Fincantieri-Stx, Gozi: “Soluzione entro 27 settembre”

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Bruxelles, 25 ago. (AdnKronos) – La programmata acquisizione dei cantieri navali Stx France di Saint-Nazaire da parte di Fincantieri, ‘stoppata’ dal governo francese con una nazionalizzazione temporanea e preventiva, “non verrà trattata” nel vertice di lunedì prossimo a Parigi – che sarà a quattro (Francia, Italia, Germania e Spagna) – ma verrà affrontata in bilaterale al summit di Lione, in vista del quale il problema dovrebbe essere, “io auspico, risolto”, con il lavoro che è già in corso tra le due capitali in vista dell’incontro del 27 settembre. E il fatto che la Francia abbia ora menzionato, a proposito di Fincantieri/Stx, la cooperazione nel settore militare è particolarmente “importante” ed è un punto chiave, da “valorizzare” in vista di un’intesa. Lo spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei, Sandro Gozi. 

Il tema Fincantieri-Stx, dice Gozi all’AdnKronos, verrà affrontato “in bilaterale: è già in corso di trattazione ed è un punto per il vertice di Lione del 27 settembre. Non è un tema da trattare a quattro, ma un argomento che verrà trattato e, io auspico, risolto con il lavoro che faremo in settembre, in vista del summit bilaterale di Lione del 27”. 

HOLLANDE – In Italia c’è la diffusa percezione che, quando si tratta di fusioni e acquisizioni, con la Francia manchi la reciprocità: “Vedo le cose in maniera più positiva – risponde – ritengo che certamente si poteva andare avanti su Fincantieri nella soluzione che era stata identificata prima del nuovo governo (quella individuata sotto la presidenza di Francois Hollande, ndr). Ciò detto, penso che gli investimenti stranieri in Italia, soprattutto se sono europei, siano sempre i benvenuti”.

Gli investimenti francesi, continua il sottosegretario, “hanno fatto bene alle aziende italiane: basti pensare alle acquisizioni di Lvmh nel settore della moda, che hanno aumentato il volume di affari delle imprese acquisite. Bottega Veneta penso che abbia decuplicato il volume di affari”. 

INTERESSE NAZIONALE – Certo, prosegue Gozi, “poi valutiamo anche gli aspetti di interesse nazionale, come stiamo facendo in queste ore nel caso di Tim/Vivendi e di Telecom Sparkle. Siamo però convinti che più ci sono investimenti che creano posti di lavoro e aumentano il volume d’affari meglio è”. 

In realtà, spiega, “la presenza italiana in Francia è buona, anche  se deve migliorare: per esempio, abbiamo vinto l’appalto per la privatizzazione dell’aeroporto di Nice Cote d’Azur, che sarà gestito da un’impresa italiana (Atlantia, ndr); un’impresa di Roma (Gcf, ndr) gestirà il rinnovamento di 3mila km di ferrovie francesi; abbiamo acquisito marchi importanti, come l’etichetta Grand Marnier (rilevata da Campari nel 2016, ndr). Non è che gli italiani in Francia non ci siano: sono il terzo investitore estero in termini assoluti. Il primo sono gli Usa, il secondo la Germania”.

MACRON – Anche qui, l’Italia paga lo scotto del ‘piccolo è bello’, della ridotta dimensione media delle sue imprese: “Il punto – continua Gozi – è che i francesi hanno grandissimi gruppi e quindi, quando si muovono, hanno un impatto più rilevante delle nostre pmi, che comunque danno lavoro a 100mila persone in Francia. E’ chiaro che su Fincantieri bisogna lavorare per dare seguito concreto alle parole che usiamo, a Roma e soprattutto a Parigi. Fincantieri/Stx non è solo un’operazione interessante per Fincantieri, ma il fatto che Macron, a differenza di Hollande, abbia indicato nella cooperazione militare uno dei punti chiave del nuovo accordo, per me è la parte su cui dobbiamo lavorare e che dobbiamo valorizzare”.

Per Gozi, “se vogliamo costruire dei grandi gruppi per tutelarci dalla concorrenza globale e se vogliamo vincere le sfide globali, abbiamo bisogno di campioni industriali europei”. E l’operazione Fincantieri Stx “può creare un campione globale europeo nel settore dell’industria della difesa navale: può essere il primo progetto concreto dell’industria della difesa. E’ questa la parte che dobbiamo valorizzare. Mi sembra che le sparate da gradassi siano state eccessive, a Parigi e a Roma, e che adesso sia il tempo di entrare in una nuova fase, facendo meno i gradassi e più gli strateghi”.

L’ACCORDO – Sul dossier Fincantieri, continua, “abbiamo già detto tutto, anzi tutti abbiamo detto troppo. E’ bene che si lavori in modo serio per trovare un accordo. L’elemento militare è quello più strategico e rilevante: auspico che di qui a Lione, il 27 settembre, si possa trovare un accordo complessivo, che sarebbe nell’interesse dell’Italia e credo anche nell’interesse della Francia. E sarebbe certamente – conclude – nell’interesse dell’Europa”.