Roma, 15 giu. (AdnKronos) – E’ on line il nuovo numero della newsletter del Gme che si apre con un intervento di Claudia Checchi, Andrea Coletta e Roberta d’Alessandro del Ref-E riguardante la lunga strada dell’Europa verso una maggiore sicurezza energetica. Le crisi degli anni 2006 e 2009 hanno infatti spinto la Commissione Europea a varare una serie di regole “atte a prevenire e mitigare i rischi di carenza di gas causata da perturbazioni derivanti da forniture o da picchi anomali di domanda”, sottolineano gli analisti del Ref-E.
Da qui il Regolamento Europeo n. 994/2010, primo pacchetto di misure indirizzato alla prevenzione e alla mitigazione di possibili crisi che, ricordano Checchi, Coletti e d’Alessandro, “introdotto l’obbligo per ciascuno Stato Membro di stesura di tre documenti: la valutazione di risk-assessment, obbligatoria a livello nazionale ma non pubblica, sulla base della quale devono essere definiti il piano d’azione preventivo e il piano di emergenza. I suddetti piani definiscono le misure preventive o da attuare per gestire una situazione di crisi secondo tre livelli di allerta (pre-allarme, allarme ed emergenza)”.
La crisi russa-ucraina del 2014, che ha condotto nell’ottobre dello stesso anno a eseguire simulazioni e stress-test, ha mostrato però, osservano gli analisti, l’inefficacia delle azioni richieste dalla Commissione Ue, evidenziando come, in presenza di una carenza di gas, si possano ancora generare forti disparità nei livelli di sicurezza tra i diversi Paesi Membri, notevolmente attenuabili in uno scenario di cooperazione. Per questo sono in via di formalizzazione da parte di Bruxelles, nuove regole che puntano su “una definizione del principio di solidarietà tra gli Stati Membri”, in un “rafforzamento del piano d’azione preventivo e del piano d’emergenza” e della “procedura di risk assessment anche su scala regionale”.
Infine nell’attuazione “dell’obbligo di bidirezionalità ai punti di interconnessione tra i Paesi Membri”. Tuttavia l’applicazione della nuova proposta di aggiornamento “è ora demandata alle aree di cooperazione” sottolineano gli esperti del Ref-E. “Resterà da capire -evidenziano- come verranno recepiti dai singoli Stati Membri, cosa andrà delineandosi con i nuovi piani nazionali e regionali, e se vi saranno ulteriori margini per una cooperazione sempre crescente a livello comunitario, in modo che la condivisione di crisi energetiche si ripercuota in maniera quanto più uniforme tra i Paesi Membri, anche dal punto di vista remunerativo e compensativo”.
“Inoltre -concludono Checchi, Coletti e d’Alessandro- sarà da verificare come gli enti di sorveglianza si interfacceranno effettivamente con gli Stati membri e con che poteri: l’assenza di un coordinamento efficiente e tempestivo tra aree di cooperazione e l’assenza di controllo ed armonizzazione sui meccanismi di compensazione potrebbe comportare una mancanza di uniformità tra le aree e di conseguenza una cooperazione non ancora pienamente efficiente”.
All’interno del nuovo numero della newsletter del Gme sono pubblicati, inoltre, i consueti commenti tecnici, relativi i mercati e le borse elettriche ed ambientali nazionali ed europee, la sezione dedicata all’analisi degli andamenti del mercato del gas italiano e la sezione di analisi sugli andamenti in Europa, che approfondisce le tendenze sui principali mercati europei delle commodities. La nuova pubblicazione Gme riporta, inoltre, come ormai è consuetudine, i dati di sintesi del mercato elettrico per il mese di maggio 2017.