L’Occhio di Leone, ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.
Ricominciare e farlo nel modo migliore possibile, decostruendo, scompaginando, facendo deflagrare i vecchi recinti dell’arte e aprire nuove frontiere di scoperta e ricerca culturale. E’ da qui che parte Feo Fest – Arte e suoni nel bosco, progetto di formazione e sperimentazione artistico-musicale, ideato dal Collettivo_Gea, la cui direzione artistica è firmata da Alessandra Facchiano, Angela Cerritello e Matteo Fioretti, con il patrocinio del Comune di Foiano di Val Fortore (Benevento), che ne ospita le attività nei suoi siti naturali ripristinati e nel suo centro storico, cantiere in piena rivalutazione architettonica. Con la stretta collaborazione del sindaco Giuseppe Antonio Ruggiero, e del consigliere comunale Donatella Casamassa, il contest, che avrà luogo il 9, 10, 11 e 12 settembre, è rivolto alle giovani e giovanissime generazioni del Fortore che potranno, quindi, prendere parte a quattro innovativi workshop gratuiti: Propedeutica musicale, un viaggio spensierato intorno al pianeta musica, Soundpanting sulla scia del metodo di composizione istantanea del maestro Walter Thompson, Land Art per scoprire l’arte che ha fatto dell’ambiente materia prima dei suoi sorprendenti scenari visivi, Fotografia, un approccio appassionato alle tecniche analogiche all’insegna del lumen print, dove gli elementi arborei prendono vita grazie alla luce.
L’idea del Feofest nasce durante i duri mesi del lockdown, immaginando le difficoltà vissute da bambini e ragazzi a cui erano momentaneamente precluse attività scolastiche e culturali. Perché, allora, non ricominciare, ritrovare la socialità perduta attraverso una serie di laboratori capaci di unire sotto lo stesso credo, quello della sperimentazione, diverse discipline, accarezzando l’idea di una “sinestesia artistica”?, spiega Alessandra Facchiano, una delle menti creative del progetto. Ma cosa intende il Collettivo_Gea per laboratorio? Innanzitutto spogliarsi di ogni pregiudizio. La cultura non è un’entità statica che si dà a noi già bella e confezionata. Tutt’altro, affiora da uno scambio reciproco tra tutor e alunno e risulta vincente quando rimbalza in un gruppo di lavoro ampio, pronto all’ascolto quanto alla proposta. I workshop ideati dal Feo Fest non imbrigliano l’arte, ma anzi, scegliendo lo spazio aperto come scenografia e parte fondamentale delle proprie e variegate attività, la liberano. Innanzitutto la affrancano dagli spazi canonici di musei e teatri, gallerie e sale da concerto, e, ancora, la emancipano da visioni obsolete e impolverate che premiano un talento innato piuttosto che la scoperta a portata di tutti. Il contest rivendica, inoltre, quell’opportunità che i giovani del Fortore possano rinnamorarsi dei luoghi in cui vivono, proprio scoprendo le possibilità che possono loro offrire. Non a caso Feo Fest ha scelto un borgo, a cui se ne legano in termini di partecipazione tanti altri, come punto di partenza e meta della sua mission culturale.
E così, il giorno 11 settembre 2021, si apre una scaletta di performance ed happening. Si inizia alle ore 11 con In leaf creation, esposizione fotografica a cura di Teodora Zuppa, mentre alle ore 16,30 sarà possibile prendere parte a Transparent, land artwork esperenziale curata da Angela Cerritello. Alle ore 20:00 un inaspettato congedo con Liberi di essere musica, soundpainting orientato da Matteo Fioretti e Alessandra Facchiano.
Il giorno 12 settembre 2021 alle ore 05:50, Matteo Fioretti, Alessandra Facchiano e Andrea Stuppiello saranno gli interpreti di Eos in concerto_all’alba. L’evento è, in primis, una dichiarazione accorata allo sviluppo acustico di trasformazioni luministiche che partecipano e ampliano il contesto concettuale messo in scena. Melodie mediterranee, ritmiche tribali che, con il supporto simbolico e strumentale di zufoli, flauti, cordofoni e, ancora, darabouka, bendir e caxixi, suggeriscono atmosfere quanto mai arcaiche e dal forte impatto emotivo. Un mirabilia di suoni e accordi.
Feo Fest – Arte e suoni nel bosco vuole imprimere un solco, seminare, far sì che a spuntare dal fertile terreno di arte e cultura siano opportunità fresche, itineranti, fluide. Ricominciare, del resto, significa questo, contemplare foreste antichissime e, al contempo, spargere semi di realtà nuove.