Effetto covid sull’export della Campania: -6,6% nel primo semestre. RIcerca di Intesa Sanpaolo

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Gli effetti dell’emergenza coronavirus e del lockdown pesano sulle esportazioni della Campania. Se il primo trimestre dell’anno si è chiuso con una crescita dell’export pari al 5,2%, nel secondo trimestre la regione ha segnato un -17,6%, chiudendo il semestre con una contrazione delle esportazioni del 6,6%, “risultato comunque migliore rispetto all’andamento dell’export italiano, che ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con una variazione tendenziale negativa del 15%”. È quanto rileva la Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo che ha analizzato il contesto produttivo del territorio, in occasione del roadshow “Imprese Vincenti 2020”. A sostenere gli scambi con l’estero della regione sono l’agroalimentare (+14,5%) e la farmaceutica (+24,8%), che hanno in parte limitato gli effetti negativi dei cali di aerospazio (-22%), automotive (-8%), meccanica (-22%) e metallurgia (-24%). Passando alla Basilicata, al calo del primo trimestre (-17,2%) si aggiunge il pesante regresso del secondo trimestre (-56%) che porta ad un risultato semestrale negativo del 37%. Le esportazioni della regione sono molto legate all’automotive (62% delle vendite all’estero), che ha dimezzato i flussi nel primo semestre (-51%) soprattutto verso gli Stati Uniti (-46%). Terza regione presa in esame, è la Calabria: in calo già nel primo trimestre (-9%), le esportazioni hanno subito un ulteriore arretramento nel secondo (-14,5%) per chiudere i primi sei mesi con una riduzione dell’11,6% legata in particolare al calo nella chimica (-15,7%) e nella metallurgia (-36%), compensate solo in parte dalla crescita nell’agroalimentare (+3%) e nella cantieristica (+13%).