”Come rilevato da Eurispes la sperequazione Nord-Sud è un danno per tutto il Paese, dal momento che il solo divario logistico costa 70 miliardi di euro l’anno in export mancato. La competitività dell’economia nazionale e qualsiasi prospettiva di ripartenza passano inevitabilmente attraverso il rilancio del Mezzogiorno che resta una potentissima leva di sviluppo e di domanda interna per tutta l’Italia: basti pensare che ogni centesimo speso con questa finalità ritorna alla parte più ricca del Paese per oltre il 40% e genera prospettive altrimenti impensabili. La coesione territoriale, insomma, è un vantaggio per tutti, perché fa crescere il Paese intero”. Così Vito Grassi, vicepresidente nazionale di Confindustria e presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali e per le politiche di coesione territoriale di viale dell’Astronomia, commenta, con Adnkronos/Labitalia, i dati del Rapporto Italia 2021 di Eurispes. Da dove si riparte per ripianare il gap Nord-Sud? Secondo Grassi, che è anche presidente di Confindustria Campania “dagli investimenti in infrastrutture, senza dubbio”. “Quelle di trasporto per livellare l’interconnessione di qualità tra tutti i territori, con il completamento dell’Av su tutte; quelle energetiche con lo sviluppo di interventi infrastrutturali sulle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica e del gas naturale; quelle digitali con effetti immediati su efficienza, produttività, accesso a mercati internazionali, miglioramento dei processi interni”, spiega.
”Nel capitolo infrastrutture – aggiunge Grassi – un ruolo di primo piano spetta all’economia del mare, per la quale il Pnrr rappresenta la grande occasione per compiere un primo importante passo verso una politica organica nazionale. Confindustria ha scommesso su un progetto strategico complessivo per valorizzare al meglio la ‘risorsa mare’ in tutte le sue articolazioni economiche e tradurla in una leva di sviluppo per l’intero Paese, avviando un lavoro che coinvolge le rappresentanze settoriali e territoriali di tutto il Mezzogiorno”.
Per Grassi, che è anche il leader degli industriali campani, “un ‘Southern Range’ logistico euromediterraneo competitivo, green, sostenibile e socialmente inclusivo, una messa in rete del Meridione, partendo dall’integrazione delle Zes e dei relativi porti che, in questa chiave, possono diventare potenziali nodi territoriali di sviluppo anche per le aree interne”. Secondo Grassi, “si tratta di ‘Costruire il Mediterraneo’, il modello di sviluppo proposto dalle Confindustrie meridionali per fare del Sud un sistema unitario di promozione dello sviluppo, in una prospettiva di integrazione con il sistema logistico-portuale del Centro-Nord, utilizzando come perno l’economia del mare. Un piano di nuovi investimenti e nuove tecnologie, per centrare gli obiettivi europei della transizione energetica, digitale e della resilienza e, al tempo stesso, una proposta per orientare verso un progetto di sviluppo la programmazione delle tre leve finanziarie date da Pnrr, Fondo sviluppo coesione e fondi strutturali europei 2021-27”. Per Grassi, è indubbio che “l’economia del mare è un cluster che ha potenzialità enormi per l’intero Paese. E in questa prospettiva il Mezzogiorno può e deve giocare in prima fila essendo un hub naturale, un’area proiettata nel Mediterraneo, capace di assumere, nuovamente, un ruolo di leadership economico-territoriale, trattenere le sue risorse umane ed economiche, attrarre quelle esterne, tutelare e valorizzare l’ambiente, generare conoscenza e innovazione”, conclude.