Evacuazioni in Ucraina in una guerra che non finisce

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In foto Antti Helanterä

Verso la terza settimana di Maggio,  raggiunto  l’accordo su una tregua a Mariupol, sono stati evacuati i primi 264 militari ucraini dall’acciaieria Azovstal. Stiamo salvando “i nostri ragazzi: l’Ucraina ha bisogno di eroi vivi”, ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aggiungendo che ora “la massima attività diplomatica continua in altre aree” del Paese. Nella notte intanto missili contro una base miliare non lontano dal confine con la Polonia: esplosioni udite a Leopoli. Anche la Svezia ha firmato questa mattina la domanda di adesione alla Nato. “Risponderemo all’espansione delle infrastrutture militari”, avverte Putin accusando gli Usa di “armi batteriologiche ai confini” russi. Intanto Mosca ha convocato al ministero degli Esteri l’ambasciatore della Finlandia Antti Helandera, a cui ha consegnato una protesta formale in relazione all’espulsione “immotivata” di tre diplomatici russi, avvenuta il mese scorso, e ha comunicato che come “misura di risposta” verranno espulsi due dipendenti dell’ambasciata di Helsinki nella Federazione. Cinquantatre soldati feriti evacuati nella notte dall’acciaieria Azovstal sono nella città di Novoazovsk, controllata dai russi, a una cinquantina di chilometri da Mariupol, e sono stati portati in ospedale. Altri 211 combattenti evacuati dall’impianto saranno portati a Olenivka, attraverso corridoi umanitari, e lìscambiati con prigionieri di guerra russi, ha reso noto il ministero della Difesa di Kiev. Nell’acciaieria restano ancora dei combattenti, non è chiaro in che numero. Una base militare ucraina a circa 15 chilometri dal confine con la Polonia è stata presa di mira nelle prime ore di oggi da un attacco missilistico russo. Lo rende noto Maksym Kozytsky, capo dell’amministrazione militare regionale di Leopoli. Una fonte della Cnn ha riferito di aver visto le difese aeree illuminarsi in direzione della struttura militare di Yavoriv, a una quarantina di chilometri di distanza dalla città da cui erano state sentite esplosioni. Yavoriv è stata preso di mira almeno tre volte dall’inizio della guerra. Nel primo attacco del 13 marzo sono state uccise più di 30 persone. Anche diversi siti di Leopoli sono stati colpiti da attacchi missilistici russi dall’inizio dell’invasione, tra cui un impianto di parti di aeromobili, un deposito di carburante e diverse sottostazioni elettriche. Gli 007 di Londra, nel loro bollettino quotidiano, osservano che “nella regione di Chernihiv, a Nord di Kiev, si stima che circa 3.500 edifici siano stati distrutti o danneggiati durante la fallita avanzata russa verso la capitale ucraina”. “L’80% del danno è stato inflitto a edifici residenziali” – spiega il report – “la scala di questi danni indica la prontezza della Russia a utilizzare l’artiglieria contro aree abitate, senza i minimi riguardo, distinzione e proporzionalita’”. E ancora: “Nelle prossime settimane, probabilmente la Russia continuerà ad affidarsi pesantemente a bombardamenti di artiglieria di massa nei suoi tentativi di riguadagnare impeto nella sua avanzata in Donbas”.