Fca ingrana la quinta: a Melfi mille nuovi contratti

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A cura di Antonio Arricale Fca ingrana la marcia veloce a Melfi. Con la produzione della Jeep Renegade e della 500X lo stabilimento lucano si lascia alle spalle la crisi e la A cura di Antonio Arricale Fca ingrana la marcia veloce a Melfi. Con la produzione della Jeep Renegade e della 500X lo stabilimento lucano si lascia alle spalle la crisi e la cassa integrazione degli anni precedenti: dopo le nuove assunzioni annunciate a gennaio, infatti, oggi si arriva al passaggio da 15 a 20 turni stabilito in un preliminare d’intesa siglato ieri con i sindacati, a cui si aggiunge “un totale di mille assunzioni a carattere strutturale, comprese le 700 già effettuate, inizialmente con contratto in somministrazione e poi con contratto a tempo indeterminato“. La firma dell’accordo con i sindacati è stata annunciata da Gianluca Ficco, coordinatore nazionale del settore automotive Uilm, e Marco Lomio, segretario della Uilm Basilicata, al termine dell’incontro con l’azienda, e dunque rappresenta il via libera alle assemblee con i lavoratori, che inizieranno già con l’ultimo turno di oggi, per proseguire domani. “Lunedì le parti si rincontreranno per la firma definitiva“. I 20 turni previsti dal preliminare – firmato da Uilm-Uil, Fim-Cisl, Fismic, Ugl, Aqcf e dalle rappresentanze sindacali aziendali, mentre la Fiom incontrerà domani la dirigenza Fca – porteranno la possibilità di produrre nello stabilimento fino a 1.100 autovetture al giorno: questo per le buste paga degli operai addetti alla linea si dovrebbe tradurre in un aumento di circa 1.400 euro annui. La nuova turnazione (tecnicamente si tratta di 19,5 turni medi) consentirà anche di evitare gli straordinari attualmente in corso a Melfi, e sarà sperimentale fino al 2 agosto 2015 (dopo quella data infatti, spiegano i sindacati, il sistema “sarà sottoposto a verifica“). Nel corso dell’incontro con i rappresentanti sindacali è anche emerso che la produzione della Grande Punto non sarà spostata a Mirafiori. Borse asiatiche Borse asiatiche poco mosse in chiusura di settimana. Il Nikkei ha fatto registrare un marginale progresso dello 0,06%, Hong Kong guadagna lo 0,08% e Shanghai lo 0,18%. Chiusura in territorio negativo invece per Seoul che ha ceduto lo 0,37%. La giornata è stata ricca di dati macroeconomici relativamente al Giappone che hanno mostrato un lento miglioramento da parte della terza economia mondiale. La produzione industriale del Sol Levante è cresciuta del 4,0% in gennaio su base mensile dopo il declino dello 0,8% di dicembre (-0,5% in novembre) e contro il 2,7% d’incremento atteso dagli economisti. Secondo i dati diffusi dal ministero nipponico di Economia, Commercio e industria, su base annuale la lettura preliminare indica una flessione del 2,0% dopo il progresso dello 0,1% di dicembre (-3,7% in novembre) e a fronte del calo del 3,1% del consensus. Secondo quanto comunicato dal ministero giapponese di Economia, Commercio e Industria, le vendite al dettaglio nel Sol Levante in gennaio sono calate del 2,0% dopo il progresso dello 0,2% di dicembre (+0,5% in novembre) e a fronte di attese degli economisti per una flessione dell’1,2%. In gennaio la spesa delle famiglie è scesa del 5,1% su base annua dopo il calo del 3,4% di dicembre (-2,5% in novembre) e a fronte di attese degli analisti per un declino del 4,1%. Secondo i dati diffusi dal ministero di Affari Interni e Comunicazione, l’inflazione è rimasta invariata in gennaio al 2,4% di dicembre e