Espansione internazionale: nasce Jiac, camera di commercio italo-araba

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Incrementare e sviluppare le relazioni commerciali tra Italia e mondo arabo: la Joint Italian Arab Chamber (Jiac) si pone come ponte e punto di incontro tra i due Paesi. Le parole d’ordine sono “condivisione, informazione e formazione”, per aiutare soprattutto le piccole imprese a trovare nuove opportunità. La Jiac è un’associazione senza scopo di lucro costituita da numerosi rappresentanti dell’industria, del sistema bancario e delle Istituzioni Italiane, tra le quali Confindustria, Ice, Simest, Sace, con il sostegno da parte araba dei più importanti gruppi imprenditoriali e riconosciuta ufficialmente dalle principali Istituzioni, tra le quali la Lega Araba, l’Unione Generale delle Camere di Commercio Arabe, Ambasciatori e diplomatici di stanza a Roma. 
 
La Governance

Queste ultime hanno inoltre confermato che, a partire dal 1 marzo 2016, la Jiac sarà ufficialmente autorizzata a rilasciare le certificazioni e le legalizzazioni dei documenti necessari per la gestione delle attivita’ imprenditoriale nei Paesi Arabi dove sono richieste. Dopo la prima riunione del Cda della Jiac oggi la struttura è stata presentata ufficialmente. Il Board, presieduto da Cesare Trevisani, vice presidente e ceo del gruppo Trevi, già vice presidente di Confindustria, ha confermato le quattro nomine a vice presidente, di cui due di parte italiana e due di parte araba. Si tratta di Pietro Paolo Rampino (con delega alla tesoreria) e dell’industriale veneto Alessandro Vescovini per la parte italiana, mentre vice presidenti di parte araba sono stati confermati il Saudita Yousuf Al Maimani e l’Emiratino Ahmed Al Midfa. Nel board figurano tra gli altri, oltre al gruppo Trevi, Unicredit, Salini-Impregilo, Intesa Sp, Gavio, Techint, Auricchio, Lavazza, Vescovini, Banca Akros, gruppo Timex, Confindustria, Ice, Sace, Simest. Molte le aziende che oggi hanno partecipato all’evento, tra le piu’ importanti Saipem, Finmeccanica ed Enel. 

Un resident manager per ogni azienda
Grazie alla rete capillare dei contatti della Jiac – spiega Trevisani, “le imprese italiane potranno contare su un supporto quotidiano per la soluzione di quelle piccole-grandi difficoltà che a volte rendono impossibile operare in un mercato straniero. Se pensiamo che solo il 6% del totale delle nostre esportazioni di beni è diretto verso i mercati arabi, comprendiamo come il potenziale di sviluppo del business con questi Paesi possa essere maggiormente sfruttato, anche considerando le grandi opportunita’ commerciali e di investimento in numerosi settori di punta del made in Italy“. Per Paolo Rampino l’obiettivo è “incrementare i rapporti tra Italia e mondo arabo. Volevamo sanare quella piccola frattura che si è creata con il mondo diplomatico arabo e ci siamo riusciti. Vogliamo essere complementari al lavoro delle istituzioni. Quello che manca è il follow up: stiamo creando dei punti di riferimento veri. L’azienda italiana potrà avere il resident manager in loco a cui fare riferimento sfruttando un network di persone che sono importanti e rappresentative del Paese“.