 tonnellate. Una quantità “decisamente minimale rispetto all enorme stock di ecoballe ancora giacente nei rispettivi siti. Tuttavia – aggiunge la commissione – stando almeno alle rassicurazioni fornite e alle iniziative intraprese, ci si aspetta, nel breve termine, la rimozione dei rifiuti già aggiudicata per circa 856.937 tonnellate”.
Con riferimento ai costi finora sostenuti, la commissione spiega come per la locazione/occupazione dei terreni per stoccare le ecoballe siano stati spesi quasi 24 milioni di euro. “Il dato – si legge però nella relazione – è sottostimato perché le società provinciali non hanno fornito indicazioni in relazione a quei siti in cui le ecoballe erano già state rimosse ed i in relazione alle quali non è stato fornito il costo eventualmente sostenuto e in relazione ad alcuni siti comunque non sono state in grado di fornire tutti i dati necessari”.
A questa spesa deve aggiungersi quella relativa allo smaltimento del percolato proveniente dai siti di stoccaggio che, nel triennio di osservazione del lavoro di inchiesta 2014/2017 della commissione, è arrivata a 9 milioni di euro. Per la commissione, inoltre, un dato da approfondire è quello delle discariche costruite nella fase dell emergenza, attraverso l attività dell Uta (Unità tecnica amministrativa) destinata a completare le attività avviate dalle pregresse gestioni commissariali per l’emergenza rifiuti nella regione Campania, e prorogata fino al 31 dicembre 2018. “Ancora una volta il dato della attuale esistenza dell Uta è motivo di riflessione in ordine alla emergenza infinita e alla anomala sopravvivenza attraverso reiterate proroghe di organismi che avrebbero dovuto cessare di esistere ormai da molto tempo – si legge – Il dato fornito da Uta in relazione ai proprietari dei suoli sui quali sono sorte le discariche del periodo emergenziale può essere sicuramente fonte di ulteriori approfondimenti investigativi. “Dunque, nonostante gli apprezzabili sforzi, risultati positivi sul tema del ciclo straordinario appaiono al momento lontani – rileva la commissione – il problema del mancato smaltimento non solo costituisce in sé una seria criticità, ma porta con sé costi costanti e serie voci di spesa per le società provinciali e quindi per la collettività intera”.