Fonderie Pisano, affondo del Comitato anti inquinamento

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“Ieri è andata in scena l’ennesima farsa a danno dei lavoratori e della stessa comunità di cittadini della Valle dell’Irno”. A dirlo il Comitato Salute e Vita, presieduto da Lorenzo Forte, in merito all’incontro che si è tenuto ieri a Roma al ministero dello Sviluppo Economico nel corso del quale si è discusso – tra l’altro – della delocalizzazione dell’impianto salernitano di via dei Greci. “La Proprietà Pisano – sostiene Forte – si è limitata a rispolverare un progetto vecchio di almeno dieci anni da quando gli era stato concesso un bonus regalo nel Puc del Comune di Salerno con la possibilità di costruire 300 appartamenti per favorire la delocalizzazione che a tutt’oggi non è non solo mai avvenuta ma neanche seriamente avviata”. “A dimostrazione di ciò, – dice ancora Forte – ieri non è stata presentata la località del sito industriale dove l’opificio dovrebbe essere delocalizzato, né tantomeno sono stati decisi tempi certi e stringenti per tale delocalizzazione. Ci dispiace dover constatare che nel comunicato a firma della proprietà Pisano vi siano le ennesime promesse da marinaio e il tentativo più o meno velato di ricattare per l’ennesima volta la politica e la stessa magistratura scaricando le responsabilità della perdita eventuale dei posti di lavoro su di essi, dimenticando e omettendo di fare mea culpa per i gravi reati ambientali e non solo perpetrati dal 2004 ad oggi”. Secondo il Comitato, “la proprietà omette di raccontare la verità sui gravi ritardi della mancata delocalizzazione che doveva essere avviata nel 2006, da quando il Puc di Salerno definiva quell’area zona di trasformazione urbana residenziale e commerciale. A nostro giudizio, le responsabilità di questa grave crisi con il rischio della perdita dei posti di lavoro è tutta da imputare alla Proprietà Pisano e a quegli Enti, in primis Comune, Provincia e Regione Campania, oltre che alla Cgil che nulla hanno concretamente messo in campo, secondo le proprie competenze, in questi anni per costringere la proprietà a delocalizzarsi”.