Ercolano, workshop dei siti Unesco fino al 2 ottobre

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Il legame tra la città antica e quella moderna, sulla quale sono in corso lavori per riqualificarne l’area e il contesto sociale: è uno dei casi di studio della terza edizione del ‘workshop sul ruolo dei centri visitatori nei siti designati dall’Unesco – Lavorare con le comunità in programma da oggi e fino al 2 ottobre al Parco archeologico di Ercolano (Napoli). Il focus dell’iniziativa Unesco vedrà a confronto professionisti del mondo dell’archeologia e del turismo provenienti da tutta Europa. Nella quattro giorni saranno approfonditi il ruolo e il contributo dei “centri visitatori” rispetto alle tematiche relative alla conservazione e all’uso continuativo dei luoghi dei paesaggi culturali e delle aree protette. Lo scopo è rinnovare l’esperienza dei visitatori di tutti i tipi e favorire diversificazione nelle forme di avvicinamento e di accesso al patrimonio, di applicare approcci che portino a opportunità socio economiche eque a livello locale, in linea con principi di sviluppo sostenibile. Legame tra antico e moderno. Ai partecipanti, il Parco archeologico di Ercolano illustrerà i lavori che consentiranno di dare nuovo volto a una delle zone più degradate della città, via Mare. Secondo il progetto le misure previste lungo via Mare, con l’abbattimento del muro di confine, e l’apertura di uno spazio pubblico verde, gestito in parte dal Parco archeologico e in parte dal Comune nel cuore del centro storico, affacciato sul sito archeologico e in corrispondenza del Teatro antico sotterraneo, cambieranno potenzialmente tutte le dinamiche dei flussi turistici e promuoveranno nel tempo nuove iniziative culturali e sociali, dando al quartiere una posizione di rilievo nel centro storico. Fondamentale anche il contributo delle associazioni, che hanno affiancato il progetto fin dalla sua redazione e con la loro presenza hanno favorito il miglioramento del dialogo con la comunità locale. L’iniziativa ‘Via Mare’ che oggi trova attuazione, nasce nell’ambito dell’Herculaneum Conservation Project a partire dal 2006, su spinta di David W. Packard per favorire il miglioramento dell’interfaccia sia materiale sia immateriale dei confini tra sito e città moderna. ”Non una ricucitura tra città antica e moderna, ma una riqualificazione e miglioramento delle condizioni in una zona oggi degradata al cui degrado gli Scavi, senza volerlo, hanno contribuito. Perché c’era la zona a margine che era stata lasciata in rovina da Maiurì’ spiega il direttore del Parco archeologico, Francesco Sirano. E aggiunge: ”E’ stato grazie alla Fondazione Packard che noi abbiamo ripulito fisicamente quell’area, fatta di rovine. Erano le case abbattute a metà dal Maiuri perché Maiuri aveva le sue ragioni: voleva continuare gli scavi e dunque si era fermato in un punto pensando di proseguire, buttando giù il resto delle case. Poi c’è stata la guerra, non se ne è fatto più nulla. Ma purtroppo le rovine di case moderne erano rimaste e ciò contribuiva, insieme a tanti motivi, al degrado della zona. Noi cerchiamo di invertire la rotta. E la cosa significativa è che questa inversione di rotta avviene non con lo Stato da solo, non col privato da solo, né con il Comune da solo. Ma insieme con Comune, privato e Stato. Questo è il valore aggiuntò’. Il workshop è organizzato dall’Unesco attraverso l’Ufficio regionale per la scienza e Cultura in Europa insieme al Parco archeologico di Ercolano, in collaborazione con il Parco archeologico di Pompei, Parco Nazionale del Vesuvio, il Packard Humanities Institute nel contesto dell’Herculaneum Conservation Project, il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano, la Fondazione Ente Ville Vesuviane, la Reggia di Portici e la Cooperativa Sociale Giancarlo Siani.