Edenlandia all’attacco delle istituzioni: Nostro settore abbandonato

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In foto Gianluca Vorzillo

Che ne è dei parchi di divertimento? Mentre ci si prepara alla ripartenza con la Fase 2 e si spera che i contagi continuino a diminuire e i guariti ad aumentare, la categoria dei parchi divertimenti, tecnicamente denominata “spettacoli viaggianti” fa sentire la sua voce. E’ Gianluca Vorzillo, amministratore di Edenlandia, storico parco giochi di Napoli, a richiamare l’attenzione su questo punto. “Sono l’amministratore del parco più antico di Europa, Edenlandia di Napoli, il primo che aprì nel 1965, prima ancora di Disneyland Paris – spiega Vorzillo – Faccio un appello a chi ci governa: non posso pensare che gli esperti che da giorni lavorano al piano per la ripartenza del Paese si siano dimenticati del nostro settore”. Edenlandia, da poco riaperto, si estende su di una superficie di circa 40mila metri quadri, offre giostre storiche e moderne ed impiega tra risorse dirette ed indotto oltre 100 persone e le loro famiglie. “Sento il peso della responsabilità nei loro confronti – dice – dello staff di consulenti e dei tanti bambini che per questa emergenza sanitaria sono stati costretti a restare a casa”. “Nel nostro piccolo vorremmo poter riaprire – sottolinea – considerando che un parco divertimenti all’aperto è il posto migliore per poter garantire il distanziamento sociale, permettendo allo stesso tempo un sano svago”. “Come Edenlandia – spiega – abbiamo studiato un piano di azione tale da poter coniugare la sicurezza sanitaria con il divertimento, modificando l’organizzazione dei flussi di ingresso il controllo degli avventori attraverso l’ausilio di termoscanner, la distribuzione di guanti e mascherine, processi di sanificazione giornalieri ed il distanziamento sulle giostre”. La prossima settima, fa sapere Vorzillo, è già in programma un “appuntamento con la Regione Campania, siamo contenti che il presidente De Luca non si sia dimenticato di noi”. L’auspicio è di poter riaprire, con le dovute precauzioni rispettando tutte le misure di protezione, ma, “nella peggiore delle ipotesi invece, ci preme spingere affinche’ i nostri lavoratori riescano a ottenere subito la cassa integrazione, come piu’ volte promesso dal Governo centrale”.