“Era l’angelo di Campo de’ Fiori”, il dolore dell’amico

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Roma, 26 lug. (AdnKronos) – di Luca Monaco

“Sono sconvolto. Mario non era solo un mio caro amico, ma per tutti noi era ‘l’Angelo custode’ di Campo de’ Fiori. Adesso ce l’hanno strappato”. Non trattiene le lacrime Fabrizio Roscioli, 55enne titolare del forno di famiglia che gestisce dal 1970 in piazza Campo de’ Fiori, mentre ricorda con l’Adnkronos la decennale amicizia con , il vice brigadiere dei carabinieri ucciso stanotte a Roma.

Roscioli aveva incontrato l’ultima volta il sottufficiale dell’Arma, in forze alla stazione dei carabinieri di piazza Farnese “dieci giorni fa – racconta – verso l’ora di pranzo s’era affacciato al forno, come faceva sempre. ‘Tutto bene, Fabrì?’, m’ha ripetuto. Poi come al solito si è preso un pezzo di pizza rossa con la mozzarella, la sua preferita, ed è tornato al lavoro in strada”. Piccoli dettagli di vita quotidiana. “La cosa che mi preme testimoniare oggi – aggiunge Roscioli – è che Mario era prima di tutto una persona meravigliosa: un uomo buono, onesto, garbato, educato, sempre attento al prossimo”.

I due si erano conosciuti in virtù delle rispettive professioni, poi frequentati fino a diventare amici. “La sera spesso andavamo a cena insieme, m’aveva anche invitato al suo matrimonio ma non ci sono potuto andare per un imprevisto”. E poi, “per dire – prosegue Roscioli – quando alcuni mesi fa ha saputo che avevo fatto da poco il trasloco mi ha rimproverato di non averglielo detto per tempo, perché voleva aiutarmi”.

Del resto, aggiunge Roscioli, “Mario era un grande lavoratore, uno che nei giorni di riposo tornava in Campania dal padre e si metteva a lavorare la terra col trattore. E poi come professionista era eccezionale”. Perché? “Girava sempre in borghese – osserva Roscioli – era silenzioso, attento alle dinamiche del territorio. Lui ci difendeva dallo spacciatore, dal borseggiatore, da tutta quella microcriminalità che inficia negativamente la vita del cittadino. Anche tramite il suo lavoro dimostrava un altruismo raro”.

Da buon napoletano, rileva il titolare dello storico forno Roscioli, “Mario andava matto per la pizza con la mozzarella. Ogni sera quello che avanza sul bancone lo porto alla stazione di piazza Farnese – dice l’esercente – Mario,se aveva ancora da lavorare e non poteva mangiarla, appena vedeva la busta con la pizza rossa con la mozzarella la ‘sequestrava’ e la nascondeva in un cassetto. Nessuno poteva mangiarla senza di lui – conclude – Per me era prima di tutto un amico. Ma Mario mancherà a tutti, esercenti e residenti. Lui era il nostro Angelo custode, l’Angelo di Campo de’ Fiori”.