“Chiusure, assenza di sostegno, posti a rischio e futuro compromesso per molti”: sono le ragioni che hanno spinto il presidente di Federmoda Confcommercio Campania Roberta Bacarelli a convocare il 27 dicembre il consiglio direttivo. “Il decreto di Natale che ha imposto la chiusura del 24 seguita da tutte quelle pre epifania – ha spiegato Bacarelli – sono il colpo finale per la nostra categoria e per tutto il Fashion retail”. Ora però occorre voltare pagina. “Faccio mie le parole del presidente nazionale Renato Borghi – ha aggiunto -: Ripartire è ciò che la nostra categoria richiede”.
“Si stima che in Campania sono a rischio 1500 negozi e 5000 posti di lavoro nel tessile e calzaturiero – si legge nella notta diffusa dal presidente campano di Federmoda -. La prima richiesta da fare al governo sono sostegni veri, calcolati sulle effettive perdite dell’anno. La crisi ha rallentato i consumi di moda con cali prevedibili stimati anche oltre il 60% del fatturato rispetto al mese di dicembre 2019. I negozi di abbigliamento e calzature in Campania sono 15.000 e abbiamo stimato prudenzialmente perdite nell’ultimo trimestre 2020 pari almeno a 500 milioni di euro. L’appello per aiuti effettivi non si rivolge solo al Governo ma anche alla Regione Campania che deve fare la sua parte”.
“Ridotte le occasioni sociali di incontro – prosegue la nota -, viene a mancare anche il desiderio di rinnovare il guardaroba a questo scenario si unisce la paura per il domani e per il virus. Questo fa sì che il nostro sia tra i primi settori ad essere sacrificati.
Nonostante il quadro di crisi sia ben noto, per le istituzioni rimaniamo degli invisibili. Ancora non capiamo che differenza c’è tra un negozio di elettronica, una profumeria, un magazzino di fiori e un negozio di abbigliamento o calzature. Stiamo subendo danni irreversibili. I nostri negozi investono capitali enormi nelle collezioni stagionali che sono già rimaste in buona parte sugli scaffali per la stagione estiva e che rischiano la stessa cosa per quella invernale. Siamo allo stremo, sono mesi che non “lavoriamo” gli impegni economici vengono purtroppo presi sei mesi prima del cominciare della stagione. Questo fa si che l’indebitamento sia altissimo e le possibilità di adempiere agli impegni, sempre meno facile. A soffrire di più sono i negozi fisici.Si salvano i grandi nomi con le vendite on line. Non è bastato l’invito proveniente da più fonti di comprare nei negozi di vicinato e in quelli di fiducia. Il calo si è sentito ed è stato pesante. Abbiamo perso le entrate del giorno più importante dell’anno, il 24 dicembre e come se non bastasse a rischio ci sono anche le entrate di fine anno e dell’inizio di gennaio con i saldi che sono un fondamentale aiuto per dare liquidità alle nostre aziende. Siamo in ginocchio, così come tutto quello che completa e accompagna il nostro comparto. I gioiellieri ad esempio che soffrono quanto noi.
Il Natale è stata la speranza di una luce in fondo al tunnel, speranza rimasta purtroppo solo tale. Nonostante l’entusiasmo della categoria, nell’addobbare negozi, accendere luci ed accogliere il cashback mai decollato, il Natale si è rivelato una grande delusione, l’ennesima di questo anno assurdo.Siamo molto preoccupati per la sorte di tanti colleghi che non riapriranno dopo le feste”.
“Auspico inoltre – si conclude il comunicato – che la nostra Federazione colga l’occasione per mostrarsi unita in una strategia unitaria, che faccia giungere un’unica voce alle istituzioni.
Chiediamo contributi a fondo perduto da calcolarsi sulle perdite dell’intero anno 2020, sospensione dei mutui e prosecuzione della cassa integrazione. Credito di imposta sugli affitti per lo meno fino ad aprile 2021, condono tombale sui versamenti tributari e contributivi, detassazione e rottamazione dei magazzini. Siamo un settore importantissimo nell’economia nazionale, non sostenerci sarebbe un grave errore da parte del governo.Siamo la luce delle città, luoghi di incontri e di scambio sociale, oltre ad essere aziende che danno occupazione. Chiediamo a gran voce “aiuto”, il percorso da affrontare è lungo e tutto in salita, ci metteremo tutta la nostra volontà, la nostra esperienza ed anche l’entusiasmo in questo momento difficile da trovare, ma non basterà, senza aiuti concreti siamo destinati ad affondare”.