Ericsson, 166 esuberi in Italia Licenziamenti anche a Napoli

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Il colosso svedese delle telecomunicazioni si prepara a ridimensionare anche l’organico di Napoli. La società, infatti, annuncia in una nota l’imminente licenziamento di 166 dipendenti in Italia. La maggior parte dei tagli viene effettuata presso la sede di Roma, gli altri interessano i presidi di Assago (Milano) e Napoli. I sindacati non ci stanno ad accettare i licenziamenti e, in una nota congiunta a firma Cgil, Cisl e Uil, dicono che “all’azienda non manca il lavoro e, da quanto ci risulta, non c’è nemmeno un problema di costi per cui la procedura di riduzione del personale non trova alcun riscontro nei fatti”. Ericsson, però, dal canto suo parla di “processo di riassetto organizzativo e razionalizzazione dell’attività impossibili da eseguire senza una revisione degli organici”.


Alba. L’agenzia per il lavoro che fornisce dipendenti alle strutture dell’Asl di Salerno finisce nel mirino della Cisl. Colpa di ritardi nei pagamenti degli stipendi ai lavoratori somministrati. Due le mensilità che mancano all’appello. A Vallo della Lucania, addirittura, le ostetriche non percepiscono compensi dal mese di dicembre del 2014. Secondo quanto fa sapere il sindacato a causare i ritardi sarebbero le difficoltà economiche della Alba, che dovrebbe anticipare i soldi ai lavoratori salvo poi farsi pagare dal committente. Fonti della società, però, rivelano che l’intoppo nasce dal mancato invio delle fatture ai presidi sanitari locali, una mancanca da imputare al personale preposto dell’Asl di Salerno.


Caremar. La compagnia di navigazione non riesce a pagare gli stipendi e i dipendenti chiamano in causa la Regione. Organizzata una protesta presso la sede della Giunta con lo scopo di ottenere risposte sul futuro dell’azienda.


Cmg. Stipendio di aprile non corrisposto ai suoi 180 dipendenti dalla società dell’indotto Anm. La conseguente protesta degli addetti crea, avvenuta lo scorso 19 maggio, blocca il 40 per cento degli autobus in servizio nell’area urbana di Napoli e crea considerevoli disagi agli utenti.


Conateco. Il principale terminalista del porto di Napoli riceve un decreto ingiuntivo di 4,5 milioni di euro dall’Autorità Portuale per canoni demaniali non pagati. Ora la società di proprietà del gruppo cinese Cosco potrebbe licenziare oltre 300 dipendenti.


Ego Eco. La società che si occupa della raccolta dei rifiuti a Castellammare di Stabia (Napoli) non paga lo stipendio di aprile ai dipendenti e l’attività si blocca. La protesta degli addetti, però, nasce anche dal mancato pagamento delle ore di straordinario a dall’incompleto versamento dei contributi previdenziali. L’appalto alla Ego Eco è comunque revocato a causa della mancata presentazione, da parte della società, del documento unico di regolarità contributiva (Durc).


La Quiete. Si fa strada l’ipotesi del fallimento per la società di gestione della clinica di Capezzano (Salerno). Gli 80 dipendenti della struttura, di proprietà della famiglia Calabrese così come il centro polidiagnostico Cedisa, lamentano dieci mensilità arretrate per complessivi 2 milioni di euro. Il piano di rientro concordato con l’azienda non è stato rispettato, causa mancato pagamento delle spettanze con scadenza 15 maggio, per cui gli avvocati procedono prima di tutto con i pignoramenti e poi, eventualmente, con la richiesta di fallimento.


Terme di Stabia. Scende in campo il Governo per trovare una soluzione alla vertenza della municipalizzata campana. Giovedì 21 maggio, infatti, a Palazzo Chigi i vertici dell’amministrazione comunale stabiese, i dirigenti di Invitalia e i sindacati hanno incontrato il direttore generale del ministero dello sviluppo economico, Simonetta Moleti, ed è stato concodato un piano di interventi per rimettere in moto l’azienda. Nel frattempo i dipendenti restano senza sostentamento poiché senza un progetto di rilancio non può essere loro garantita la cassa integrazione.


Whirlpool. Proseguono senza sosta le trattative tra i sindacati e la multinazionale americana per scongiurare il licenziamento di 815 persone in seguito alla chiusura dello stabilimento di Carinaro (Caserta). L’azienda apre alla possibilità di una reindustrializzazione del sito casertano anche se i tempi e le modalità non sono chiari. Inoltre su Napoli verranno fatti degli investimenti per potenziare la produzione di lavatrici e, nell’eventualità, assorbire parte dei licenziati di Carinaro.