Fca riceve “talvolta” contatti in merito a “possibili operazioni strategiche”, ma non entra nello specifico e, sulle indiscrezioni di stampa, “non intende” fare commenti. Una replica secca – quella del Gruppo – ad una richiesta di chiarimenti da parte della Consob, che osserva con attenzione l’andamento del titolo in Borsa da un po’ di sedute a questa parte, come da prassi quando succede qualcosa di straordinario. Così in Borsa gli investitori hanno smesso di sognare ed il titolo ha limato il massimo storico di 12,49%, cedendo lo 0,72% a 12,4 euro. Di straordinario ad oggi non è successo nulla, ma di acqua sotto i ponti ne è passata molta dallo scorso 14 agosto, dopo le prime indiscrezioni sull’interesse di un non meglio precisato gruppo cinese. Alla pronta smentita di Geely è seguita con 7 giorni di ritardo l’uscita allo scoperto di Great Wall, che ha ammesso un interesse ‘platonico’ nei confronti del Lingotto, con cui non ci sono mai stati contatti di nessun tipo. Il titolo Fca nel frattempo continuava a galoppare guadagnando a ieri oltre il 27% in 10 sedute, mentre Great Wall è scivolata dopo una sospensione in Borsa (1 giorno a Shanghai e 2 a Hong Kong per colpa del tifone Hato) a seguito della nota con cui ha confermato l’assenza di contatti ammettendo anche una certa indecisione sul da farsi. Non è stato così per il Lingotto, che, lasciata da parte la vicenda cinese, ha continuato a galoppare in Piazza Affari e a Wall Street spinto dal ritorno di fiamma di ipotesi di scorporo del polo del lusso (Maserati e Alfa Romeo) e della componentistica (Magneti Marelli e Comau). E’ di ieri il massimo storico di 12,49 euro in Piazza Affari a fronte di un’ipotesi più volte menzionata dallo stesso Sergio Marchionne negli incontri con gli analisti, sulle orme di Ferrari, quotata autonomamente in Borsa prima a Wall Street (ottobre 2015) e poi in Piazza Affari (gennaio 2016). La spinta propulsiva dello scorporo ha però cessato il suo effetto oggi, anche in termini di pezzi scambiati (19 milioni di azioni contro i 53 milioni della vigilia). L’unica certezza in tutto questo rincorrersi di voci, ipotesi e indiscrezioni è che Fca, come ha dichiarato lo scorso 21 agosto, è “impegnata nel perseguire il suo piano 2014-2018, di cui ha raggiunto ogni obiettivo alla data odierna e al cui completamento mancano solo 6 trimestri”. Gli scenari dipinti dagli analisti sono molteplici, spinti anche dalle suggestioni della cronaca finanziaria, ma per rispettare gli obiettivi del piano, secondo gli analisti di Bloomberg Intelligence, “Fca farà perno sul suo mix industriale vincente di veicoli ad alto margine”, che le assicura il “portafoglio di marchi più profittevole e meglio posizionato tra i produttori Usa”.