Fed, tornano i dubbi sull’aumento dei tassi

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Il Ftse Mib segna +0,44%, il Ftse Italia All-Share +0,46%, il Ftse Italia Mid Cap +0,56%, il Ftse Italia Star +0,69%.

Mercati azionari europei in lieve rialzo:DAX +0,0%, CAC 40 +0,1%, FTSE 100 +0,3%, IBEX 35 +0,5%.
Future sugli indici americani in rialzodi quasi 0,2%. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +1,07%, Nasdaq Composite +0,93%, Dow Jones Industrial +0,9 5%.
In lieve calo Tokyo con ilNikkei 225che chiude a -0,37%. In netto rialzo le borse cinesi: a Shanghai l’indice CSI 300 termina a +3,63%, a Hong Kong l’Hang Seng a +0,44%. A spingere gli acquisti sono indiscrezioni sul possibile intervento di Pechino con incentivi atti a sostenere il mercato immobiliare da tempo in fase di stallo.
Euro in leggero ribasso contro dollarorispetto al massimo di ieri sera a 1,0637. EUR/USD al momento oscilla in area 1,0625. L’attenzione degli operatori resta puntata sulle nuove misure espansionistiche che la BCE annuncerà domani.
Avvio tranquillo per l’obbligazionario eurozona. Il rendimento del BTP decennale è stabile rispetto alla chiusura precedente all’1,42%, quello del Bund sale di 1 bp allo 0,48%. Lo spread è in calo di 1 bp a 94.

Borse asiatiche
Seduta contrastata per i mercati asiatici, con le sole Borse cinesi in territorio positivo in scia al guadagno intorno al punto percentuale segnato dai tre principali indici Usa nella giornata di martedì. Dati macroeconomici contrastanti hanno sollevato però dubbi sul fatto che la Federal Reserve possa effettivamente decidere di partire con una decisa politica di rialzo dei tassi, visto che il rafforzamento del dollaro e il parallelo indebolimento delle valute dei Paesi emergenti e dei mercati delle materie prime colpirebbero in primis proprio gli Usa. 
Il primo risultato è stato un declino della divisa Usa che si è deprezzata dai massimi degli ultimi otto mesi e mezzo. Di riflesso il dollaro australiano ha toccato i massimi delle ultime sette settimane, anche grazie a dati migliori delle attese sul Pil del terzo trimestre. Secondo l’Austra lian Bureau of Statistics, il Pil ha registrato nei tre mesi un progresso del 2,5% su base annua, contro 2,0% e 2,3% rispettivamente di secondo e primo trimestre e meglio rispetto alla crescita del 2,4% attesa dagli economisti. Su base trimestrale, il Pil australiano è cresciuto dello 0,9% contro lo 0,2% del secondo trimestre e lo 0,8% del consensus. Fiducia che non si è riflessa sul listino. A Sydney, infatti, l’S&P/ASX ha chiuso in declino dello 0,15% dopo il balzo di quasi il 2% registrato nella seduta di martedì. Performance legata anche al declino dei corsi del minerale di ferro (in calo del 2,8% martedì, secondo The Steel Index) e al nuovo deprezzamento del petrolio.
La seduta è stata in segno negativo anche per Tokyo, con il Nikkei 225 in flessione dello 0,37% e di nuovo sotto alla barriera psicologica di 20.000 superata dopo una lunga rincorsa nella giornata di martedì. A Seoul, il Kospi h a segnato un declino dello 0,72% al termine delle contrattazioni. I mercati cinesi sono invece in territorio positivo, con l’eccezione di Shenzhen che perde circa lo 0,40% in quella che sarebbe la seconda seduta consecutiva in flessione. A Hong Kong, l’Hang Seng guadagna circa lo 0,70% avviandosi verso la chiusura, dopo il balzo dell’1,75% registrato martedì. 
Discorso diverso per Shanghai, che vive un vero e proprio rally. A spingere gli acquisti sono indiscrezioni sul possibile intervento di Pechino con incentivi mirati a sostenere il mercato immobiliare da tempo in fase di stallo. E non a caso alcuni dei migliori performer sono titoli del mattone (Vanke e Poly Real Estate hanno toccato guadagni del 10% mentre China Resources Land e Longfor Properties, quotate a Hong Kong Stock, sono in progresso del 2-3%). Avvicinandosi alla chiusura lo Shanghai Composite guadagna oltre il 2% mentre è di quasi il 4% il progresso dello Shanghai Shenzhen Csi 300.

