Federico II, la Scuola di medicina ospiterà un centro di formazione europeo per le chirurgia del ginocchio e l’artroscopia

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in foto Donato Rosa

La Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli ospiterà un centro di formazione europeo per la chirurgia del ginocchio e l’artroscopia. L’Area Ortopedica e Traumatologica del Dipartimento di Sanità Pubblica ha ottenuto l’abilitazione a Teaching Center internazionale, nella figura del professore Donato Rosa, dalla Società scientifica Siagascot, la più prestigiosa in ambito ortopedico.
Tra queste realtà c’è uno scambio di giovani ortopedici di varie nazionalità, soprattutto nel contesto europeo, che prendono parte ai corsi itineranti organizzati in vari Paesi. Per accedere a questo circuito bisogna rispondere a una serie di requisiti che non sono facili da superare. Le strutture internazionali nel Sud Italia sono solo due.
“Si tratta di un riconoscimento prestigioso per la Scuola di Medicina e per l’intera Università – dice Maria Triassi, presidente della Scuola di Medicina della Federico II – L’attività di ricerca e di innovazione delle pratiche mediche produce sempre risultati di eccellenza ed entrare in circuiti internazionali ci permette di stare al passo delle più importanti realtà internazionali”.
“La Scuola di Medicina della Federico II potrà ospitare ortopedici provenienti da ogni parte d’Europa e diventa un centro di riferimento internazionale per la chirurgia del ginocchio e l’artroscopia. Lavorare in un Teaching Center accreditato dalla prestigiosa Siagascot è anche un importante stimolo a migliorare sempre di più le nostre tecniche – dice Donato Rosa, un’eccellenza della medicina rigenerativa – La nostra struttura è già un centro di riferimento per la medicina rigenerativa per i tessuti di interesse ortopedico (articolazioni, cartilagini, muscoli e tendini). Da sempre siamo impegnati nella ricerca e nell’ambito scientifico, con oltre 200 pubblicazioni. Dal 1985 sono stati eseguiti oltre 5000 interventi chirurgici in artroscopia sul ginocchio, spalla e caviglia e oltre 600 impianti protesici”.