Fonditalia, in sei mesi 1.700 aziende aderenti e un budget raddoppiato (da 6 a 12 milioni di euro)

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in foto Egidio Sangue

La ripresa passa dalla formazione. I numeri di Fonditalia (Fondo Formazione Italia) relativi ai primi sei mesi dell’anno lo confermano: le aziende tornano a credere nella formazione professionale dei propri dipendenti. I dati del IV sportello dell’avviso Femi FondItalia 2022.01 parlano chiaro: 1.700 aziende aderenti, più di 16 mila lavoratori coinvolti e una dotazione complessiva che è passata dai 6 milioni di euro previsti ai 12 milioni messi in cantiere e che, in questa prima parte dell’anno, ha visto un impegno di spesa che ha superato i 10 milioni di euro. “Sono dati – commenta Egidio Sangue, vicepresidente e direttore di Fonditalia – che parlano da soli. Nonostante la situazione pandemica dovuta alla Sars Covid 19 non sia ancora completamente stabilizzata e le incognite internazionali gravano sulle decisioni sia dei singoli sia delle organizzazioni, le aziende tornano a credere con decisione nella preparazione e nella professionalità dei propri dipendenti. Certo, dobbiamo monitorare con attenzione e prudenza i dati, anche perché stiamo entrando in una nuova fase che il conflitto in Ucraina e la ripresa dei contagi dovuti al Covid ancora non hanno ben delineato come ci troveremo a operare alla fine dell’estate”. Nello specifico, i progetti approvati alla fine dello scorso mese di giugno sono stati 485, per un importo di oltre 10 milioni di euro che hanno finanziato la formazione di 1.700 aziende e un totale di 16.014 lavoratori. La fotografia scattata da FondItalia vede la Lombardia saldamente al comando nella classifica delle regioni virtuose per numero di aziende beneficiarie (24,5%), seguita dalla Puglia (15,6%) ed Emilia-Romagna (9%).
Va segnalato che, rispetto al 2021, anche la Valle d’Aosta ha ripreso a investire in formazione, soprattutto nei settori turistico/alberghiero e del commercio al dettaglio e all’ingrosso; particolare da segnalare, l’80% dei dipendenti valdostani che ha frequentato un corso di formazione è in possesso del diploma di laurea, mentre il 20% del diploma di scuola superiore. “Il fatto che anche una piccola regione come la Valle d’Aosta abbia ripreso a investire in formazione e che la platea di dipendenti che ha intrapreso un percorso di specializzazione sia laureata o diplomata è la dimostrazione della bontà dei nostri progetti finanziati, della necessità di stare al passo coi tempi per non perdere competitività imprenditoriale e della situazione contingente che vede, come si dice, la luce in fondo al tunnel dopo due anni di difficoltà economiche”, conclude Sangue. Continuando l’analisi dei primi quattro sportelli dell’anno di Fonditalia, si evince che al primo posto figurano le microimprese (54%), con un numero di dipendenti inferiore ai 10 lavoratori, seguite dalle piccole imprese (34%) da 10 a 49 dipendenti, mentre le medie imprese (8,7%) si attestano al terzo posto; fanalino di coda le grandi imprese (3%). Osservando i destinatari, si nota che il 19% dei dipendenti che hanno preso parte a un corso di formazione provengono dalle microimprese; il 40% dalle piccole imprese; il 26% dalle medie imprese e il restante 15% dalle grandi imprese.