Borsa Usa
Positivi gli indici azionari di Wall Street, in attesa delle parole del numero uno della Fed, Janet Yellen, che nei prossimi giorni parlerà in tre diverse occasioni. L’S&P 500 sale sui massimi da quattro settimane a 2101 punti, in progresso dell’1,07%, il Nasdaq archivia la seduta con un rialzo dello 0,93% e il Dow Jones in progresso dello 0,95%.
Prevale dunque l’ottimismo a New York, nonostante siano stati pubblicati i dati macroeconomici contrastanti: la spesa per le costruzioni negli States, comunicata dal Census Bureau,  è cresciuta dell’1% a ottobre, oltre il +0,6% della rilevazione precedente e le attese degli economisti poste su un +0,5 per cento.  Per contro, l’Indice PMI Manifatturiero di Markit di novembre è sceso a 52,8 punti dai 54,1 punti del mese precedente. Si tratta del minor tasso di crescita dell’attività manifatturiera degli ultimi due anni ed è inferiore al livello medio post-crisi pari a 54,3 punti. 
L’Institute for Supply Management ha reso noto che nel mese di novembre l’Indice ISM Manifatturiero è sceso inaspettatamente a 48,6 punti da 50,1 punti del mese precedente. Il dato e’ risultato inferiore alle attese degli analisti che avevano stimato un valore pari a 50,5 punti, attestandosi sul livello più basso dal giugno 2009.
Sul fronte societario va segnalata la pubblicazione dei dati sulle vendite di veicoli a novembre da parte dei colossi delle quattro ruote a stelle e strisce. General Motors ha registrato nel mese una crescita delle vendite negli Stati Uniti del 2% a 229.296 veicoli a marchio Chevrolet, Buick, GMC e Cadillac. Buone le performance delle Chevrolet e del segmento dei crossover, ma l’azione registra un progresso modesto pari allo 0,22%.
Guadagna invece l’1,61% a New York il titolo di Ford che ieri sera ha terminato la seduta a 14,56 dollari. La casa ha venduto a novembre 187.794 veicoli con un incremento dello 0,4% sul dato del novembre 2014. Deboli i titoli di FCA con un -0,04% a 14,25 dollari, nonostante l’incremento delle vendite statunitensi del 3% a novembre, il migliore novembre dal 2000.
In progresso Amazon (+2,15%): il colosso statunitense dell’e-commerce ha annunciato il miglior weekend di sempre per la vendita dei suoi dispositivi. Il giorno dedicato allo shopping ha premiato il gruppo moltiplicando per sei le vendite della Amazon Fire TV nel confronto con lo stesso weekend del 2014. Sono stati venduti milioni di nuovi tablet Fire da $ 49,99 e lo scorso fine-settimana le vendite sono triplicate rispetto al dato di un anno prima. 
Crescono anche le vendite dell’e-reader Kindle e ne sono state acquistate alc une centinaia di migliaia negli ultimi giorni. Successo anche per lo speaker Amazon Echo. Secondo indiscrezioni di stampa, Morgan Stanley avrebbe pianificato una riduzione del 25% del numero dei dipendenti della divisione Reddito fisso, per tagliare i costi e aumentare la redditività. Il mese scorso la banca d’affari aveva riportato un calo del 42% degli utili da trading sul fixed-income. L’azione di Morgan Stanley ha riportato un progresso del 2,86% a 35,28 dollari. 
Anche Chemours, la società nata a luglio dallo scorporo di alcune attività chimiche di DuPont, ha annunciato una riduzione della forza lavoro del 5% (circa 400 esuberi) con l’obiettivo di semplificare e ridurre i costi. Il titolo però è sceso a 6,05 dollari, riportando una perdita superiore ai 3 punti percentuali.

