Elezioni, gli impresentabili oggi più al Nord che al Sud

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Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 20 settembre all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

Di volta in volta cambia la geografia della “non idoneità” formata da coloro che, in base alla legge Severino (condanna in primo grado o rinvio a giudizio per fatti penalmente gravi), dovrebbero essere privati del diritto-dovere di partecipare alla vita democratica del Paese, cominciando dal figurare come aspiranti alla elezione, cioè al “voto passivo”. Sette anni fa, giugno 2015, nell’elenco “ufficiale” figuravano, per le regionali, 16 candidati; adesso in quello “ufficioso” gli iscritti, per le politiche, sono oltre 100 su un “esercito” di 5 mila candidati. Allora la Campania era in testa per numero di inquisiti, oggi vi figura la Lombardia. Per antica tradizione, “candidato” aveva il significato di “vestito della toga candida”. Da un bel po’ di tempo, purtroppo come i fatti dimostrano, questo “candore” è diventato sempre meno “candido”.

TUTTI CONTRO. Presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi (poteva anche “essere più bella che intelligente” come la dileggiava Vittorio Sgarbi), il coraggio lo ebbe. Segnalava i personaggi che “sporcavano” la vita politica. In Campania l’attenzione si appuntò su Sandra Lonardo Mastella, moglie di Clemente già ministro della Giustizia, che non mancò di sporgere denunce e querele. Tuttavia lei (Presidente per 5 anni del Consiglio regionale campano), non fu rieletta e non se ne dava ragione perché ”sono stata votata da più di 10 mila persone”. Andò invece bene a Vincenzo De Luca che pure s’era scagliato contro la Bindi con furia: ”Ha fatto una cosa infame, tanto da ucciderla”. Parole che suscitarono la reazione indignata del Presidente del Senato Pietro Grasso: ”Non pensavo che, in politica, avrei sentito parole che ero abituato a sentire da procuratore Antimafia. De Luca smetta di imitare Crozza, non pensi di costruire così consenso e simpatia”. De Luca divenne Presidente della Regione ed eletti altri 2 “impresentabili”: Luciano Passariello e Alberico Gambino. Clamorosa beffa: il Codice di auto regolamentazione l’avevano sottoscritto “volontariamente” tutti i partiti.

NUOVA TEMPESTA. A poche ore dal 25 settembre, il “cielo elettorale” è attraversato-avvelenato da inquietanti “ombre russe”. Ben 300 milioni di dollari sono stati, in 8 anni, trasferiti dalla Federazione egemonizzata da Putin (come sostengono gli 007 americani in alcuni dossier “secretati”), in oltre 20 Paesi per acquisire consensi e sostegni internazionali. Italia compresa? L’interrogativo è calato sulle nostre 20 Regioni come una lama tagliente. Immediate le rassicuranti precisazioni di non coinvolgimento: dall’ex ambasciatore Usa presso la Nato Kurt Volker, al Copasir italiano presieduto da Adolfo Urso. ”Dobbiamo essere fiduciosi nella nostra democrazia che è forte e non si lasciare fuorviare da pupazzi prezzolati”, stigmatizza subito il premier Mario Draghi. L’allusione ai “pupazzi prezzolati” è apparsa a tutti evidente: a chi vuole togliere le sanzioni a Putin e parla di nascosto con i russi; a chi si dice orgoglioso dei successi in Ucraina ma non vuole inviare armi allo Stato aggredito (in questi giorni anche Papa Francesco ha ribadito che chi viene aggredito ha il dovere di difendersi con le armi).Tra i due possibili destinatari, il più risentito è Matteo Salvini che replica stizzito: ”Invece di parlare di pupazzi, Draghi trovi il tempo di reperire altri soldi per pagare le bollette degli italiani”. Da inchieste giornalistiche risulta che, in Lombardia, sono 27 i candidati “impresentabili” per l’imminente turno elettorale.

MATA HARI ALL’OMBRA DEL VESUVIO. Ancora aperti 2 dossier d’inchiesta sul “giallo” tra Mosca e Italia che passa per Napoli: quello della “presenza operativa”, presso la base Nato e sesta Flotta, di Maria Adela Rivera (vero nome Olga Kolobova). Forte del suo potere attrattivo (giovane, seducente, sei lingue), dalla sede della Riviera di Chiaia estese una “rete” di contatti (ricevimenti mirati, incontri con le autorità più importanti, convegni tra cultura e mondanità) per acquisire informazioni militari strategicamente decisive. Figlia di un ex ufficiale dell’Armata Rossa, la “spia che venne dal freddo” da 4 anni ha smesso di far parlare di sé mentre per la Magistratura napoletana le indagini sono tuttora aperte.