Fine vita: è morto Federico Carboni. E’ il primo caso di suicidio assistito in Italia

150

E’ morto questa mattina alle 11:05 Federico Carboni, 44enne di Senigallia, fino a ora conosciuto come “Mario”. E’ il primo italiano ad aver chiesto e ottenuto l’accesso al suicidio medicalmente assistito, reso legale dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Antoniani. Lo rende noto l’Associazione Luca Coscioni. La vera identita’ di “Mario” – riferisce una nota – viene rivelata dopo la sua morte, come da lui deciso. Federico e’ morto nella sua abitazione dopo essersi auto somministrato il farmaco letale attraverso un macchinario apposito, costato circa 5.000 euro, interamente a suo carico, e per il quale l’Associazione Luca Coscioni aveva lanciato una raccolta fondi. La procedura di suicidio medicalmente assistito e’ avvenuta sotto il controllo medico del dottor Mario Riccio, anestesista di Piergiorgio Welby e consulente di Federico Carboni durante il procedimento giudiziario. Al fianco di Federico, la sua famiglia, gli amici, oltre a Marco Cappato, Filomena Gallo e una parte del collegio legale. Il via libero definitivo per l’accesso al suicidio assistito era arrivato il 9 febbraio scorso, con il parere sul farmaco e sulle modalita’ “di esecuzione”, dopo quasi due anni dalla prima richiesta alla Asur e dopo una lunga battaglia legale, in cui e’ stato assistito dall’Associazione Luca Coscioni.
“A nome di tutta l’Associazione Luca Coscioni, esprimiamo gratitudine a Federico per la fiducia che ci ha dato in questi due anni, da quando ha preferito rinunciare alla possibilita’ di andare a morire in Svizzera e ha scelto di far valere i propri diritti in Italia”, hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, segretario nazionale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. “Ci stringiamo attorno alla mamma, agli amici e a tutte le persone che gli hanno voluto bene. La sua caparbieta’ – hanno sottolineato – non gli ha soltanto consentito di ottenere cio’ che voleva, ma ha aperto la strada per coloro che d’ora in poi si troveranno nelle stesse condizioni. Per Federico, l’Associazione Luca Coscioni ha dovuto sostituire lo Stato nell’attuazione dei diritti. Continueremo ad aiutare chi ce lo chiedera’. A questo punto, una legge come quella approvata alla Camera non servirebbe piu’.”