Falso segnale, oggi le borse riprovano il rimbalzo

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Il punto. Acquisti diffusi tra le principali borse europee che tentano il rimbalzo dopo la brusca caduta di ieri, in scia alle indicazioni positive giunte dai mercati asiatici.
A Piazza Affari il denaro che torna prepotente sui titoli bancari, i più penalizzati dalle vendite nella sessione di ieri.
L’Euro/Dollaro USA continua la seduta sui livelli della vigilia, riportando una variazione pari a -0,14%, dopo che ieri il presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, ha confermato quanto già emerso dai verbali FOMC, ovvero che il rialzo dei tassi sarà graduale.
L’Oro continua la seduta poco sotto la parità, con un calo dello 0,58%.
Sessione euforica per il greggio, con il petrolio (Light Sweet Crude Oil) che mostra un balzo dell’1,93%.
Scende lo spread, attestandosi a 126 punti base, con un calo di 5 punti base, mentre il BTP decennale riporta un rendimento dell’1,36%. Ieri il differenziale si è allargato fin oltre i 130 punti, con gli investitori che si sono spostati verso asset ritenuti più sicuri, complici le paure espresse dal presidente della BCE, Mario Draghi “l’Unione europea è vulnerabile a futuri choc” e, dunque le incertezze sulle prospettive per l’economia mondiale.
Tra gli indici di Eurolandia, sostanzialmente tonico Francoforte, che registra una plusvalenza dello 0,60%; guadagno moderato per Londra, che avanza dello 0,57%. Piccoli passi in avanti per Parigi, che segna un incremento marginale dello 0,65%. Giornata di forti guadagni per Piazza Affari, con il FTSE MIB in rialzo dell’1,55%.
Ma vediamo come è andata la giornata di ieri. I listini del vecchio continente hanno chiuso con il segno meno nonostante le conferme arrivate da Francoforte sulla determinazione della Bce a rilanciare prezzi e crescita economica.
Prima ci ha pensato Mario Draghi che nel corso dell’introduzione al rapporto annuale 2015 ha evidenziato che senza il piano di acquisto asset l’inflazione sarebbe risultata negativa nel 2015, sarebbe stata inferiore di oltre mezzo punto percentuale nel 2016 e di circa mezzo punto percentuale l’anno prossimo. Secondo Draghi, il QE determinerà un aumento del PIL dell’area dell’euro di circa 1,5 punti percentuali nel periodo 2015-2018.
Poi stata la volta della pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione, dai quali è emersa una sostanziale unanimità sulla necessità di approvare nuove misure di stimolo. Nel corso del meeting del 9-10 marzo l’Eurotower ha tagliato i tassi di riferimento, incrementato il piano di acquisto asset e approvato nuovi piani di finanziamenti agevolati per le banche.

Borse asiatiche
Chiusura con il segno più per le borse asiatiche. A Tokyo, l’indice Nikkei è salito dello 0,46% a 15.812,52 punti, mentre il Topix sale dell’1,18% a 1287,69 punti.
Gli investitori giapponesi si sono dati agli acquisti rincuorati anche dal dato della fiducia dei consumatori che mostra segnali di miglioramento.
Chiude sulla parità Seul che lima dello 0,09%.
In calo Shanghai che cede l’1,53% e Shenzhen che arretra del 2%. In calo Taiwan che cede l’1,42%
Fra gli altri mercati che chiuderanno più tardi le contrattazioni, Hong Kong cede lo 0,70%. Singapore lo 0,75%%, Mumbay lima dello 0,09%, Kuala Lumpur cede lo 0,40%, Jakarta sale dello 0,42%.

