Federiciani nella media nazionale: laurea magistrale conseguita a 27,4 anni e triennale a 24,7. Dal rapporto Almalaurea 2016 altri dati nell’articolo

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Il rapporto annuale Almalaurea, anche per il 2016, fotografa la situazione degli atenei italiani, con focus particolari sulle singole università. I dati riguardanti la Federico II sembrano essere in linea con la media nazionale, e tra le regioni del sud, nonostante le migrazioni, è la Campania l’unica a reggere il ritmo.

Il primo dato ad emergere per l’ateneo napoletano è l’età media per il conseguimento del titolo di laurea, un calcolo statistico ottenuto grazie ad interviste sottoposte a più di 18mila laureati. In media, ai corsi triennali, ci si laurea a ventiquattro anni e sette mesi, mentre la laurea magistrale a ciclo unico, ossia il percorso di studi che dovrebbe essere compiuto in cinque anni, viene terminato al raggiungimento dei ventisette anni e quattro mesi.

Un calcolo che sembra essere valutato con soddisfazione dall’Università, data la vicinanza con la media nazionale che è di 25.1 e 27.6 per i rispettivi casi. Numeri comunque, che con sincerità non fanno brillare il nostro Paese, rispetto al resto d’Europa, per l’accesso al mondo delle professioni, con una serie di fattori complici.

Primo fra tutti il peso psicologico ed economico della crisi, che combinato con un’istruzione pubblica sempre più cara, certamente non agevola questa generazione di studenti nel reperire un’adeguata motivazione ad andare avanti, visualizzando una prospettiva.  

Il 72% dei laureati triennali alla Federico II decide di proseguire il ciclo di studi, mentre la media nazionale è del 55%, probabilmente per la convinzione che il titolo conseguito non sia sufficiente per trovare spazio nel mercato del lavoro.

Ad un anno dal conseguimento del titolo lavora il 64% degli intervistati, contro una media nazionale del 70%, e a tre anni il guadagno medio è di 1.250 euro mensili, con soli sei euro in meno rispetto al resto d’Italia. Per il resto degli atenei e delle regioni meridionali i dati sono molto più distanti e drammatici dalle medie sopracitate.

La Campania, secondo dati MIUR del 2015, resta l’unica regione del Mezzogiornoin cui resta costante negli anni la percentuale di diplomati che decidono di iscriversi ad un’università della stessa regione di residenza, pari a circa all’85%, mentre altrove una percentuale sempre più alta di ragazzi decide di andar via, contribuendo purtroppo e senza colpe alla desertificazione intellettuale di una parte del Paese.