Europa
Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,2%, il Cac40 di Parigi lo 0,2%, il Ftse100 di Londra lo 0,35%. Bene l’Ibex35 di Madrid in progresso dello 0,50% dopo che il Ministero dell’Occupazione ha reso noto che nel mese di novembre il numero dei disoccupati è diminuito di 27 mila unità rispetto al mese precedente (-0,65%). In totale la disoccupazione ufficiale è pari a 4,149 milioni di persone.
Tra i titoli in evidenza nella seduta odierna, Danone segna un calo dello 0,15% a Parigi, nonostante l’annuncio che investirà 240 milioni di euro nella costruzione di un nuovo impianto a Cuijk in Olanda per il suo business dell’Early Life Nutrition . La produzione dovrebbe partire a fine 2017. Parallelamente il colosso alimentare francese ha annunciato di avere raggiunto l’accordo per la cessione della divisione Dumex China, attiva sempre nell’alimentazione per la prima infanzia, a Yashili International Group per 150 milioni di euro. 
Standard and Poor’s (S&P) ha tagliato martedì il giudizio sul credito di Volkswagen da A- a BBB+ dopo che il colosso automobilistico tedesco ha annunciato il crollo di quasi il 25% delle vendite in Usa nel mese di novembre. Il mercato Usa resta marginale per Wolfsburg, ma da un punto di vista simbolico il declino non fa che aggravare la situazione derivante dallo scandalo per la manipolazione dei test sulle emissioni dei motori diesel che ha colpito Wolfsburg in settembre e la cui reale portata è ancora tutta da determinare. Volkswagen ha spiegato che il calo è dovuto allo stop alla vendita di veicoli alimentati a diesel imposto da Washington. S&P, secondo cui Volkswagen “sta subendo effetti negativi sul credito” a causa dello scandalo, è solo l’ultimo dei big a declassare il gruppo tedesco. I downgrade di Moody’s e Fitch erano infatti già arrivati in novembre. Volkswagen si muove poco sopra la parità (+0,18%) a Francoforte.

Italia
Seduta positiva per Piazza Affari, ieri. L’indice Ftse Mib ha guadagnato l’1,04% a 22.591 punti. Cresce intanto l’attesa del mercato per la riunione Bce che dovrebbe annunciare ulteriori misure di allentamento monetario. In cross euro/dollaro ieri è rimasto in area 1,06. Nell’asta di Bot a sei mesi il rendimento medio si è attestato al -0,112%, -6 punti base rispetto al precedente record nell’asta di ottobre. Le richieste hanno superato il quantitativo offerto di 1,79 volte.

Molto bene il lusso conYoox NAP(+3,4%),Moncler(+1,6%) eSalvatore Ferragamo(+1,3%), quest’ultima in scia a una revisione al rialzo del target price da parte di Goldman Sachs. Il comparto approfitta probabilmente delle positive indicazioni provenienti dai mercati cinesi, stamattina in forte progresso. In verdeMediolanum(+1,2%) che ha definito con l’Agenzia delle Entrate la controversia fiscale relativa al transfer price praticato nei rapporti con la controllata irlandese Mediolanum International Funds Ltd.
La definizione ricomprende tutte le annualità in contestazione (dal 2005 al 2014)con maggiori imposte per complessivi 120,2 milioni di euro più interessi. Considerando gli accantonamenti già effettuati il costo aggiuntivo a carico dell’esercizio corrente risulta essere di 31,2 milioni di euro.
FCApositiva (+0,5%) ma senza entusiasmare nonostante i dati sulle immatricolazioni in Italia a novembre. Le vendite salgono del 26,1% a/a contro il +23,5% del mercato. La quota sale al 27,9%, +0, 6 punti percentuali rispetto a un anno fa.

Bel progresso perEngineering(+3,6%), grazie a indiscrezioni di stampa che parlano di un interessamento per la quota del 35% in mano alla famiglia Cinaglia da parte del tandem di fondi di private equity Neuberger Berman-Apax.

I dati macro attesi oggi
Mercoledì 2 dicembre 2015

10:30 GB Indice PMI costruzioni nov;
11:00 EUR Inflazione (flash) nov;
11:00 EUR Indice prezzi alla produzione ott;
14:15 USA Nuovi occupati (stima ADP) nov;
14:30 USA Intervento Ye llen (Fed);
14:30 USA Indice costo unitario del lavoro (finale) trim3;
14:30 USA Indice produttività del lavoro (finale) trim3;
16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati;
18:25 USA Intervento Yellen (Fed);
20:00 USA Beige Book (Fed);
21:40 USA Intervento Williams (Fed).