Edilizia, continua la crisi in Campania: 40mila addetti e oltre 3mila aziende in fumo dal 2010

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“Gli effetti della crisi del settore edile sono ancora pesanti e mietono vittime tra i lavoratori e le imprese. Mancano concrete ed efficaci politiche per rilanciare il settore, i tanti annunci stentano a tradursi in cantieri aperti e lavoro qualificato. Occorre una vera inversione di tendenza”. E’ quanto sottolineato, in una nota congiunta, dalle federazioni regionali della Campania di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil che hanno dichiarato lo stato di mobilitazione per sostenere il rilancio quantitativo e qualitativo del settore delle costruzioni organizzando un presidio sotto la sede della Regione Campania, il prossimo venerdì 1 dicembre. “I dati rilevati dalle Casse Edili della Campania, dopo una tiepidissima ripresa nell’autunno 2016, ci consegnano un settore ancora falcidiato dalla riduzione degli addetti, della produzione per investimenti pubblici e privati, una diffusa irregolarità del lavoro, scarsa sicurezza sui cantieri, illegalità, subappalti al massimo ribasso, dumping, lavoro nero ed evasione fiscale e contributiva”, spiegano Andrea Lanzetta, Giovanni D’Ambrosio e Giovanni Sannino.
Dal 2010, secondo i dati della Cassa edile della Campania, il settore ha perso circa 40mila addetti, oltre 3mila aziende, registrato una drastica contrazione di salario disponibile di oltre 240 milioni di euro, con una caduta verticale di ore lavorate pari a circa 30 milioni. A questo si aggiunge un quadro di estrema difficoltà sui lavori messi a gara: nel 2016 si è registrata una flessione dei bandi al 34% in valore assoluto e del 32% in valore economico rispetto all’anno precedente. Nel primo semestre 2017, seppur si registra un lieve incremento, con 672 gare per un valore complessivo di 588 milioni di euro, il settore stenta a riprendere la sua naturale dinamica anticiclica.