(Adnkronos) – “I tumori neuroendocrin
i” come quello diagnosticato a Fedez “sono complessi e rari, possono insorgere anche nel pancreas, dove rappresentano solo il 5% rispetto ai più frequenti adenocarcinomi, dai quali differiscono per caratteristiche biologiche, andamento della malattia, per tipo di diffusione e per le terapie. Entrambe hanno però caratteri subdoli per cui sfuggono spesso alla diagnosi. I tumori neuroendocrini possono svilupparsi anche in altri organi, ad esempio nei bronchi o nell’appendice. Nel caso dei tumori del pancreas, sia adenocarcinomi che Net, spesso la sintomatologia è vaga: si possono avere disturbi digestivi o una perdita di peso improvvisa e immotivata. Solo alcuni esami possono svelarci la loro presenza e la loro natura e farci capire come contrastarli
“. Così all’Adnkronos Salute Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center e responsabile del Molecular Tumor Board della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma, dopo l’operazione a cui è stato sottoposto al San Raffaele di Milano il rapper Fedez, che ha pubblicamente detto di aver un raro tumore neuroendocrino del pancreas.
“Conosco Massimo Falconi”, il chirurgo nel team del San Raffaele che ha operato Fedez, “con cui ho lavorato a Verona prima di trasferirmi a Roma al Gemelli”, aggiunge Tortora che sul caso clinico del cantante e produttore milanese non vuole però entrare. Ma sottolinea che “stiamo vedendo sempre più giovani colpiti da adenocarcinoma, ad esempio. Parlo di 28-30enni che prima non si vedevano assolutamente e questo inizia a preoccuparmi”.
Anche i tumori neuroendocrini, come gli adenocarcinomi, “hanno come sede preferenziale di metastasi il fegato – continua Tortora – L’esame che può aiutare a fornire una prima diagnosi è la Tac, perché ci va vedere l’aspetto morfologico e di vascolarizzazione e può suggerire se siamo di fronte ad un adenocarcinoma o a un Net (dall’inglese Neuro-endocrine tumors). La biopsia è però l’esame fondamentale che ci mette davanti la conferma della sua natura. Può essere utile anche la Pet con Fdg e, nel caso dei Net, quella con il Gallio come tracciante radioattivo, perché ci permette di individuare se la neoplasia ha dei particolari recettori che possono essere sfruttati anche per la terapia. Nella pratica clinica – puntualizza l’oncologo – si constata spesso una differenza tra chi ha un Net del pancreas, che spesso è in ottime condizioni fisiche anche con una malattia in fase metastatica, mentre chi ha un adenocarcinoma spesso è più sofferente”. Ecco il suo aspetto di tumore subdolo.
Ci sono poi altri esami che posso illuminare le caratteristiche biologiche dei Net, tra cui ad esempio l’indice di proliferazione e il grado di differenziazione. “Dall’insieme di tutti questi esami – conclude Tortora – si può ragionare sulla migliore strategia di trattamento, dalla chirurgia per i tumori in fase iniziale, alla terapia con un semplice analogo della somatostatina, a trattamenti chemioterapici per tumori più aggressivi, all’impiego, più recente, di radiofarmaci con la terapia radiometabolica”. In definitiva sono tumori subdoli ma le nuove conoscenze biologiche ci stanno consentendo di affinare le terapie per contrastarli.