novembre in linea con le attese degli economisti. Il dato core, escludendo gli alimenti freschi, è sceso al 2,2% dal 2,5% di dicembre (2,7% in novembre) e contro il 2,3% del consensus. Su base mensile l’inflazione è calata dello 0,2% e dello 0,6% quella core. I nuovi cantieri edili residenziali hanno segnato l’ennesimo crollo del 12% su base annua in gennaio dopo il 14,7% perso in dicembre (e il 14,3% di novembre) e peggio del calo dell’11,6% atteso dagli economisti. Si tratta dell’undicesimo mese consecutivo di declino per il settore. Continua per il settimo mese consecutivo invece la flessione della produzione di automobili. In gennaio, infatti, secondo quanto comunicato dalla Japan Automobile Manufacturers Association, il dato segna un crollo del 9,8% su base annua a 777.656 veicoli dopo il calo del 2,5% di dicembre (-12,2% in novembre). Nel mese l’export è cresciuto del 4,6% su base annua (del 16,7% nel solo continente asiatico), mentre la domanda domestica è crollata del 12,2%. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso la seduta contrastati. Il Dow Jones ha perso lo 0,06%, l’S&P 500 lo 0,15% mentre il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,42%. A zavorrare Dow Jones e S&P 500 è stato il ribasso dei titoli energetici a loro volta penalizzati dal crollo delle quotazioni del petrolio. Nel mese di gennaio l’indice grezzo dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,7% rispetto a dicembre (il consensus era per un calo dello 0,6%). Su base annuale l’indice ha registrato un decremento dello 0,1%. L’indice Core (esclusi energetici ed alimentari) ha mostrato una variazione positiva dello 0,2% rispetto al mese precedente dopo la de variazione nulla della rilevazione precedente. Su base annuale l’indice e’ salito dell’1,7%. Le attese erano per un incremento dell’1,6%. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 20 febbraio si sono attestate a 313 mila unità, superiori sia alle attese degli analisti pari a 288 mila che al dato rilevato la settimana precedente (282 mila unità). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,401 milioni, superiore ai 2,390 milioni attesi. A gennaio gli ordini di beni durevoli hanno fatto registrare un incremento del 2,8% su base mensile dal -3,7% rilevato in dicembre, a fronte di un incremento dell’1,7% stimato dagli addetti ai lavori. L’indice “core”, ovvero depurato dal settore trasporti per la difesa, è cresciuto del 3,0% su base mensile dal -3,3% della rilevazione precedente. L’Indice Prezzi Abitazioni pubblicato dalla Federal Housing Finance Agency (FHFA) è cresciuto dello 0,8% nel mese di dicembre, a fronte di un incremento dello 0,5% atteso. Rivisto al rialzo il dato preceden te relativo a settembre da +0,1% a +0,2%. Su base annuale l’indice è salito del 5,4%. Europa Le principali Borse europee hanno aperto l’ultima seduta dell’ottava poco mosse. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,08%, l’Ibex35 di Madrid lo 0,03%. Poco sotto la parità il Cac40 di Parigi (-0,02%) e il Ftse100 di Londra (-0,03%). Airbus Group +6%. Il produttore di aerei ha chiuso il 2014 con un utile operativo adjusted di 4,066 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 3,6 miliardi del 2013. Il giro d’affari è aumentato del 5% a 60,7 miliardi. Proposto un dividendo di 1,20 euro per azione contro 0,75 euro di un anno prima. Per il 2015 la società stima un ulteriore progresso dell’utile per azione e del dividendo. Basf -2%. Il gruppo chimico ha espresso prudenza per il 2015. oyds Banking +1,7%. Il gruppo bancario ha annunciato