Fipe Confcommercio Napoli, Di Porzio: Misure anti Covid, 5 mila aziende a rischio chiusura

97
Massimo Di Porzio pizzeria umberto
In foto Massimo Di Porzio

“Sicuramente tutti questi provvedimenti hanno creato una grandissima confusione anche tra i collaboratori. I numeri che ci sono stati tra i nostri esercizi hanno dimostrato che non siamo noi la causa della pandemia. Ma a parte questo, c’è una grande confusione tra orari e norme da rispettare, è per questo che le persone scendono in piazza a dimostrare il loro dissenso”. Lo sottolinea, intervistato da Radio Crc, Massimo Di Porzio, presidente Fipe Confcommercio Napoli.
“Il Governo ci ha assicurato che ci saranno dei ristori ma vogliamo sapere quali e quando – aggiunge – abbiamo stimato che fino ad ora c’è stata una perdita di fatturato di circa un miliardo e ci sono circa cinquemila aziende a rischio chiusura. Molte non apriranno neanche. Se non lavoriamo non incassiamo e, di conseguenza, non possiamo pagare. Abbiamo bisogno di ristori immediati. La prima cosa da fare è quella di bloccare tutti i pagamenti a partire dalle utenze che nei pubblici esercizi sono altissimi, per poi finire alle tasse”. “Noi non siamo riusciti ad avere un confronto con De Luca, non ascolta nessuno e prosegue con le sue ordinanze. La problematica è che, sì, c’è una pandemia in atto, ma c’è una mancanza di linee guida. Siamo spaesati perché ogni giorno c’è una disposizione diversa. Abbiamo bisogno di chiarezza, abbiamo rispettato le disposizioni, i protocolli, fatto degli investimenti e ora ci sembra che questo sia un provvedimento che non meritiamo”, dice il titolare di un ristorante che da 100 anni serve la borghesia napoletana e i turisti. “Come Fipe Confcommercio ci dissociamo dalle rivolte, e abbiamo organizzato una manifestazione per mercoledì alle 11,30 a Palazzo Santa Lucia. È una manifestazione nazionale che sarà fatta contemporaneamente in 20 città d’Italia”.