Energia, il nuovo nucleare in Italia avrebbe un impatto positivo sul Pil di 50,3 miliardi

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Il nucleare di ultima generazione può abilitare al 2050 un mercato potenziale fino a 46 miliardi di euro, con un valore aggiunto attivabile pari a 14,8 miliardi di euro. È quanto emerge da uno studio realizzato da Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Group e illustrato nell’ambito della cinquantesima edizione del Forum ‘Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive’ di Teha a Cernobbio. Considerando anche i benefici indiretti e indotti derivanti dallo sviluppo del nuovo nucleare in Italia, investire nel nuovo nucleare può abilitare dal 2030-35 al 2050 un potenziale impatto economico complessivo per il sistema-Paese di 50,3 miliardi di euro (pari a circa il 2,5% del Pil italiano del 2023) e generare 117.000 nuovi posti di lavoro. Lo sviluppo tecnologico del nuovo nucleare si inserisce in un contesto energetico in cui l’energia nucleare continua ad avere un ruolo cruciale e vive oggi una fase di espansione a livello mondiale, con 61 progetti di nuovi reattori in fase di costruzione. La produzione nucleare ha storicamente fornito una quota significativa dell’energia elettrica mondiale (in media 12,5% del totale negli ultimi 50 anni) e, sebbene l’Europa abbia ridotto la propria incidenza sul totale globale, l’energia nucleare resta oggi la prima fonte di generazione elettrica in Unione Europea (22% del totale).

Il nuovo nucleare conta attualmente, a livello globale, oltre 80 progetti in via di sviluppo. In un contesto che vede un crescente fabbisogno di energia elettrica decarbonizzata, il nucleare di ultima generazione, secondo quanto emerge dallo studio di Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Group, si propone come “soluzione chiave – in ottica complementare con le rinnovabili – per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, per il rafforzamento della sicurezza energetica del Paese e per la competitività del sistema-Paese”. Nello sviluppo del nuovo nucleare, l’Italia può contare su competenze lungo quasi tutta la supply chain e su un sistema della ricerca all’avanguardia. Lo studio realizzato da Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Group ha identificato 70 aziende italiane specializzate nel settore dell’energia nucleare che confermano una forte resilienza di questo comparto a tre decenni dall’abbandono della produzione elettrica da nucleare in Italia. Il valore strettamente legato all’ambito nucleare generato dalle aziende di questa filiera si attesta nel 2022 a 457 milioni di euro, con circa 2.800 occupati sostenuti, e l’Italia si posiziona quindicesima a livello globale e settimana in Ue-27 per export di reattori nucleari e componenti tra il 2018 e il 2022. In questo contesto, il nuovo nucleare rappresenta, secondo l’analisi, una “significativa opportunità per sviluppare ulteriormente le catene del valore già presenti sul territorio nazionale, contribuendo così alla competitività dell’economia nazionale”. Teha ha stimato il potenziale di sviluppo economico dell’Italia sulla base degli scenari di sviluppo europei e della previsione di coprire circa il 10% della domanda di elettricità italiana al 2050 con nuovo nucleare (fino a 6,8 GW in 20 impianti.