Borsa Usa
La Federal Reserve è ottimista sull’andamento dell’economia americana, anche alla luce dei recenti dati macroeconomici. Ultimo il dato, quello sulle domande di sussidio alla disoccupazione, che ha confermato il buono stato di salute del mercato del lavoro.
Le statistiche macroeconomiche continuano ad essere monitorate “attentamente” dalla banca centrale statunitense giacché da queste dipendono le decisioni dei membri del braccio di politica monetaria, il Federal Open Market Committee (FOMC).
Lo ha ribadito la Chairwoman, Janet Yellen, senza però fornire alcuna tempistica sul rialzo dei tassi statunitensi, durante la tavola rotonda con gli ex presidenti Fed, Ben Bernanke, Alan Greenspan e Paul Volcker. Il rialzo del costo del denaro negli Stati Uniti sarà “probabilmente graduale” ha detto la prima donna della banca centrale confermando quanto già emerso dai verbali Fed.
Yellen, che ha parlato a mercati chiusi, ha riconosciuto i “notevoli passi avanti” fatti finora dall’America nonostante i “venti contrari in arrivo dall’estero”, ha difeso la mossa dello scorso dicembre, quando i tassi di interesse furono alzati per la prima volta dal giugno del 2006: “Non è stato un errore”. E anche se i tassi restano comunque vicini ai minimi storici, “non ci sono segni di bolle” negli Stati Uniti.
Ad ogni modo, la seduta di Wall Street è stata ieri all’insegna delle vendite per gli indici statunitensi. A fine giornata, il Dow Jones ha lasciato sul parterre un punto percentuale (-0,98%), l’S&P500 ha ceduto l’1,20% e il Nasdaq ha segnato un calo dell’1,47%.
Dal fronte macro il dato settimanale relativo le nuove richieste di sussidio, scese di 10 mila a 267 mila unità. A pesare sono stati il riaccendersi di preoccupazioni sulla tenuta dell’economia globale e sull’efficacia delle misure adottate dalle banche centrali.
A livello societario si segnalano il +3,92% di Bed Bath & Beyond a seguito di indicazioni trimestrali migliori del previsto e il -3% di Costco che a marzo ha registrato un incremento delle vendite same-store (quelle nei punti vendita aperti da almeno un anno) di un punto percentuale (consenso +1,9%).

Europa
I listini del vecchio continente ieri hanno chiuso con il segno meno nonostante le conferme arrivate da Francoforte sulla determinazione della Bce a rilanciare prezzi e crescita economica.
A Londra il Ftse100 ha terminato in calo dello 0,4% a 6.136,89 punti, il Dax sceso di un punto percentuale a 9.530,62 (-0,98%) e il Cac40 ha segnato un -0,9% a 4.245,91. Maglia nera per l’Ibex, in rosso dell1,26% a 8.292,9.
Sul listino della City -1,51% per Barclays che ha venduto gli asset relativi la divisione gestione patrimoni e investimenti a Singapore e Hong Kong alla Oversea-Chinese Banking Corporation, meglio conosciuta come OCBC, per 320 milioni di dollari.
Rosso anche per Glencore (-2,51%) dopo la bocciatura a neutral annunciata da Jefferies.

Italia
Falso segnale. Per Piazza Affari è stato un altro giorno difficile, ieri, dopo una timida partenza positiva del mattino che faceva ben sperare. Non è stato così. Il Ftse Mib ha progressivamente ampliato le perdite, sempre in scia alle negative performance dei bancari. Insomma, a fine serata, il principale indice ha lasciato sul terreno oltre due punti percentuali chiudendo a 16.818 punti (-2,45%) Per la Milano è stata la peggiore seduta tra le principali Borse europee. Ma oltre al sentiment negativo sulle banche, va detto, ha pesato anche la nuova discesa delle quotazioni del petrolio.
Ma vediamo i principali titoli. In profondo rosso Banco Popolare che ha perso oltre il 6% a 4,43 euro (nuovi minimi storici), mentre Bpm ha lasciato sul terreno il 3,83 per cento.
Il peggiore è stato in ogni caso Mps con un calo del 7,31%. E ancora: quasi -5% per Mediobanca.
Sotto pressione anche il comparto del risparmio gestito con un tonfo del 4,78% per Anima. Giù anche Azimut (-2,87%) che ha registrato a marzo una raccolta netta positiva per 626 milioni di euro, raggiungendo 1,7 miliardi nel primo trimestre dell’anno.
Indicazioni negative dal Brasile per Fca (-4,17% a 6,09 euro). A marzo le immatricolazioni di auto in Brasile hanno messo a segno una crescita del 22,5% rispetto al mese precedente con per un calo del 22,2% rispetto a un anno fa. Ha fatto peggio del mercato il gruppo Fiat Chrysler Automobiles con immatricolazioni in contrazione del 29,9% su base annua a 20.234 unità con un +8,2% m/m.
Infine, vendite su Mediaset (-3,82%) con il mercato che attende l’annuncio relativo alla possibile partnership con Vivendi che potrebbe arrivare anche oggi.

I dati macro attesi oggi
Venerdì 8 aprile 2016

10,30 GBP Produzione manifatturiera (Mensile) (Feb)
14:30 CAD Variazione nel livello di occupazione (Mar)