La Campania potrebbe essere la cartina di tornasole per Forza Italia alle politiche. Uno dei banchi di prova della tenuta del partito e dell’intera coalizione di centrodestra. Una sorta di Ohio per Silvio Berlusconi, che, per effetto del Rosatellum bis, rischia di giocarsi gran parte della posta in palio proprio all’ombra del Vesuvio, così come nel resto del Sud, considerato da vari osservatori l’ago della bilancia del voto. Il Cav è atteso a Napoli il 23 febbraio per un comizio a chiusura della campagna elettorale. C’è già l’orario (alle 17.30) e la location, il teatro Augusteo in piazzetta Duca d’Aosta, capienza 1.500 persone. L’ex premier, però, riferiscono fonti azzurre, non avrebbe ancora confermato la sua presenza e si starebbe valutando anche l’ipotesi di un incontro pubblico più ristretto (anche l’appuntamento di Milano del 25, al teatro Manzoni, non sarebbe stato ufficializzato). Qualcuno dice che avrebbero consigliato al leader forzista di continuare a fare la sua campagna soprattutto in video, attraverso interviste mirate ai tg e nei vari talk show politici, limitando al massimo le manifestazioni di piazza. Intanto, i vertici campani di Fi si sono mobilitati per accogliere il loro leader e preparare al meglio la volata finale. C’è chi scommette che una manifestazione di piazza di Berlusconi varrebbe 1-3 punti percentuali per il partito. In queste ore i dirigenti azzurri starebbero organizzando i pullman da ogni comune dell’hinterland per garantire il pienone all’appuntamento del fine settimana con il presidente di Fi. Dopo l’incontro di Beppe Grillo coi marittimi a Torre del Greco e il tour di Matteo Renzi tra Napoli e Giugliano, Berlusconi sarebbe il terzo leader in visita elettorale. Qui la sfida è soprattutto con in cinque stelle, che non a caso dal Cav sono considerati il vero avversario da battere. “La partita per la governabilità del Paese si gioca al Sud e la Campania, ancora una volta, sarà determinante per il risultato finale”, spiega all’Adnkronos Mara Carfagna, che invita tutti a rimboccarsi le maniche perché il vento e’ cambiato e la battaglia va combattuta collegio per collegio all’ultimo voto: “Siamo molto ottimisti perché il clima è cambiato: improvvisazione e piccole furbizie non pagano e i campani sceglieranno ancora una volta chi ha una storia di efficienza e di serieta’, chi ha credibilità per cambiare il Paese”.
Sbagliato , però -avverte l’ex ministro e attuale deputato e consigliere comunale a Napoli- dare il risultato per scontato: ecco perché stiamo cercando di raggiungere più persone possibile, di convincerle a non sprecare il loro voto sostenendo partiti che non hanno alcuna possibilità di successo e scaricherebbero su tutti i cittadini la loro incapacita’ di governare”. Domenico De Siano, coordinatore regionale in Campania, spiega: “Berlusconi ci ha sempre tenuto alla nostra Regione e ancora una volta non farà mancare la sua presenza, prevista per venerdì pomeriggio. In queste ultime settimane che ci separano dal 4 marzo, dobbiamo lavorare per convincere quel 50% di italiani delusi e tentati dall’astensionismo che per tradizione hanno sempre votato i partiti di centrodestra. Solo cosi’ possiamo essere decisivi per la vittoria finale del centrodestra”. Paolo Russo, coordinatore della città metropolitana, non ha dubbi: “Ottenere il consenso degli elettori in Campania significa scongiurare il pericolo di consegnare la rappresentanza del Sud ad un movimento populista senza alcuna strategia politica come M5S. facile protestare, più difficile proporre soluzioni ai problemi. Berlusconi ha dichiarato che il primo Cdm si terra’ a Napoli e questo la dice lunga sull’attenzione che Fi ed il centrodestra dedicheranno a questi straordinari territori”.