Fallimenti e chiusure d’impresa, dati in chiaroscuro nel secondo trimestre 2016

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Sono in chiaroscuro i dati dell’Osservatorio Cerved su Fallimenti, Procedure concorsuali e Chiusure volontarie d’impresa per il secondo trimestre 2016. Secondo la fotografia scattata dal leader in Italia nell’analisi del rischio del credito, tra aprile e giugno di quest’anno si conferma il trend discendente dei fallimenti, sebbene a un ritmo più contenuto rispetto ai trimestri precedenti (3,8 mila, -2% rispetto allo stesso periodo del 2015).

Prosegue anche il calo delle procedure concorsuali non fallimentari, in forte diminuzione nel trimestre (425, -43,6% rispetto al 2015 e meno della metà del picco del 2013) grazie al crollo dei concordati preventivi, mentre tornano ad aumentare le chiusure volontarie di imprese in bonis (15 mila liquidazioni volontarie, +12% rispetto allo stesso periodo del 2015).

“I dati relativi alle chiusure aziendali nella prima metà dell’anno dipingono un quadro di luci e ombre” – commenta Marco Nespolo, Amministratore Delegato di Cerved – “Seppur in modo meno marcato, prosegue la riduzione del numero dei fallimenti registrati dai tribunali, confermando il trend avviato negli scorsi mesi e fornendo quindi un’indicazione positiva. Tuttavia, l’aumento nel trimestre delle chiusure volontarie, dopo due anni di calo, indica aspettative meno ottimistiche da parte degli imprenditori”. Le aspettative per i prossimi mesi non sono tuttavia negative; prosegue Nespolo: “Nonostante una ripresa più debole all’orizzonte, ci aspettiamo ulteriori cali dei fallimenti: temprato dalla crisi, il sistema di PMI italiane è oggi più ridotto, ma più solido”.

Nel secondo trimestre, le imprese che hanno fatto ricorso a una procedura fallimentare sono state 3,8 mila, in diminuzione del 2% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il numero dei fallimenti, quindi, prosegue nel suo trend discendente, sebbene a un ritmo più contenuto rispetto ai trimestri precedenti (il tasso era -3,7% nel primo e -11,6% nell’ultimo trimestre del 2015).

Nei primi sei mesi dell’anno, il numero dei fallimenti si è attestato a 7,4 mila, un calo del 2,8% che conferma l’andamento decrescente e che riporta il numero dei fallimenti ai livelli del 2013. Tuttavia, la riduzione delle procedure fallimentari ha riguardato solo le società di capitale (-4,1 sul primo semestre 2015) e non le società di persone e quelle organizzate in altre forme giuridiche che al contrario sono tornate ad aumentare (+1,8% e +0,6%, rispettivamente).

I fallimenti non diminuiscono in tutta l’economia. Le procedure fallimentari hanno continuato a ridursi nelle costruzioni – il settore maggiormente colpito dalla crisi – fino a toccare il dato di 1,6 mila imprese fallite, oltre il 6% in meno rispetto all’anno precedente e registrando così il calo più consistente fra i diversi settori. Prosegue anche nella prima metà del 2016 la riduzione dei fallimenti nei servizi (4 mila imprese, -3,6% sul 2015) che rimane tuttavia il settore con il maggior numero di procedure. Dopo il forte calo dei primi sei mesi del 2015, crescono nuovamente i fallimenti dell’industria (+3,1%), trascinati in particolare dal forte rialzo della metallurgia (+20,6%).

Considerando i dati delle procedure monitorate per area geografica, le maggiori riduzioni si registrano nel Nord Ovest (-3,8%) e nel Mezzogiorno (-3,7%) dove il livello dei fallimenti torna ai livelli del 2013; le procedure diminuiscono anche nel Centro (-2,6%) mentre si mantengono stabili nel Nord Est (-0,3%).

Nel secondo trimestre, calano a ritmi elevati le procedure concorsuali non fallimentari: fra aprile e giugno sono state aperte 425 procedure, il 43,6% in meno rispetto al 2015 e meno della metà del picco del 2013.

Su base semestrale (gennaio-giugno 2016), si conferma il trend decrescente in atto dal 2014 che vede scendere sotto quota mille il totale delle procedure non fallimentari. In dettaglio, l’Osservatorio evidenzia una significativa riduzione sia delle domande di concordato preventivo (-39%) sia delle altre procedure (-22%).

Il calo del concordato preventivo è legato al crollo del ricorso al concordato in bianco, le cui domande si sono dimezzate tra la prima metà del 2015 e la prima metà del 2016, a seguito dell’introduzione di alcuni correttivi legislativi, mirati a limitare comportamenti opportunistici da parte delle imprese.

La diminuzione delle procedure concorsuali non fallimentari è un fenomeno che coinvolge ogni area geografica e ogni macro-settore del Paese, ovunque con tassi a doppia cifra.

Nel secondo trimestre del 2016 – dopo un lungo calo iniziato oltre due anni fa – è tornato ad aumentare il numero di imprenditori che hanno volontariamente deciso di chiudere la propria attività in bonis. Secondo le stime , fra aprile e giugno, sono 15 mila gli imprenditori che hanno avviato le procedure di liquidazione volontaria della propria impresa, si tratta di un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2015. Su questa inversione di tendenza potrebbero aver inciso aspettative meno positive del passato da parte degli imprenditori che tipicamente chiudono aziende in bonis quando le aspettative di profitto non giustificano l’attività di impresa.

Su base semestrale, le liquidazioni volontarie superano quota 30 mila, +3,5% rispetto ai primi sei mesi del 2015. Le stime indicano che sono aumentate sia le liquidazioni di società dormienti sia di “vere” società di capitale. 

A livello settoriale sono i servizi a risentire maggiormente dell’incertezza sul futuro, mentre a livello geografico tale inversione di tendenza al rialzo è diffusa a tutte le aree nel Paese.

Osservatorio_su_fallimenti_procedure_e_chiusure_di_impresa_-_2q2016.pdf