FINANZA & MERCATI a cura di Antonio Arricale

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La sterlina vola sulle parole di Theresa May

Fiammata della sterlina. Spinta dalle parole della premier britannica Theresa May, la valuta di sua maestà segna il rialzo più consistente dal referendum sull’uscita dall’Unione europea a fine giugno: circa 350 pips sul dollaro, al momento della scrittura, salendo così da 1.20194  a1,2332 (complessivamente +2.39% al momento della scrittura). Rialzo, ovviamente, che si registra un po’ contro tutte le altre valute: +1.74% sulla yen, 1,62% sull’euro, 1,53% sul dollaro australiano e via di seguito.

Cinque i punti principali del discorso di Theresa May  che si possono riassumere così: rottura netta dal mercato unico; il Regno Unito dirà addio anche alla Corte di Giustizia europea; il voto finale sulla Brexit spetterà al parlamento britannico; Londra annullerà adesione all’unione doganiera Ue e riassumerà il controllo sulla gestione dei migranti

Ad ogni modo, il primo ministro britannico ha promesso un voto parlamentare sull’accordo di divorzio dall’Ue e ha affermato di puntare a far restare Londra un partner chiave per l’Europa. In altri termini, se da una parte chiederà una rottura netta con il mercato unico, dall’altra Londra cercherà comunque di stringere il miglior accordo di libero commercio possibile con i partner europei. May ha tenuto a rassicurare gli alleati europei che il Regno Unito e l’Europa resteranno “migliori amici” anche dopo la Brexit.

E tuttavia si tratterà di una Brexit ‘hard’ e non ‘soft’. Il Regno Unito che non è interessato a un mezzo accordo “metà dentro o metà fuori” dall’Unione Europea, ha detto la May.
Insomma, il premier inglese vuole gettare le basi per un rapporto commerciale completamente nuovo con il blocco europeo.