il ritorno del dividendo (0,75 pence per azione). I profitti nel 2014 ha superato le attese. International Consolidated Airlines Group (IAG) +5%. La casa madre di British Airways e Iberia ha alzato la stima di utile per l’esercizio 2015. Fnac +11%. La catena di negozi di libri ed elettronica ha chiuso il 2014 con un utile di 41 milioni di euro, in netta crescita rispetto ai 15 milioni del 2013. Fugro +8%. Il gruppo olandese ha annunciato che non verserà il dividendo sui risultati 2014 per rafforzare il bilancio. Lo scorso anno il giro d’affari è aumentato a 2,57 miliardi di euro. Italia Il Ftse Mib segna +0,11%, il Ftse Italia All-Share +0,13%, il Ftse I talia Mid Cap +0,14%, il Ftse Italia Star +0,21%. Ancora positivi i bancari con l’indice FTSE Italia Banche a +0,5% e l’EURO STOXX Banks a +0,3%. Il comparto italiano è sostenuto dall’obbligazionario tricolore con il rendimento del BTP sui minimi storici all’1,3065% in vista del QE. In evidenza Intesa Sanpaolo (+1,2%), BP Milano (+0,6%) e BPER(+0,5%). In base alle comunicazioni BCE le principali banche quotate rispettano i requisiti minimi di solidità patrimoniale. In controtendenza UBI Banca (-0,3%) e Banco Popolare (-0,2%). Lieve calo per Mediaset (-0,5%) all’indomani dello stop del governo all’offerta della controllata EI Towers (+1,8%) su Rai Way (+2,6%). I titoli coinvolti nell’operazione non sono però crollati in borsa, come sarebbe stato normale: evidentemente gli operatori ritengono che un accordo verrà trovato, in qualche modo. In particolare potrebbe delinearsi uno scenario più ampio in cui il gruppo Mediaset riesce a realizzare il progetto (mai esplicitato ma di cui si vocifera da anni) di aggregazione con Telecom Italia (-0,3%), comprendendo anche il business delle torri di trasmissione: infatti, secondo indiscrezioni, il prossimo 3 marzo il governo esaminerà il piano per lo sviluppo della rete a banda larga in Italia con investimenti da 5/6 miliardi di euro. Prese di profitto su Sorin (-6,3%) all’indomani del +34% realizzato in scia alla notizia della fusione con l’americana Cyberonics finalizzata a creare una nuova realtà globale, leader nelle tecnologie medicali, con una capitalizzazione aggregata, sulla base dei prezzi di chiusura delle azioni di Sorin e Cyberonics al 25 febbraio, pari a circa 2,7 miliardi di dollari (2,4 miliardi di euro). La NewCo sarà quotata al NASDAQ e al London Stock Exchange. Bene Moncler (+1,3% a 13,23 euro): in attesa dei risultati il prossimo 4 marzo, oggi UBS conferma la raccomandazione “buy” sul titolo con target price che sale a 15 euro dal precedente fissato a 14 euro. Sale Prysmian (+0,9% a 17,91 euro): gli analisti di Morgan Stanley hanno portato il target price da 18 a 21 euro (overweight). La società dei cavi è stata promossa anche da Barclays, che ha fissato a 19,5 euro il prezzo obiettivo dai precedenti 18 euro (overweight). A 18 euro il target price di JP Morgan (vs. 16).


I dati macro attesi oggi Venerdì 27 febbraio 2015 EUR Commissione Europea su leggi stabilità Francia, Italia e Belgio; 00:30 GIA Consumi gen; 00:30 GIA T asso di disoccupazione gen; 00:50 GIA Produzione industriale (prelim.) gen; 00:50 GIA Vendite al dettaglio gen; 08:00 GER Indice prezzi importazioni gen; 08:45 FRA Consumi gen; 09:00 SPA Inflazione (prelim.) feb; 11:00 ITA Inflazione (prelim.) feb; 14:00 GER Inflazione (prelim.) feb; 14:30 USA PIL T4 2014 (2a stima); 15:45 USA Indice PMI Chicago feb; 16:00 USA Indice Pending Home Sales (mercato immobiliare) gen; 16:00 USA Indice fiducia consumatori (Univ. Michigan) (finale) feb.