Fabio D’Aniello, l’avvocato che fa crescere le aziende del Sud con il Debt advisory

1041
in foto l'avvocato Fabio D’Aniello

“L’approccio delle imprese con la finanza deve cambiare. Il sistema bancario offre oggi una risposta all’imprenditore generalmente lenta e limitata mentre i fondi di Private Equity e la finanza non convenzionale sono pieni di liquidità e pronti a sostenere il sistema produttivo meridionale per strutturare operazioni di sviluppo e consolidamento – driver di incremento per la forza lavoro territoriale. Il nostro lavoro è aiutare le aziende medie a diventare grandi attraverso la scelta dei migliori players in grado, in settori specifici, di erogare finanziamenti ad hoc per favorirne la ristrutturazione, crescita e l’espansione”. Fabio D’Aniello, classe 73, avvocato patrocinante dinanzi alla Corte di Cassazione e alle Giurisdizioni Superiori da oltre 20 anni, founder partner e managing director dello studio legale e tributario internazionale Legam, già Rappresentante della Fondazione Italia–Cina e della Camera di Commercio Americana in Campania non ha dubbi: “La pandemia rappresenta una sorta di selezione naturale per le imprese italiane, le aziende che non riusciranno a crescere saranno automaticamente messe ai margini e travolte dalle holding o dalla crisi. Di qui l’impegno sviluppato da Legam attraverso la specifica divisione di debt advisory e capital market nel Mezzogiorno, già in collaborazione con i leaders mondiali della consulenza come EY e della finanza come Blackstone”.
“Da Firenze in giù – tiene a precisare D’Aniello – dobbiamo aiutare quest’area del Paese ad affrontare la ripresa in modo più stabile”. “Ci candidiamo ad essere un punto di riferimento diretto – aggiunge -. Ci poniamo come frontman tra le imprese ed il sistema di credito, consentendo alle varie realtà del Centro-Sud di approcciare al mercato attraverso di noi grazie alla collaborazione con leaders mondiali nel campo della Debito Buono a dirla con il premier Draghi ora più che mai pronti ad investire sul territorio”.
Cosa manca, allora, al sistema imprenditoriale meridionale per poter pensare in grande? “Rafforzamento patrimoniale ed efficienza organizzativa”, evidenzia l’avvocato D’Aniello.
“Studiamo le aziende partendo dal loro business ed offriamo servizi di consulenza su misura perché possano espandersi sul mercato attraverso un’opera di consolidamento patrimoniale e organizzativo. Spesso, su nostro suggerimento, procedono a revisionare in modo altamente specializzato i piani industriali e ad processare operazioni di acquisizione di aziende simili anche in mercati esteri. Riusciamo anche a garantire uno screening molto puntuale delle possibili prede e partnerships anche da individuare attraverso le molteplici opportunità che ci vengono quotidianamente sottoposte. Si tratta di realtà che cedono il passo per motivi generazionali o che sono state colpite dalla crisi dei relativi settori. E’ il lavoro che oggi la nostra divisione di debt fa per incrementare sia patrimonialmente che sul piano dell’efficienza organizzativa le attività delle società del Mezzogiorno in vista della ripresa”.
Ma quali sono i settori in cui questo genere di operazioni riescono meglio? “In contesti i cui player abbiano dimensioni medio-grandi. Non vale quindi per le startup e per le aziende digitali, che presentano caratteristiche diverse, sono troppo piccole dal punto di vista delle dimensioni, anche se possono aspirare a diventare aziende satellite di imprese più grandi. I settori in cui maggiormente ci muoviamo sono quelli della logistica e dei trasporti, della distribuzione, dell’agroalimentare e della c.d. Light Industry ovvero di tutto il settore dell’industria leggera consumer oriented. Ciò che conta è uscire da quel loop un po’ datato che vorrebbe l’imprenditore legato a meccanismi di finanza tradizionali, farraginosi e con tempi biblici, aprendo a percorsi radicalmente diversi, in cui il protagonismo delle aziende è un valore aggiunto per il mercato ma anche per il territorio”.
Come? “Attraverso le ricadute che si generano contestualmente alla crescita delle imprese. In ordine temporale uno degli ultimi Case Study. Un’ azienda operante nella Logistica e Trasporti che aveva un fatturato abbastanza costante di circa 150 milioni all’anno, attraverso i nostri servizi di assistenza e consulenza, è arrivata in 36 mesi a raddoppiare il proprio fatturato, che ora è di 300 milioni di euro. Questo vuol dire più posti di lavoro sul territorio, oltre che un livello amministrativo e di organizzazione meno improvvisato ed artigianale, più performante, con un accesso al credito moderno e con risultati di successo”.
Insomma, per l’avvocato D’Aniello occorre crescere per non morire. “Il rafforzamento patrimoniale è un percorso obbligato in un momento di pandemia. Le aziende devono avere a disposizione risorse per espandersi. E l’idea che stiamo cercando di mettere in campo è quella di candidarci a driver di questo processo di crescita delle imprese di Napoli, della Campania e di tutto il Sud, creando con le partnership esistenti un hub con sede nel capoluogo partenopeo, in grado di interpretare al meglio il nuovo approccio al sistema del credito, convenzionale e non convenzionale”, conclude D’Aniello.
“Le competenze ci sono tutte, lavoriamo perché Napoli possa divenire l’headquarter, dopo Milano e Roma, per il debt advisory, con uno sguardo proteso a tutto il Mezzogiorno ricco di aziende pronte a crescere di dimensioni e solidità nel post pandemia e affinchè si possano ampliare i già notevoli capitali investiti attraverso il nostro supporto in favore di imprese a controllo locale. Con l’occasione ci auguriamo inoltre che una persona di altissimo standing internazionale e finanziario come il campano Dario Scannapieco, possa prendere la guida della più grande istituzione finanziaria del paese la CDP (Cassa Depositi e Prestiti) fiduciosi di una maggiore attenzione alle esigenze delle sane imprese del territorio meridionale – fondamentali drivers di sviluppo in molteplici settori per gran parte del tessuto imprenditoriale del Nord Italia”.